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Dovizioso: "A prescindere dal futuro, non mi arrendo"

Il forlivese è convinto che l'analisi dei dati di Brno abbia dato risposte importanti, quindi è impaziente di verificarle in pista. Sul futuro resta con la bocca cucita.

Andrea Dovizioso, Ducati Team

Andrea Dovizioso, Ducati Team

MotoGP

Molti ne parlano come dell'ultima spiaggia, ma ad Andrea Dovizioso non piace per niente questa definizione. La Ducati vince da quattro anni in Austria, ma la stagione 2020 è iniziata tra mille difficoltà, con una gomma posteriore che per il momento non si sposa con la Desmosedici GP e il futuro del rapporto tra il forlivese e la Rossa che rimane nebuloso.

Per questo per lui parlare di vittorie è un'utopia in questo momento, anche se crede che l'analisi approfondita dei dati delle prime tre gare abbia dato delle risposte molto interessanti, che non vede l'ora di verificare in pista. Anche perché ritrovare la competitività in questo momento sembra quasi interessargli di più del suo stesso futuro.

Come ti senti in questa situazione da ultima spiaggia?
"La situazione è abbastanza strana in generale, e un po' per tutti a Brno. Pochi si sarebbero aspettati dei risultati così di certi piloti. Questo conferma che la situazione non è sotto controllo per la maggior parte dei team e dei piloti. Per alcuni ci sono stati meno problemi nei test invernali e nelle prime gare, poi a Brno hanno faticato anche loro. Noi invece abbiamo avuto delle difficoltà da subito. La situazione quindi non è lineare come negli ultimi anni e dobbiamo trovare la quadra. Abbiamo studiato tanto in questi ultimi tre giorni e correre su una pista molto diversa da Jerez ci ha fatto capire delle cose in più. Dobbiamo vedere se veramente riusciremo a fare uno step in avanti, migliorando sugli aspetti su cui sono venute fuori delle cose abbastanza chiare. Ci si aspetta certe cose basandosi sui dati del passato, ma la realtà è che bisogna vivere il momento e quella di oggi è ben diversa. Non arriviamo qui con più possibilità di vincere degli altri, ma se riusciamo a mettere in atto quello che pensiamo di aver capito, allora possono cambiare certe cose. Ma io mi ritengo uno realista, quindi parlo prima della realtà dei fatti attuali che di quello che può accadere. Chi parla di vittoria in questo momento, mi fa piacere perché vuol dire che ha tanta stima in noi, ma realisticamente nelle ultime due gare siamo andati piano. Non puoi credere o pretendere che adesso arriviamo qui e stiamo davanti a tutti solo perché è una pista su cui abbiamo vinto in passato. L'anno scorso le Yamaha non sono arrivate troppo distante da noi. Quest'anno stanno andando meglio e non ci sono solo loro. E' inutile fare pronostici. Dopo queste tre gare sarebbe abbastanza da pazzi e non è neanche importante".

Nelle prime tre gare hanno vinto dei giovani come Quartararo e Binder, vuol dire che ora la Moto2 aiuta a rendere in MotoGP?
"No, semplicemente sono dei piloti forti. La MotoGP di oggi sta vivendo una situazione particolare: i team satellite di Honda, Yamaha e Ducati hanno delle moto ufficiali, almeno al 95%. Di conseguenza, fa sempre un certo effetto vedere un colore diverso dall'ufficiale stare davanti, ma non c'è sempre una differenza. Comunque ci sono dei piloti molto forti che, a differenza di tanti anni fa, hanno le stesse possibilità perché quasi sempre i piloti satellite hanno il contratto con il marchio, quindi non è un problema se stanno davanti a quelli ufficiali. La KTM nessuno se la sarebbe aspettata così, anche se andando ad analizzare i passi di Jerez, quello di Binder in gara 1 era notevole: dopo che è caduto, in 17-18 giri è stato quattro secondi più veloce di me. Questo vuol dire che sarebbe arrivato almeno secondo o che addirittura si sarebbe giocato la vittoria con Quartararo. Quindi avevano già il potenziale, ma non lo avevano fatto vedere. Tutti si aspettavano un miglioramento dalla KTM, ma non così grande. Sicuramente c'è stato un grande lavoro da parte loro, ma questa gomma sta modificando certi equilibri".

