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Dovizioso: "Vivo questa stagione come se fosse l'ultima"

Dopo un 2021 part-time, il forlivese torna a tempo pieno in MotoGP nel 2022, con a disposizione una Yamaha in versione factory gestita dal WithU RNF. Con l'addio di Valentino Rossi, sarà il più anziano in griglia, ma per il momento non sembra fasciarsi la testa pensando troppo a obiettivi a breve e a lungo termine. La testa è solo a cercare di essere competitivi e divertirsi.

Andrea Dovizioso, RNF Racing

Andrea Dovizioso, RNF Racing

RNF Racing

Gli anni passano per tutti, ma fa strano pensare che quella che sta per cominciare sarà addirittura la 20° stagione della carriera nel Mondiale di Andrea Dovizioso. Era il 2002 quando ha fatto il suo debutto sulla scena iridata e da allora ne è passata parecchia di acqua sotto i ponti. Ha vinto un titolo in 125cc e poi è stato tre volte vice-campione in MotoGP, diventando il simbolo della rinascita Ducati.

La chiusura poco felice del rapporto con la Casa di Borgo Panigale sembrava aver messo la parola fine alla sua carriera nella classe regina, ma dopo qualche mese a fare da spettatore, con lo svago di qualche test con l'Aprilia, è arrivata l'occasione di rimontare in sella con la Yamaha della Petronas SRT.

Dopo un avvio complicato nelle prime cinque gare, nelle quali ha dovuto fare i conti con una M1 di vecchia generazione ereditata da Franco Morbidelli, quest'anno il forlivese avrà finalmente a disposizione una moto in versione factory, identica a quella dei piloti ufficiali, e quindi sarà l'uomo di punta della struttura di Razlan Razali, che nel frattempo si è fatta un restyling diventando il WithU Yamaha RNF Team.

Andrea Dovizioso, RNF Racing, Darryn Binder, RNF Racing

Andrea Dovizioso, RNF Racing, Darryn Binder, RNF Racing

Photo by: RNF Racing

Per entrambi è una nuova partenza, anche se a marzo Andrea spegnerà 36 candeline e sarà il pilota più anziano della griglia. Cosa che vive senza remore, così come il fatto di non avere ancora un contratto per il 2023 e quindi senza apere se questa sarà o meno la sua ultima stagione nella classe regina.

Quando sei rientrato nel 2021 hai detto che volevi capire quanto questa fosse diventata la MotoGP dei giovani e se potevi essere competitivo. In quelle poche gare che hai fatto l'anno scorso, sei riuscito a farti un'idea?
"Mi servirebbe mezz'ora, nel senso che non ho una risposta, ma ho tante considerazioni. Dal 2020 sono cambiate tante cose e, non essendo cambiati i regolamenti o le moto, non vedo una motivazione tecnica così grande. Il cambiamento più grande sono state le gomme e sappiamo benissimo che a volte possono spostare più dei cambiamenti regolamentari. Ma credo che sia un insieme di cose. La mia generazione è arrivata abbastanza alla fine e le gomme richiedono un modo di guidare completamente diverso. Forse è più difficile adattarsi per chi era qui da tanto tempo, perché gli viene meno naturale. Poi i giovani che ci sono oggi sono particolarmente forti e talentuosi, questo non si può negare. C'è anche da dire che non esistono più le moto satellite, anche se non si può generalizzare. Ora però può essere la moto che ha vinto il Mondiale l'anno prima e magari ha anche il supporto della Casa. Tutto questo mix di cose ha condizionato la MotoGP. Ma oltre a questo c'è un'altra cosa di cui ho parlato anche con Stoner quando è venuto alle ultime due gare del 2021: il regolamento ora permette di utilizzare tanta aerodinamica e questo sta condizionando la MotoGP in un modo negativo dal punto di vista della lotta, perché vediamo pochissimi sorpassi. E' tutto molto livellato, perché l'aerodinamica riduce gli errori e fa andare tutti piuttosto forte. Basta avere un paio di decimi di margine e li puoi mantenere abbastanza facilmente fino alla fine. Non ci sono più strategie. Queste però sono mie considerazioni, non sono delle risposte".

La Ducati però fa ancora la differenza e non solo per l'aerodinamica...
"Penso che di Motore la Ducati abbia molto margine rispetto a tutti gli altri, anche perché credo che abbia anche più carico aerodinamico, quindi probabilmente ha ancora più motore di quello che dimostra".

Andrea Dovizioso, RNF Racing

Andrea Dovizioso, RNF Racing

Photo by: RNF Racing

Dopo tutte queste considerazioni e in base a com'è andato il tuo ritorno, c'è un momento in cui ti sei pentito di essere tornato?
"Se mi dovessi essere pentito, lo dirò solo alla fine dell'anno. Prima di iniziare la stagione non fa bene pensare negativo. Poi comunque nella vita bisogna fare quello che ti senti, indipendentemente dal risultato. Se avevi qualcosa in testa che volevi vivere, lo devi fare indipendentemente da come andrà".

