Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera
Analisi

Ducati e Ferrari, quanti parallelismi: è solo maledizione rossa?

Entrambe hanno iniziato la stagione 2016 con grandi ambizioni ed apparentemente con un potenziale in grado di sostenerle. Tuttavia, l'estate si avvicina e si ritrovano ancora a secco di vittorie. Inoltre ci sono tante coincidenze che sono quasi inquietanti...

Ducati Team motorhome

Il rosso sembra non essere l'unico punto di contatto tra la Ferrari e la Ducati in questo avvio della stagione 2016: entrambe le squadre emiliane sono partite con grandi ambizioni e la sensazione è che abbiano anche il potenziale necessario a sostenerle. Il problema è che non sono ancora riuscite a concretizzarlo a livello di risultati.

Nel giorno delle rispettive presentazioni sono stati annunciati obiettivi roboanti: a Maranello si dicevano pronti a sfidare la Mercedes e a dare l'assalto a quel titolo iridato che manca ormai dal 2007. A Borgo Panigale invece hanno volato più basso, se così si può dire di chi si "accontenterebbe" di tornare a conquistare il gradino più alto del podio, un risultato diventato ormai quasi un'ossessione, visto che sono passati quasi sei anni dall'ultima volta che una Desmosedici c'è riuscita.

Le premesse erano parse buonissime, con Sebastian Vettel che in Australia aveva visto sfumare una probabile vittoria a causa della bandiera rossa, ma anche di un successivo errore strategico (era rimasto con le gomme soft, mentre la Mercedes è passata alle medie per andare in fondo alla gara). Sul fronte MotoGP invece era arrivato il convincente secondo posto di Andrea Dovizioso in Qatar, con il forlivese che era stato capace di battagliare alla pari con i due piloti della Yamaha e con Marc Marquez.

 

Dani Pedrosa, Repsol Honda Team

 

Da qui in avanti però ne sono successe di tutti i colori: Vettel ha visto la sua power unit andare in fumo in Bahrain ancora prima dell'inizio del GP, mentre poche ore più tardi, in Argentina, le due Ducati hanno fatto harakiri all'ultima curva. Andrea Iannone ha attaccato con troppa foga Dovizioso, facendo finire a terra entrambi e vanificando un doppio podio ormai certo.

 

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H e Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H si toccano alla partenza
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H e Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H si toccano alla partenza

Photo by: XPB Images

 

E la cosa bella è che più si va avanti e più si trovano similitudini: nel GP di Formula 1 successivo, in Cina, sono state le due SF16-H a rovinarsi la gara a vicenda, ma in questo caso alla prima curva. Il tutto proprio in un weekend in cui pareva che avessero quello che serve provare a vincere.

Non basta ancora? Che dire allora degli incidenti che hanno estromesso gli incolpevoli Vettel e Dovizioso in Russia e ad Austin? Il ferrarista è stato tamponato per ben tre volte da Daniil Kvyat nelle prime centinaia di metri della gara di Sochi, mentre in Texas il ducatista è stato centrato da Dani Pedrosa, arrivato lunghissimo in cima alla salita della prima staccata.

 

Daniil Kvyat, Red Bull Racing RB12 tampona Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H alla partenza
Daniil Kvyat, Red Bull Racing RB12 tampona Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H alla partenza

Photo by: XPB Images

 

Ma veniamo ora al passato più recente: a Barcellona la Ferrari è stata competitiva fino a sabato mattina, poi si è sciolta come neve al sole in qualifica ed in gara non è riuscita a sfruttare l'incidente tra le due Mercedes, permettendo a Max Verstappen di diventare l'eroe del giorno, ottenendo la vittoria al primo GP al volante della Red Bull.

Non è tanto diverso quello che è successo domenica scorsa alla Ducati al Mugello. Andrea Iannone, fresco di firma con la Suzuki per il 2017, sembrava determinato a regalare una gioia ai tifosi ducatisti prima di salutare, ed ha dominato tutti i turni di prove libere (nel primo in realtà il più veloce era stato Yonny Hernandez, ma sull'umido avevano girato in pochi). In qualifica però il pilota di Vasto non è riuscito a centrare la pole position ed in gara ha ottenuto un terzo posto in rimonta.

 

Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose Photography

 

In questo caso però i risultati sono simili, ma sono arrivati in maniera differente. Nel senso che la Ferrari ha avuto problemi legati alla gestione della pressione delle gomme e non è riuscita ad ottenere le prestazioni necessarie a vincere (probabilmente ha anche sbagliato la strategia di Vettel).
La Ducati invece era molto competitiva anche domenica, come confermato dal fatto che Iannone ha fatto segnare il giro veloce in gara ed anche il nuovo record di velocità della MotoGP a 354,9 km/h, però una pessima partenza, a sua detta dovuta ad uno slittamento della frizione, ha vanificato tutto il lavoro di un intero weekend.

Quello che bisogna provare a capire ora è se si tratti di un problema tecnico o legato al rendimento dei piloti. Alle porte di Bologna probabilmente sembrano pendere dalla parte della seconda opzione, visto che per l'anno prossimo hanno già ingaggiato il campione del mondo in carica ed attuale leader del Mondiale Jorge Lorenzo, quindi il meglio in circolazione, con l'obiettivo di non avere più alibi nel 2017. Ma in questo senso, le voci di mercato potrebbero anche aver condizionato il rendimento dei due piloti attuali.

A Maranello forse pensavano di aver già fatto questo step portandosi a casa Sebastian Vettel nel 2015 ed è innegabile che il tedesco sia stato l'unico capace di portare una Rossa alla vittoria negli ultimi tre anni (prima di lui, l'ultimo era stato Fernando Alonso a Barcellona 2013), ma quest'anno non sembra riuscire a fare la differenza che faceva nella scorsa stagione rispetto a Kimi Raikkonen, soprattutto in qualifica. Non si può non notare poi quanto sia spesso nervoso nelle comunicazioni radio, mentre in passato pareva sempre più pacato. Il dubbio quindi è che la SF16-H non riesca ad assecondare a dovere le sue esigenze.

 

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

Photo by: Ferrari

Insomma, anche se sembrano esserci motivazioni differenti, le due realtà stanno vivendo una "maledizione rossa" abbastanza simile. Toccherà a loro provare a sovvertire una stagione iniziata male (Raikkonen comunque al momento è secondo nel Mondiale, anche se lontano da Rosberg, e la Ducati ha raccolto tre podi) prima che sia troppo tardi.

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Dovizioso e Stoner in pista ad Imola con Lamborghini Accademia
Articolo successivo Yamaha: a cedere è stato il dito della distribuzione?

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera