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Domenicali: "Vogliamo rinnovare Dovi e Jorge. Ma a condizioni diverse"

L'amministratore delegato di Ducati è chiaro sul futuro dei propri piloti. Arrivano poi parole al miele per Dovizioso: "Innamorato della Ducati. E' stato autore di una pagina storica del motociclismo lo scorso anno al Mugello".

Podio: Claudio Domenicali, Ducati

Podio: Claudio Domenicali, Ducati

Gold and Goose / Motorsport Images

Alla presentazione della Ducati Desmosedici GP 2018 avvenuta questa mattina nella sede della Casa emiliana a Borgo Panigale, non poteva certo mancare Claudio Domenicali, amministratore delegato Ducati. A fare gli onori di casa è stato proprio lui, riepilogando prima tutti i risultati ottenuti dall'azienda bolognese sia dal punto di vista del prodotto che da quello sportivo, poi facendo luce sulle aspettative riguardo il Motomondiale 2018, che dovrà vedere la Ducati, assieme a Dovizioso e Lorenzo, lottare per i titoli così come avvenuto l'anno passato.

Al termine della presentazione, Domenicali ha parlato in maniera più approfondita alla stampa - tra questi Motorsport.com - di ciò che si aspetta dal 2018. Partendo dalle trattative per il rinnovo dei contratti dei due piloti titolari a ciò che ha significato la vittoria di Dovizioso al Mugello. 

Domenicali, la Ducati arriva da un 2017 di altissimo livello. Siete pronti a ripartire per cercare di fare meglio?
"Siamo pronti. Era difficile presentarsi in un modo diverso. Il 2017 è stato straordinario, il lavoro fatto nell'arco di quest'inverno è sicuramente buono ma sappiamo che anche gli altri avranno lavorato duro e quindi sarà difficile, però siamo pronti a giocarcela, a cominciare i test e per spingere sin da subito per capire il livello nuovo del 2018. Non è cambiato quasi nulla a livello di piloti rispetto all'anno passato ma ogni team avrà lavorato molto sulla moto per risolvere i problemi. Certamente la Ducati ci sarà per giocarsela".

I risultati sportivi del 2017 fanno anche da trampolino a quelli del mercato...
"Il 2017 si è chiuso bene, ancora una volta in crescita. E' dal 2009 che proseguiamo in questo trend e cresciamo ogni anno. Questa Ducati ci sorprende sempre, abbiamo nuovi ducatisti perché ora l'azienda è in grado di realizzare prodotti che non poteva fare 10 anni fa. Fare prodotti attuali e con un a tecnologia che anni fa non poteva permettersi, quindi quando si unisce il design, l'emozione di Ducati e la tecnologia che era quella che mancava, clienti di altre marche iniziano a guardare Ducati come una scelta vera e propria e di aumentare il nostro numero di clienti. Abbiamo tanti ingegneri giovani e molto appassionati. Possiamo investire sul futuro. Tra 10 anni le cose saranno molto diverse".

Cosa avete imparato dal 2017 in termini di motorsport?
"Abbiamo imparato 2 cose. La prima è che nessuno è imbattibile. Marquez è un pilota straordinariamente forte e nessuno poteva pensare che Dovizioso potesse batterlo in sella a una Ducati in condizioni normali. Invece è successo tante volte. Chiaramente è servito il talento di Andrea, che però ha saputo lavorare su se stesso in maniera straordinaria e migliorarsi. Poi serve una moto come quella fatta dal team di Gigi Dall'Igna. Un'ottima moto al punto tale da battere la Honda in gare normali. Su asciutto e su bagnato. E' l'equilibrio che conta. La nostra moto ha tanti punti forti, ma ha anche debolezze. Gigi e la sua squadra si stanno impegnando per proporre un progetto ancora più equilibrato".

Cosa ti aspetti da Lorenzo in questa stagione?
"Jorge ha finito la stagione 2017 con una caduta, ma quando è caduto aveva appena guadagnato 1" rispetto ai piloti che lo precedevano. Era velocissimo a Valencia. E' stato altrettanto veloce nei test. Ci aspettiamo che il lavoro d'affinamento che Dall'Igna farà sulla moto per renderla più vicina alle sue aspettative e il lavoro di Jorge che si sta avvicinando a sfruttare meglio le doti d'accelerazione e frenata della nostra moto possa aiutarlo a essere competitivo su tutte le piste".

Avete già iniziato a lavorare sul rinnovo di contratto di Dovizioso?
"E' normale che quando ci si trova bene si pensi di continuare. Lui è molto interessato a continuare insieme così come noi. E' un po' presto per chiudere eventuali accordi, anche perché mi pare un po' perverso farlo quando ancora non è stato fatto nemmeno un test per la stagione e lavorare già per quella dopo. Però ci sono tutte le basi e tutti gli elementi per trovare una soluzione".

Dovizioso ha chiesto molto alla Ducati?
"Non ha chiesto niente. Quindi diciamo che siamo entrambi volenterosi. Credo che Andrea dal 2013 a oggi abbia avuto un ottimo trattamento economico. Ci sono state stagioni in cui il trattamento è stato diverso rispetto ad altre. E' normale che quando si parli per rinnovare un contratto si tengano in considerazione situazioni presenti e passate. Credo sia giusto riconoscergli il suo valore. Dall'altra parte il modo della moto richiede equilibrio".

