Dovizioso: "Essere primo in MotoGP è nuovo per me, ma sono a mio agio"
Il pilota della Ducati ha parlato del suo grande momento in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. E a chi gli dice che rischia troppo poco, ha risposto: "Arriverà anche il momento di rischiare tanto per non perdere punti".
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Domenica scorsa, a Misano, è venuta fuori l'anima calcolatrice di Andrea Dovizioso. Il pilota della Ducati ha tenuto la ruota di Marc Marquez e Danilo Petrucci per due terzi di gara, poi ha sentito di non avere il ritmo per giocarsi la vittoria e quindi ha tirato i remi in barca, preferendo portarsi a casa 16 punti che lo tengono ancora in vetta alla classifica iridata della MotoGP, anche se a pari punti con lo spagnolo della Honda.
Con ancora altre cinque gare in calendario, gli sembrava troppo presto per iniziare ad esagerare con i rischi, ma questo non vuol dire che il suo atteggiamento non possa cambiare nei prossimi appuntamenti, stando almeno a quanto ha detto in un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport.
"Meno gare resteranno e più la pressione verrà fuori e arriveranno i momenti in cui dover rischiare tanto per non perdere punti nei confronti di Marquez e Vinales. Si parla solo di me e Marc ultimamente, ma Maverick è vicinissimo e molto pericoloso" ha detto il forlivese.
In passato non gli era capitato di essere leader in MotoGP, ma questa situazione non lo sta mettendo per niente a disagio: "Essere primo è una situazione nuova per me, almeno in MotoGP. Ma già dopo Assen era in testa e l'ho vissuta molto bene. Sono tanti anni che corro in MotoGP, la gente si ricorda solo questo, ma in tutti i campionati in cui ho corso ho lottato per vincere, e ora che sono in questa situazione mi più che mai a mio agio".
Avere poi la possibilità di giocarsi il titolo in sella ad una Ducati, con un binomio tutto italiano, è davvero speciale: "La vera differenza è proprio lottare guidando una Ducati. Arrivare a questo livello è difficilissimo, farlo con la Ducati è diverso da tutto: per la moto, che non è come le altre, e perché il contesto tutto italiano è qualcosa di pazzesco, bellissimo, un valore aggiunto enorme. Questo è il quinto anno in Ducati, la moto la conosco bene, è cambiata, ma il DNA è rimasto. Io sono sempre stato un pilota da gara e quest'anno la gara mi viene facile".
Proprio per questo è contento di essere rimasto a Borgo Panigale e non aver cambiato strada: "Per me sarebbe stato come interrompere un matrimonio a metà, una gran delusione. Però tutto questo ti fa capire che anche le cose che sembrano impossibili, in realtà non lo sono, che se lavori bene si può arrivare al risultato. Avessi cambiato moto, magari sarebbe venuto anche a me il dubbio che non avrei potuto farcela".
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