Se dovessi fare un nome oggi, chi vedi come favorito per il Mondiale?
"Un nome non ce l'ho, perché sappiamo che la MotoGP ogni anno ha la sua storia. Però quel mezzo punto in più tra tanti piloti che si possono giocare il campionato si può dare partendo da come è finita la scorsa stagione. Penso a Bagnaia, Marquez, anche se non sappiamo esattamente quale sia la sua situazione, Quartararo e Martin. Questi sono quelli che vedo con un mezzo punticino in più di possibilità, ma non vuol dire che siano gli unici che se la possono giocare".

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Dopo 20 anni nel Mondiale, cosa pensi di avere ancora da dimostrare? Se qualcosa da dimostrare ce l'hai...
"Se tu hai in testa di voler provare a fare qualcosa con un certo marchio ed ha la possibilità di farlo nel modo giusto, lo devi fare, indipendentemente dal risultato. Si fa troppo l'errore di volere l'approvazione degli altri, cioè ottenere certi risultati in un certo modo e far vedere alla gente quello che vuole vedere. Ma questo non è vivere la propria vita ed è sbagliato dal mio punto di vista. Questo è seguire la massa e i miei 20 anni di corse mi hanno fatto arrivare a questo pensiero. Poi non dico che sia giusto, ma è il mio pensiero. Uno che pensa solo all'immagine e si trova a casa come me l'anno scorso dopo aver ottenuto certi risultati, resta a casa e commenta a testa alta quello che fanno gli altri. Ma non mi sembra un atteggiamento intelligente e maturo, quindi quando hai la possibilità di correre per delle case ufficiali e credere in qualcosa, è bello poterlo fare ed è anche giusto farlo secondo me. E poi me ne frega fino ad un certo punto che si parli bene o male di me".

Andrea Dovizioso, Darryn Binder, RNF Racing

Andrea Dovizioso, Darryn Binder, RNF Racing

Ti sei già dato un obiettivo per questa stagione? Alla fine dell'anno saresti felice se?
"Alla base ci deve essere la competitività, sentire la moto e sfruttarla. Questo però può voler dire vari tipi di risultati, ma in questo momento è difficile dirlo, anche perché devo ancora mettere a confronto la mia moto con le altre. Dai test si capirà qualcosa, anche se saranno un po' particolari, perché in Malesia si faranno solo due giorni, che sono pochi, e il secondo si va fare su una pista nuova. Però di base l'obiettivo è godere e questo ti riesce quando sfrutti la moto e di conseguenza vengono i risultati. Poi questi possono essere giocarti il Mondiale o fare terzo o quarto nel campionato. Ma il mio obiettivo è godere, stare davanti, spingere, perché comunque si può parlare di altro solo quando riesci a fare quello. Dire adesso: 'quest'anno spacchiamo il culo a tutti', non serve a niente".

Lo scorso anno hai avuto qualche difficoltà ad adattarti alla Yamaha dopo tanti anni in Ducati. Questa è un'ulteriore sfida per te?
"Alla mia età, dopo aver fatto certi risultati, ho preso questa sfida perché voglio vivermi questa cosa. Sono sempre alla ricerca di migliorarmi, perché alla fine si lavora tanto su se stessi oltre che sulla moto. Queste sono cose molto belle da fare nella vita, lavorando con dei professionisti per cercare di superare i tuoi limiti. E' una figata e io sono fortunato a poter vivere di questo. E' chiaro che se i risultati non vengono, poi tutto questo non è bello da vivere. Però ci si sveglia alla mattina per cercare di ottenerli questi risultati".

Da Valentino Rossi erediti il passaporto di pilota più anziano, il suo team, la sua moto. Andrai più forte di lui o no?
"Questo è l'obiettivo. Quando tu sei indietro a livello di posizioni e non riesci a sfruttare la moto o a spingere come hai fatto in passato, non godi. Quando è così non vuoi continuare a vivere questa situazione. Io voglio cercare di migliorare, di sfruttare la moto e stare più avanti possibile. In MotoGP è tutto troppo collegato ai risultati, godi solo se arrivano quelli e là dietro non si sta bene".

Andrea Dovizioso, RNF Racing, Darryn Binder, RNF Racing

Andrea Dovizioso, RNF Racing, Darryn Binder, RNF Racing

Photo by: RNF Racing

Il tuo contratto con il team scade alla fine del 2022. Hai già pensato al 2023?
"L'anno scorso è stato strano e lo sarà anche questo. Non ho dei programmi e questa è la realtà. Vivo questa stagione come se fosse l'ultima, perché non so cosa succederà e tutto dipende dai risultati. Se saranno buoni, non sarà un problema. Se invece non lo saranno, sarebbe diverso, ma sono molto rilassato su questo. Questo però non cambia il mio approccio. Non ho un contratto per il 2023, ma non lo voglio in questo momento, perché non so cosa vorrò fare. E' semplice: se sei veloce ti diverti, se non lo sei invece no, specialmente quando sei in questa fase della carriera".

Nelle foto di rito abbiamo visto che sul tuo casco non c'è un marchio, come mai?
"Perché ho un accordo con Alpinestars che vale dalla testa ai piedi".

Livrea delle moto RNF Racing

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