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Dall'Igna: "La mia Ducati ideale è semplicemente quella che vincerà il Mondiale!"

Il direttore di Ducati Corse fa il punto della situazione dopo la presentazione della Desmosedici GP 2019

Luigi Dall'Igna, Ducati Team

Luigi Dall'Igna, Ducati Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Sorridente, sereno e con il solito pizzetto che nelle ultime due stagioni ha accarezzato, quasi fosse un talismano dai grandi poteri. Gigi Dall'Igna si è presentato così alla cerimonia di presentazione del team Mission Winnow Ducati, avvenuta questa sera a Neuchatel, in Svizzera.

Nuovi colori, nuova moto, un nuovo pilota (Petrucci) e nuovi sponsor. Ma gli obiettivi restano sempre gli stessi. Specialmente dopo aver assaporato per due stagioni il gusto di occupare stabilmente i piani alti della classifica pur senza portare mai a casa i titoli iridati di MotoGP.

Al termine della presentazione l'ingegnere veneto si è concesso ai microfoni della stampa, tra cui Motorsport.com, e ha parlato di tutto. Dalla sfida aerodinamica che attende i team, a quella di Petrucci che dovrà sostituire un campione come Jorge Lorenzo. Dagli avversari sino ad arrivare alle sfide che si è posta Ducati, a prescindere da quello che faranno i principali rivali.

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Ingegnere Dall'Igna, A che punto siete rispetto all'anno passato per quanto riguarda il carico aerodinamico? Pensate di averne meno date le nuove regole tecniche?
"Noi abbiamo lavorato e pensiamo di partire con una base analoga rispetto all'anno scorso per quanto riguarda il carico aerodinamico della moto. Poi quando uno deve fare un passo indietro lo fa. Non è che lo fa solo la Ducati".

La sensazione è che la Ducati sia già meglio dell'anno scorso...
"Dove saremo realmente lo capiremo solo alla prima gara. Alla fine in Qatar Dovi lo scorso anno ha vinto, ma solo con un incrocio di traiettorie risicato. Diciamo che si capiranno i miglioramenti fatti da noi e quelli fatti dai nostri avversari. Non certo prima. Possiamo ragionare su quello che abbiamo fatto noi, non su quello degli altri".

Secondo lei, quale team avrà fatto il passo in avanti più grande rispetto alla passata stagione? Ducati, Honda o Yamaha?
"Come sempre chi deve compiere un passo più grande per migliorare è facile che mostri miglioramenti più grandi, però sicuramente quella che mi spaventa di più in senso assoluto è sicuramente la Honda".  

Nel team Honda chi vi fa più paura? Marquez o Lorenzo?
"Penso che il pilota che dobbiamo temere di più sia Marquez. Jorge lo conosco bene, è un campione, come dice lui, per cui dovremo vedere il suo adattamento alla moto. Sono convinto che saranno più ridotti rispetto a quelli che ha avuto in Ducati, però è ancora presto per poter trarre una ragionevole conclusione".

Al momento quanto è distante questa Desmosedici dal tuo ideale di moto?
"Quando vincerò il titolo avrò raggiunto il mio ideale di moto".

Stasera non abbiamo visto il codone alato che avete proposto nei test di Jerez. Lo rivedremo nel corso del 2019?
"Non credo che rivedremo la coda alata. Però è una parte su cui stiamo facendo ragionamenti tecnici e non credo sia matura per essere già applicata sulla moto". 

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Quella di stasera non sarà ovviamente la moto definitiva. Dobbiamo aspettarci altro a partire dai prossimi test?
"Dal punto di vista aerodinamico probabilmente introdurremo qualcosa già a Sepang, ma poi dovremo vedere come andranno le cose. DI sicuro la moto definitiva sarà quella che vedremo l'ultimo giorno di test del Qatar. Quest'anno i test saranno anche meno dell'anno scorso e quindi a maggior ragione ci sarà una diluizione delle varie migliorie o possibili migliorie".

Parlando di Danilo Petrucci, quante gare gli dai prima di aspettarti una vittoria da parte sua?
"Questa è una bella domanda. Secondo me le gare dove potrebbe fare veramente bene, guardando il passato, potrebbero essere Le Mans e il Mugello. Poi spero che mi stupisca e che faccia molto meglio di quanto abbia fatto sino a ora".

Come vedi questa nuova coppia piloti che avete?
"Questa è sicuramente la grande occasione di Danilo. Quando si ha l'occasione della vita si deve dare tutto pur di sfruttarla bene. Credo che Danilo sia in questa condizione in questo momento. Noi cercheremo di aiutarlo il più possibile per fare in modo che riesca a sfruttarla al meglio e più che può".

"Secondo me la collaborazione che c'è tra Dovi e Danilo è la cosa più bella che io abbia mai visto da quando sono nelle moto. Parlo dal punto di vista dei compagni di squadra".

Questo sembra un team a una punta (Dovizioso). Una cosa diversa da quella di Honda e Yamaha. Chi ha deciso questa strategia? Gli altri hanno intrapreso una strada diversa...
"La squadra Marquez-Pedrosa com'era? Una punta o due? Quanti mondiali hanno vinto? Sempre Marquez. Non vi voglio dire che è una filosofia che ha solo punti positivi, quella che abbiamo adottato. Ne ha di positivi e di negativi. Come in tutte le cose vanno capiti quali siano i punti negativi e bisogna cercare di minimizzarli, ove possibile. E massimizzare quelli positivi. Ed è quello che stiamo cercando di fare".

Prima avete detto che non ci saranno ordini di scuderia. Pensate che Petrucci non possa arrivare al livello di Dovizioso?
"Se Petrucci starà davanti a Dovizioso, lì rimarrà. Poi è chiaro che a fine stagione non voglio dire che non faremo ragionamenti atti a massimizzare il risultato del team. Ma credo che questo sia naturale e sarebbe stupido non provarci e non farlo".

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