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Dovizioso contento: "Bel passo avanti rispetto a Misano"

Il forlivese del team Yamaha SRT Petronas ha preso i primi punti della stagione ad Austin, mostrando passi avanti notevoli rispetto a Misano. Poi ha anche dato il suo parere su quanto accaduto in Moto3.

Andrea Dovizioso, Petronas Yamaha SRT

Andrea Dovizioso, Petronas Yamaha SRT

Gold and Goose / Motorsport Images

Andrea Dovizioso ha colto ad Austin i primi punti della sua nuova avventura in MotoGP con il team SRT Petronas Yamaha. Il 13esimo posto ottenuto, staccato di appena mezzo secondo dalla Honda di Alex Marquez mostra quanti passi avanti abbia compiuto rispetto all'evento d'esordio stagionale svolto a Misano 2 settimane fa.

Il 13esimo posto finale racconta di un Dovizioso che ha ancora tanti passi avanti da fare, ma anche che i 10 mesi di inattività non hanno scalfito né la sua voglia di correre, né la sua competitività. 35 anni e non sentirli, questo sembra proprio il caso.

"La cosa importante è che il miglioramento rispetto a Misano è stato molto grande", ha dichiarato Andrea al termine del Gran Premio delle Americhe di Austin. "Alla fine, dunque, è stato un buon fine settimana. E' stato bello fare un'esperienza molto differente rispetto a quella di 2 settimane fa. Non è ancora tutto chiaro per me per quanto riguardo la Yamaha, ma credo che dovremo continuare a lavorare per migliorare sempre di più".

Non tutto però è andato nel migliore dei modi. Secondo Dovizioso il risultato finale avrebbe potuto essere ancora più buono se solo non si fosse verificato un problema in partenza. La sua M1 spec 2019 - proprio nel momento clou - ha avuto un calo di giri del motore e questo gli ha fatto perdere spunto al via. Se poi si considera che la moto di Iwata non eccella in potenza, ecco che quanto accaduto in quel frangente della gara acquisti ancora più peso nell'economia del risultato finale.

"La gara è stata abbastanza buona, sono stato costante dall'inizio alla fine sia nelle prestazioni che nel fisico. Ho contro contro piloti che a Misano ho non vedevo nemmeno con il binocolo. Avrei potuto fare decimo, oppure mi sarei potuto giocare quella posizione... se fossi partito più avanti. Ho sbagliato la partenza, ma forse abbiamo avuto un problema al via. Dobbiamo indagare".

"Sono stato fortunato che non si sia spenta la moto, è andata solo giù di giri. Già la M1 è una moto con cui si fa fatica a sorpassare, se poi si perdono posizioni al via è più difficile. E' stato comunque un weekend molto positivo. Logicamente non basta, perché Fabio dimostra che si può andare più forte e noi dobbiamo lavorare per andare in quella direzione. Ed è quello che stiamo cercando di fare".

Guai in Moto3, è una questione di rispetto

 

Andrea ha poi parlato di quanto accaduto ieri nella gara di Moto3, con il terribile incidente innescato da Deniz Oncu in cui solo la fortuna - o chi per essa - ha evitato che i piloti coinvolti (tra i quali Pedro Acosta e Andrea Migno) potessero avere conseguenze fisiche irreparabili.

"Credo che il problema non sia stato ripartire e fare una gara di 5 giri. Il problema è che i ragazzi devono capire come si corre e avere rispetto per gli altri. Non è che facendo manovre aggressive diventi campione del mondo. Il nostro sport è pericoloso. Facendo manovre aggressive magari puoi avere vantaggi in un determinato momento, ma poi ti si ritorce contro la volta successiva. Chi prova a fare quel tipo di manovre non ha capito questo sport".

"Ci sono momenti dove puoi essere aggressivo, ma c'è un limite. Bisogna stare più tranquilli. Non puoi andare al 100% senza pensare razionalmente, non va bene. Bisogna trovare il modo di sanzionare i piloti aggressivi per sensibilizzarli. Queste cose non devono succedere. Possono succedere, ma non involontariamente. Le lotte sono bellissime, ci devono essere, ma devi sempre pensare che non si possa rischiare la vita. Non è questo l'approccio alle gare".

Secondo il forlivese non è mai troppo tardi per educare i ragazzi che approdano nel Motomondiale. La severità nelle pene può essere un ottimo deterrente, perché può frenare gli istinti di ragazzi che sembrano non avere alcun limite nella percezione del pericolo.

"Non è troppo tardi per educare i ragazzi nel Motomondiale. Quando arrivano si può fare ancora tanto. Se li sanzioni pesantemente poi imparano. Possono non essere d'accordo la prima volta, ma poi la seconda ci pensano bene a fare determinate cose. Il pensiero è che poi arrivino a capire di aver sbagliato. Se non ci arrivano da soli, qualcuno te lo fa capire. Poi dopo subentrano cose particolari. Sanzionare i piloti in modo corretto è complicato, perché ognuno ha i suoi punti di vista sulle sanzioni. E' un terreno difficile, quello", ha concluso Dovizioso.

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