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E ora Valentino si deve giocare l'ultima carta

La MotoGP non si può permettere un 2013 senza il Dottore su una moto competitiva, perché...

“La Ducati è diametralmente opposta al mio stile di guida”. Valentino Rossi scopre le carte nella gara verità del Mugello. Il Gp d'Italia ci ha offerto uno spaccato reale dell'attuale MotoGP: Jorge Lorenzo con la Yamaha M1 può sbeffeggiare gli avversari cominciando a salutare il pubblico italiano prima del traguardo, consapevole di disporre di un mezzo che oggi è superiore alla Honda anche in rettilineo. Il maiorchino il mondiale 2012 può solo perderlo: “black mamba”, però, non si deve sentire appagato, perché l'HRC sta correndo ai ripari e nei test del Mugello tira fuori una moto nuova che era destinata al 2013. Vuole rimettere in “sella” Casey Stoner, consapevole che l'anno prossimo con la coppia Pedrosa-Marquez dovrà vivere una stagione di transizione. IL NERVOSISMO DI STONER L'australiano sta vivendo una fase recessiva: il chattering sull'anteriore deprime il suo potenziale enorme e fa emergere l'eccessivo nervosismo. La spallata a Petrucci in prova, un vistoso fallo di reazione ad un'ingenuità dell'italiano colpevole solo di guidare le odiate CRT, e soprattutto la dura entrata su Bautista, evidenziano un comportamento non sereno che porta il campione del mondo a riscrivere le regole secondo quello che è il suo insindacabile giudizio. La testa è altrove, il mondiale è compromesso? L'AMMISSIONE DI PEDROSA La Honda deve fare il possibile per recuperare la motivazione del “canguro”, l'unico che può sperare di mettere il pepe sulla coda di Lorenzo, visto che Dani Pedrosa ammette l'inferiorità nei confronti del maiorchino: “Per battere Jorge oggi bisognava fare il tempo della pole tutti i giri”. Un'ammissione sincera, specie ora che sembra perduta anche la superiorità tecnica del mezzo. CALO DI SPETTATORI In questo scenario piuttosto incardinato si inserisce Valentino Rossi. La MotoGP non sembra essere capace di esprimere quello spettacolo che gli appassionati si aspetterebbero: è inquietante il calo di spettatori al Mugello (64 mila contro i 90 mila degli anni passati) e Carmelo Ezpeleta deve fare qualcosa per rilanciare un mondiale che sta perdendo la sua attrattività a favore della show della Superbike, certamente meno evoluta dal punto di vista tecnico, ma molto più sanguigna e imprevedibile. IL MONDO CHE RUOTA SU VALE La chiave del tutto è Valentino Rossi. La MotoGP gira intorno al Dottore. Senza sarebbe anonima. Ha spaccato il mondo in due: metà lo venera e l'altra metà lo odia (e molti sono proprio i ducatisti). Accusa la Ducati di non dargli una moto in grado di sfruttare le gomme morbide in qualifica, perché se fosse partito più avanti (ma allo start è stato una lumaca e si è fatto infilare anche da un paio di CRT!) avrebbe potuto lottare per il podio. Almeno nella gara di casa, senza dover fare la danza della pioggia per assaggiare il gusto dello champagne. LORENZO APRE LA PORTA Rossi temporeggia. Aspetta le decisioni Audi, ma in cuor suo vuole andarsene: alla Yamaha c'è una moto ufficiale pronta per lui. È tutto tremendamente vero. Jorge Lorenzo ammette: “Se la Yamaha vuole Valentino io gli apro la porta totalmente, ma non sono io quello che decide”. Insomma, per il maiorchino non ci sarebbero muri divisori fra i box, ma accetterebbe la sfida a viso aperto, nell'intima convinzione di essere oggi più competitivo del campione di Tavullia. Se vuole lo scettro del mondiale deve accettare questa sfida, ben sapendo che non avrà tutta la squadra del Diapason alle sue spalle. Dentro di sé, magari Vale lo manderebbe al Diavolo, ma sa di giocarsi una partita sottile. Pensava di aver chiuso la questione firmando presto il rinnovo del contratto: si sentiva in una botte di ferro, convinto di aver messo il catenaccio al portone di casa. LA REGIA DI EZPELETA E, invece, è la Yamaha che ha lasciato aperto uno spiraglio e lascia che entrino degli spifferi. Basterebbe una smentita che non arriva e che, invece, fa moltiplicare le voci. E Valentino che è un comunicatore nato, che sa piegare gli eventi al suo pensiero, fa crescere la tensione. La MotoGP ha bisogno di Rossi su una moto competitiva: adesso sono tutti scontenti, mentre un domani almeno metà del mondo troverà quiete. Senza Casey Stoner (mentalmente già ritirato), Carmelo Ezpeleta non si può permettere un anno 2013 con il solo Jorge Lorenzo protagonista del mondiale. L'ULTIMA CARTA La Honda, abbiamo detto, curerà la crescita di Marc Marquez accanto a Camomillo e sarà fuori dai giochi, mentre la Ducati non sembra in grado di offrire a Rossi ciò che il Dottore si aspetta. Non ci sono altre alternative se non tornare da figliol prodigo alla Yamaha. Giocandosi l'ultima carta...

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