Come hai passato gli ultimi giorni? E il clima nel box com'è?
"Sono andato a casa, perché avevo la possibilità di staccare due giorni e mezzo-tre ed è sempre stupendo. Sono arrivato stamattina in pista, allenato e bello carico. Sono stati tre giorni tosti, perché Brno è stata difficile, ma è andata sempre in peggio. Anche in queste situazioni vengono fuori un sacco di realtà. E quello che ci interessa in questo momento è capire, perché non ci siamo riusciti nelle prime tre gare. Ho fatto vari meeting a casa e i tecnici hanno fatto veramente un lavoro pazzesco, forse hanno lavorato di più del weekend di gara. Sono venuti fuori tanti dettagli e non sarà facile metterli insieme, ma ci proveremo quando entreremo in pista. Come sapete, ci sono tante situazioni in ballo, ma alla fine cerchi di concentrarti solo sul lavoro. Indipendentemente da quello che sarà il mio futuro, non accettiamo di fare una stagione così o di farci sconfiggere da una situazione diversa di gomme. Vogliamo assolutamente risolvere questa situazione e tornare davanti, perché è il nostro obiettivo. Passo del tempo con le persone che si occupano di queste cose qui, perché è quello che mi interessa. Poi quello che succederà lo scopriremo e non credo tra tanto".

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Cosa hai capito guardando i dati di Zarco e Bagnaia? Provando a cambiare i tuoi set-up non c'è poi magari il rischio di ritrovarsi in un vicolo cieco?
"Tutto è possibile ed è in questo che dobbiamo fare la differenza. Riuscire a capire certi dettagli è molto più difficile di quello che uno possa immaginare, perché è un insieme di tanti fattori. Noi crediamo che il set-up non ci possa fare una svolta in questo momento su quello che cerchiamo. E lo abbiamo visto anche con gli alti e bassi di vari piloti. Crediamo che dipenda molto di più dalla guida e da come approcci certe cose. Il set-up ti può aiutare, ma fa la differenza solo se gli ingegneri ed il pilota hanno esattamente in mente cosa bisogna fare. Se capiamo questo, allora entriamo in una situazione in cui ci potrà volere uno, magari tre weekend di gara, ma puoi arrivare ad essere competitivo. Se non riesci a capire questa cosa, puoi fare delle gran prove, ma non ti porteranno a niente. In queste prime tre gare sono venuti fuori tanti dati e tanti dettagli. Fortunatamente, ci sono stati Bagnaia e Zarco che sono andati forte, quindi ci sono dei dati oggetti da studiare, ma assolutamente non da copiare, per darci una reale situazione e quindi capire che dobbiamo cercare di fare in maniera differente. Stiamo parlando di rifiniture e di dettagli che sono difficili da spiegare se uno non c'è dentro. Quello che abbiamo ottenuto negli ultimi tre anni, è stato merito di un grande lavoro di fino, che è quello che dobbiamo cercare di fare anche in questo momento. Abbiamo delle idee e adesso dobbiamo metterle in campo per capire se sono giuste. Si tratta comunque di dati studiati da tanti ingegneri e devo fare i complimenti alla Ducati, perché su questa cosa qui sono davvero bravi. Poi bisogna leggerli, interpretarli e sfruttarli nel modo giusto. Però quello che è venuto fuori è interessante e ci crediamo".

La KTM, per quello che ha fatto vedere, può giocarsi il Mondiale?
"E' troppo presto per dire una roba del genere, soprattutto con gli alti e bassi che ci sono stati in queste prime tre gare. Ma ditemi che non mettereste dei primi otto tra quelli che si possono giocare il Mondiale oggi. Non è una situazione come gli altri anni, quando si giocavano sempre il campionato i soliti piloti, perché c'è una situazione anomala. Mi aspetto degli alti e bassi per tutta la stagione, perché la gomma è particolare, quindi non credo che troppi team o troppi piloti abbiano questa situazione sotto controllo".

Red Bull Ring arriva sempre in momenti bollenti: l'anno scorso c'erano le voci sul ritorno di Lorenzo e quest'anno c'è ancora in ballo il tuo contratto. E' un Dovizioso che soffre questa situazione?
"Sinceramente, non è tanto il non sapere cosa succederà nel mio futuro. E' proprio la sensazione di questa gomma che ci ha destabilizzato. Sapevamo i nostri punti ed i nostri punti deboli e cercavamo di gestirli. Ci ha scombussolato sotto questo aspetto. E non abbiamo ancora corso in condizioni normali: a Jerez faceva un caldo infernale e a Brno non siamo mai andati così piano, quindi qualcosa non ha funzionato come avrebbe sperato anche la Michelin. Adesso andiamo in Austria con una gomma nuova e su una pista molto particolare. Poi ci aspettano due gare a Misano con un asfalto nuovo. E' un campionato pazzo, ma comanda la gomma. Bisogna rimanere tranquilli e lavorare".

Senza entrare troppo nei dettagli, sai come andrà a finire tra te e Ducati?
"No, non lo so (ride)".

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Andrea Dovizioso, Ducati Team

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Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

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Foto di: MotoGP

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Andrea Dovizioso, Ducati Team

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Danilo Petrucci, Ducati Team, Andrea Dovizioso, Ducati Team

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