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Dovizioso non ha dubbi: "La Ducati deve focalizzarsi sul turning"

Secondo il forlivese il punto debole della Desmosedici GP è rimasto sempre quello e ora non bastano più i punti di forza emersi negli ultimi due anni: anche se ci vorrà molto tempo, per lui l'unica chance per lottare per il titolo, è rendere la moto più veloce a centro curva.

Andrea Dovizioso, Ducati Team

Andrea Dovizioso, Ducati Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Le gare di Assen e del Sachsenring devono avere avuto l'effetto di due docce fredde per gli uomini della Ducati. Le Desmosedici GP sono state ai piedi del podio sia in Olanda che in Germania, ma a preoccupare sono i distacchi: 14" la settimana scorsa e 16" oggi, con le Rosse che in entrambi i casi hanno corso in "parata", dando proprio la sensazione che il limite della moto fosse quello.

Il più preoccupato di tutti sembra essere Andrea Dovizioso, oggi quinto e quindi precipitato a 58 punti di distanza dal leader iridato Marc Marquez, che contemporaneamente andava a firmare la decima vittoria di fila al Sachsenring, una pista che ormai è diventata quasi un giardino di casa per lui. 

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Secondo il forlivese il livello della MotoGP si è alzato molto in questa stagione e questo è tornato ad amplificare il peccato originale della Ducati, ovvero la carenza di turning, reso evidente dagli ultimi due tracciati, sui quali contano poco invece i punti di forza della Desmosedici.

"Gli ultimi due weekend purtroppo hanno dimostrato il gap che abbiamo rispetto ai nostri avversari e questo è il lato negativo. Quando prendi questi secondi a fine gara, non c'è tanto da dire: purtroppo non siamo competitivi quanto vorremmo" ha spiegato "Desmodovi", che poi ha provato ad entrare un po' più nei dettagli di questa sua teoria.

 

"Ci troviamo in un momento in cui gli avversari sono migliorati un po' più di noi e di conseguenza Marc è un po' più lontano. Ma anche Rins sulla Suzuki, e Quartararo e Vinales sulla Yamaha, stanno sfruttando bene il loro pacchetto e sono più competitivi di inizio stagione, quindi facciamo fatica". 

Secondo lui non è tutto da buttare, perché dopo la pausa estiva si andrà a correre su piste come Brno e Red Bull Ring che invece dovrebbero esaltare le caratteristiche della Ducati. Il punto però è che questo non basta per battere Marquez.

"Sulle prossime piste penso che saremo competitivi, ma quello che abbiamo non è sufficiente neanche per pensare di lottare contro Marc. Non è questione di pensare come recuperare punti, perché non stiamo combattendo contro di lui".

E il motivo secondo lui è evidente e sotto gli occhi di tutti: la Desmosedici GP è troppo lenta a centro curva. Ed è questo l'aspetto su cui secondo lui bisogna concentrarsi a Borgo Panigale.

"In questo momento continuo a pensare quello che pensavo quattro anni fa: a centro curva siamo troppo lenti, ma fortunatamente nel corso degli anni siamo riusciti a migliorare altri aspetti, che ci hanno reso competitivi, e siamo anche riusciti ad essere due volte secondi nel Mondiale. Ora però stanno alzando tutti l'asticella e noi rimaniamo troppo indietro nel turning. Quindi ancora di più del passato, bisogna mettersi al tavolo per fare una strategia per il futuro".

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Continuando ad ascoltare le sue parole, verrebbe quasi da dire che non tutto il male viene per nuocere, perché Andrea pensa che le ultime difficoltà abbiano convinto anche i più restii che sia quello lo snodo per un futuro vincente. E c'è anche la consapevolezza che ci potrebbe volere parecchio tempo, anche se per il #04 non ci sono alternative.

"Lavorare sul turning è una cosa complicata e su cui noi non siamo molto esperti, quindi molto probabilmente ci vorrà tempo, ma penso che bisogna focalizzarsi completamente su quell'aspetto. E' una cosa che è sempre stata presa in considerazione, ma non è mai stata una priorità. Ora questa cosa è più chiara anche per chi non la vedeva così, quindi dobbiamo spingere su questa cosa".

"Se questa strategia richiederà un anno, dobbiamo prenderci un anno, perché se il nostro obiettivo è giocarci il campionato siamo lontani. Se il nostro obiettivo è fare delle buone gare, lo stiamo facendo, ma non credo che sia questo".

Infine, gli è stata fatta una domanda molto diretta, chiedendogli se lui come pilota si vede allo stesso livello di Marquez, e bisogna dire che la risposta di Dovizioso è stata molto onesta.

"Io non sono uno sbruffone che dice delle cavolate. Io riconosco quanto è forte Marc, forse è uno dei più forti di tutti i tempi. Ha delle caratteristiche migliori rispetto agli altri, è inutile raccontarsi delle balle. Ma non credo che sia imbattibile, perché non lo è nessuno. Stiamo lottando con un pilota non forte, di più, che corre con la Honda e quindi con un certo tipo di supporto".

"Ma non è questo che mi ferma nella lotta contro lui: noi in questo momento stiamo combattendo contro noi stessi e dobbiamo focalizzarci su di noi, perché non siamo abbastanza vicini per provare a batterlo" ha concluso.

Informazioni aggiuntive di David Gruz

Andrea Dovizioso, Ducati Team

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Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

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Danilo Petrucci, Ducati Team, Andrea Dovizioso, Ducati Team

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