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Yamaha sempre più... dispersa: ma chi le ha fatto perdere la bussola?

Valentino e Vinales hanno avuto spesso visioni divergenti nel corso della stagione e questo sembra aver mandato in confusione il reparto corse di Iwata. Tra un mese però deve esordire la M1 2018, quindi urge una soluzione.

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing, Marc Marquez, Repso
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Il poleman Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing, il secondo classificatoJorge Lorenzo, Ducati Team, il terzo classificato Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

"Se ci fosse bagnato anche in Australia, posso stare anche a letto". Ovviamente Maverick Vinales lo ha detto scherzando, ma la provocazione che ha lanciato subito dopo il GP del Giappone, concluso solamente al nono posto, è sicuramente sintomatica del momento nero che sta vivendo la Yamaha.

La pioggia amplifica i problemi di grip al posteriore della M1, ma anche sull'asciutto i risultati sono stati tutt'altro che esaltanti dopo la pausa estiva, con solamente tre piazzamenti a podio (Vinales terzo a Brno e secondo a Silverstone, proprio davanti a Valentino Rossi).

L'arrivo del nuovo telaio dopo i test di fine agosto a Misano (il terzo in questa stagione) sembrava aver raddrizzato la rotta, ma anche nelle quattro gare successive sono state la Ducati di Andrea Dovizioso e la Honda di Marc Marquez a spartirsi le vittorie, segnandone due a testa.

E pensare che neanche sei mesi fa, la M1 era considerata una "macchina da guerra", perché con Vinales aveva portato a casa tre delle prime cinque gare in calendario.

Da quando la Michelin però ha cambiato la struttura della gomma anteriore, optando per una con la carcassa più rigida (che però era invocata a gran voce soprattutto da Valentino!), ad Iwata sembrano aver perso la via da seguire e non sono riusciti a stare al passo con gli sviluppi delle rivali. E a risentirne di più è stato soprattutto Maverick, che dopo il GP d'Italia non è più riuscito a fare neanche un giro in testa, e domenica è stato molto chiaro: "La moto non c'è più...".

Dal Mugello in poi, infatti, sono arrivate cinque vittorie marchiate Ducati, quattro Honda e solamente una Yamaha. Sulla M1 sembra essere addirittura peggiorato il problema del degrado della gomma posteriore, che inizialmente colpiva solamente con poco grip e temperature molto elevate, e spesso capita di vedere le moto del Team Tech 3, quelle dello scorso anno per intenderci, davanti a quelle ufficiali.

Il "Dottore" non ci ha girato troppo intorno dopo la prima giornata di prove a Motegi: "Siamo andati molto bene all'inizio della stagione, però poi abbiamo sofferto tanto. L'anno scorso avevamo il problema di finire la gomma, ma eravamo più competitivi".

Tornare alla moto del 2016 però non era soluzione percorribile secondo lui: "L'obiettivo era cercare di fare meglio con questa moto e purtroppo non ci siamo riusciti. La Honda e la Ducati hanno anche fatto uno step importante ed è per questo che non credo che saremmo riusciti a vincere con la moto dell'anno scorso".

Per tutto il weekend, quindi, il mantra è stato quello di provare a lavorare in queste ultime gare per evitare che il consumo eccessivo della gomma posteriore si ripresenti anche con la moto dell'anno prossimo. La questione più complicata da capire però è in che direzione bisognerà muoversi, perché spesso la visione dei due piloti è parsa divergente in questa stagione.

Basta pensare che Rossi si lamentava della moto con cui Vinales ha dominato il primo scorcio di stagione (a Le Mans era addirittura a +37 su Marquez, oggi è a -41), dicendo che non "girava" abbastanza. Quando poi Valentino ha cominciato a trovare feeling con i primi sviluppi, è toccato a Maverick cominciare a lagnarsi per una M1 che non gli consentiva più di guidare come avrebbe voluto.

E anche dopo la gara di Motegi, sono andati a puntare il dito in direzioni differenti. Se da una parte il 9 volte iridato ha recriminato abbastanza apertamente verso le gomme, lo spagnolo ha lasciato intendere che secondo lui non è lì che bisogna cercare di intervenire.

"Non è intelligente pensare che sia un problema di gomme, perché con le altre moto stanno facendo bene" ha tagliato corto il catalano. Il pesarese invece ha detto: "Rispetto allo scorso anno mi sembra che la carcassa della gomma posteriore sia più soffice. È una mia sensazione alla guida, perché Michelin dice di no, però è questa la mia idea".

E poi ha aggiunto: "Ci dobbiamo confrontare anche con quelli della Michelin per cercare di capire come far funzionare queste gomme, perché sulle altre moto vanno. Però a noi manca feeling con quella posteriore in tutte le condizioni, soprattutto sul bagnato".

Ora, non è tanto importante stabilire chi abbia ragione o chi abbia torto. La cosa fondamentale è che questa visione differente non porti ulteriore confusione al reparto corse della Casa di Iwata, perché tra meno di un mese bisogna portare in pista la moto dell'anno prossimo a Valencia e prendere la strada sbagliata ancora una volta vorrebbe dire rischiare di dover fare da spettatori al duello Honda-Ducati anche nel 2018...

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