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Rossi, è una vittoria che... Vale un'impresa?

Il successo del campione di Tavullia riaccende l'entusiasmo sulla MotoGP: è un episodio o una nuova tendenza?

Valentino Rossi, il ritorno sul gradino più alto del podio. Un anno dopo. Ma in modo molto diverso da Assen. A Misano il “Dottore” è stato il primo a rompere l’egemonia dell’Honda, la moto che quest’anno sembrava imbattibile. Nel Gp di San Marino Vale conquista la vittoria numero 107 e diventa il campione più longevo nella storia del Motomondiale: era il 18 agosto 1996 quando a Brno vinse la sua prima gara iridata in classe 125 con l’Aprilia davanti a Jorge Martinez, l’attuale proprietario del team Aspar. Da allora sono trascorsi 18 anni e 27 giorni: insomma, a 35 anni suonati, Rossi è il primo pilota della MotoGP che raggiunge la “maggiore età” da rider vincente.

INTERROTTA LA SUPREMAZIA HONDA
Il campione di Tavullia si riprende la scena, nella domenica della caduta di Marc Marquez. Per un giorno il “marziano” è tornato a essere un umano. Il gioco di prestigio che gli era riuscito nei test di Brno, quando ha rialzato la RC213V con un clamoroso colpo di reni, e il gomito già strisciava sull’asfalto, non si è ripetuto. In Romagna non era in grado di tenere il passo del “maestro” e così lo spagnolo si è… inchinato al nove volte iridato (sette in MotoGP). Sarà un Gp da ricordare per i tifosi che sono andati a Misano per supportare Valentino. Per molti è già un evento che resterà segnato sul calendario.

LA VITTORIA SULLA PISTA INTITOLATA AL SIC
L’enfasi con cui (giustamente) è stata accompagnata questa vittoria da giornali e televisioni fa pensare che si sia trattato di un fatto isolato. Un unicum. Ma non è affatto casuale che a rompere l’egemonia giapponese in salsa spagnola sia stato proprio il “Dottore” che è tornato in cattedra sulla pista intitolata al Sic. Doveva essere la grande occasione di Jorge Lorenzo per rompere l’astinenza da vittoria e, invece, è arrivata la zampata del vecchio campione. L’esperienza contro l’esuberanza giovanile.

DOPPIETTA YAMAHA, CON VALE TEAM LEADER
La Yamaha festeggia un’inattesa doppietta: le M1 non coglievano un perentorio uno-due dal Qatar 2013. È il segno del risveglio della Casa del Diapason e non deve sorprendere che a trarne beneficio sia proprio Rossi. Jorge Lorenzo ha sbagliato la scelta della gomma anteriore (il maiorchino ha puntato sulla mescola dura sull’anteriore), ma il mamba nero deve aver capito che qualcosa sta succedendo nel team bianco-blu. Quando Vale detta legge, l’iberico soffre e viceversa. Hanno modi di guidare diversi e messe a punto non conciliabili. Possono anche scambiarsi le telemetrie, tanto quello che va bene per uno, spesso non piace all’altro. Rossi ha vinto, Lorenzo no. Si sta invertendo l’ordine dei fattori in casa Yamaha. Doveva essere Jorge lo sfidante di Marquez nel mondiale, ma è il marchigiano che è solo a un punto iridato da Daniel Pedrosa per il secondo posto nella classifica piloti.

GALBUSERA HA UN RUOLO NELLA RINASCITA DI ROSSI
Se la questione iridata è un fatto privato di Marc Marquez (la caduta ha solo ritardato la proclamazione che poteva già avvenire ad Aragon), il secondo posto in MotoGp è tutt’altro che scontato. Un Valentino galvanizzato dal successo romagnolo può riprendere in mano il bastone del team Yamaha. E può non essere affatto casuale che la rinascita di Rossi si accompagni all’arrivo di Silvano Galbusera nel ruolo che è sempre stato di Jeremy Burgess. L’uscita del capo meccanico australiano è stata la chiusura di un ciclo: evidentemente si era rotto il patto di fiducia che aveva legato i due negli anni. C’era bisogno di nuovi stimoli e di nuovo entusiasmo. Rossi sembra aver ritrovato quelle motivazioni che i due anni di Ducati avevano mortificato.

CANCELLARE IL "BUCO NERO" DUCATI
La perentoria vittoria di Misano serve a cancellare anche quel “buco nero” nella cristallina carriera del pilota di Tavullia: il “Dottore” qualifica questo successo fra i più importanti della sua carriera perché ha dovuto avere ragione di campioni a tutto tondo, come i tre assi spagnoli, che fanno della MotoGP la principale ragione di vita. Sono velocissimi, allenati fisicamente, preparati mentalmente. Nulla è lasciato al caso per puntare al successo, per cui se Vale è riuscito a metterli in riga è segno che il simbolo dell’Italia che va non è ancora arrivata al tramonto.

CI REGALERA’ ALTRE SORPRESE?
Ci si domanda se questa consapevolezza di Rossi sia arrivata solo adesso, maturando un percorso che ci ripropone un campione che ha qualche ruga in più, ma ha una maggiore consapevolezza dei suoi mezzi (e dei suoi limiti). Quali altre sorprese saprà riservarci da qui alla fine della stagione?

TRE ASSI SPAGNOLI E L’ORGOGLIO TRICOLORE
La Spagna, a dispetto dell’Italia, ha riagganciato la ripresa economica facendo i tagli necessari utili a uscire dalla grave crisi economica. Gli iberici, che erano messi molto peggio di noi, hanno fatto sistema per dare un nuovo impulso al paese. Noi, invece, siamo ancora ai proclami del premier, Matteo Renzi. Volendola cercare, si può trovare una similitudine con la MotoGP: i tre assi sono il frutto di un eccellente lavoro di programmazione che gli ispanici hanno varato quando venivano puntualmente… umiliati da Valentino. Deve far riflettere che a rialzare le sorti tricolori sia sempre e solo Rossi.

CIELO LA TV PIU’ VISTA GRAZIE ALLA MOTO GP!
È bastato che il tavulliese tornasse al successo per vedere un’impennata negli ascolti televisivi deficitari di SKY. Il Gp di San Marino, infatti ha permesso a Cielo, il canale della piattaforma satellitare visibile in chiaro sul digitale terrestre, di essere il più visto domenica con un picco di 2 milioni 164 mila spettatori medi, pari al 13,93% di share. E sui quotidiani la MotoGP ha riconquistato le prime pagine. A Misano si è celebrato un evento unico o l’inizio di una nuova inversione di tendenza?

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