"Per prendere Jorge abbiamo fatto uno sforzo straordinario, ma non dimentichiamo che è venuto con 5 mondiali in tasca. Per noi questo è stato uno sforzo straordinario e temporaneo. In futuro ci sarà una gestione più equilibrata anche degli ingaggi dei piloti. Credo che anche gli ingaggi che ogni casa riconosce ai piloti dipenda dalla competitività della moto. Noi possiamo basarci su una moto che ha mostrato di essere estremamente competitiva. Perché certamente Andrea è stato bravissimo, ha vinto lo stesso numero di gare di Marc e dobbiamo ricordare quanto si sia dimostrato forte Marc nel 2017. Tutto questo crea un pacchetto che ci mette in una situazione diversa per negoziare rispetto a 2 anni fa. Però quando c'è volonta è stima reciproca, una soluzione si trova sempre".

Una stagione come quella del 2017 aiuta il fatturato di un'azienda come la Ducati?
"Certamente lo aiuta. Però non c'è mai una relazione diretta tra risputati sportivi e le vendite. In realtà è più un lavoro di percezione a lungo termine sull'appassionato. Bisogna dimostrare che il marchio abbia valori tecnici, ingegneristici, competitivi e positivi. In qualche modo sostiene l'immagine del marchio, ma non c'è una relazione diretta. Se uno volesse ottimizzare le prestazioni economiche di un'azienda nel breve periodo... dovrebbe smettere di correre! Che è quello che alcun i dei marchi hanno fatto. Se uno pensa invece al lungo periodo, le gare sono una vetrina molto importante".

La vittoria di Dovizioso al Mugello è la gara più bella della tua vita?
"Per me, che sono in Ducati dal 1991, Il GP del Mugello del 2017 è la gara più bella a cui ho partecipato. Credo che sia stata la gara più importante per noi, Non ero mai salito sul podio al Mugello. Quando sali e guardi sotto di te e vedi tutta quella gente è una cosa d'altro genere. Non sei sul podio per rappresentare te stesso, ma sei presente come amministratore delegato di un'azienda che ha la ragione sociale italiana e sei accanto a un pilota che ha passaporto italiano, che paga le tasse in Italia. Capito? E quindi ad Andrea bisognerebbe stringere la mano due volte, perché non è scontata questa cosa. Lui è un vero cittadino italiano. Ci sono cittadini italiani che sono meno italiani. Cos'è che fa di un cittadino italiano, un vero cittadino italiano? Pagare le tasse nel proprio paese. Altrimenti comincia a essere qualcosa di diverso. Dunque, essere un'azienda che paga le tasse in Italia e che vince al Mugello... Secondo me è la pista più bella d'Italia".

"Questa cosa non era mai successa. E' un fatto storico. Rimane negli annali della marca, e quando fai una cosa così in Italia... Una marca italiana non vinceva in Italia dagli anni 70, quando dominavano il mondo delle corse ma cominciava a prendere colpi dalle imprese giapponesi. C'era la Guzzi, la Gilera, la MV Agusta. Grandissimi marchi. C'era anche la Ducati, anche se era un po' più piccola. La tecnologia giapponese ha in qualche modo piegato le gambe a molte di queste. Tutto questo ha fatto sì che un pilota italiano su moto italiana non vincesse in Italia da quel periodo. L'Italia ha vissuto di grandi piloti italiani, ma ha deficitato di grandi marchi. Quella giornata è storica per Ducati ma anche per il motociclismo italiano in generale".

Qual è lo stato di gratitudine di Ducati nei confronti di Andrea Dovizioso?
"Ducati e Dovizioso sono innamorati l'uno dell'altra. Quindi Dovi è Desmodovi. Questo dice quanto lui ha sposato il tifo ducatista. Noi crediamo che il nostro lavoro sia iniziato nel 2013 con grande difficoltà, risultati estremamente scarsi, con una moto molto segnata da 2 anni molto difficili che hanno visto uno dei piloti più grandi della storia del motociclismo, Valentino Rossi, faticare tantissimo con una moto lasciata vincente da Casey Stoner e quindi abbiamo visto distruggersi un patrimonio di conoscenze e competenze. Quando è arrivato Dovi avevamo una direzione tecnica nuova, un incrocio, un ibrido di tante cose che aveva perso le sue caratteristiche. La moto non andava forte nemmeno sul rettilineo. Eravamo lenti in curva e anche sul dritto. Era davvero un disastro. Dovi è stato molto bravo a credere nel progetto e, un pezzettino alla volta, siamo tornati a vincere di nuovo. Ma abbiamo dovuto aspettare 4 anni".

Per prendere Lorenzo, la Ducati ha fatto dei sacrifici. Per tenere Dovizioso la Ducati è disposta a fare altri sacrifici?
"Noi faremo tutto il possibile per tenere Andrea con noi, perché crediamo che il potenziale di Andrea sulla nostra moto sia molto alto. E' un fatto certo, lo ha fatto vedere. Inoltre il Dovizioso che abbiamo di fronte oggi non è lo stesso di due anni fa. Ogni volta che si ridiscute un contratto i valori di cui si parla sono quelli mostrati nel presente e nel passato. Quando abbiamo messo sotto contratto Lorenzo abbiamo tenuto conto dei 5 titoli mondiali vinti. Dovi ha vinto 6 gare nel 2017. Quando abbiamo negoziato con i due a inizio 2016 proponevamo loro una moto che non aveva mai vinto una gara negli ultimi 5 anni".

"Convincere Jorge a venire è stato molto complicato. Da quel momento abbiamo vinto 2 gare nel 2016 e ben 6 nel 2017. Anche la competitività della nostra moto è differente. Questo sarà un fattore importante nel discutere dei rinnovi dei due. E' chiaro che il nostro obiettivo è quello di rinnovare entrambi i piloti. I valori in campo saranno estremamente differenti per entrambi. Noi abbiamo la volontà e la spinta per cercare di rinnovare con entrambi, dall'altra parte le condizioni sono mutate in maniera considerevole e dovremo riuscire a trovare un punto d'equilibrio. Con la disponibilità di tutti ce la faremo".

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