Analisi: saranno i ritiri a decidere il Mondiale MotoGP 2016?
L'anno scorso dopo i primi 3 GP i big avevano fatto punti ogni domenica ad eccezione di Marquez. Il passaggio dalle gomme Bridgestone alle Michelin sembra aver ribaltato il quadro.
Foto di: Team LCR
Valentino Rossi lo ha detto chiaramente alla fine della gara di Austin: "Se sbagli, le gomme Michelin non ti perdonano". Se si vanno a guardare un po' di dati di questo primo trittico di gare della MotoGP 2016 si fa davvero fatica a dare torto al campione di Tavullia.
I piloti della classe regina erano reduci da tanti anni con le gomme Bridgestone, che garantivano un grande feeling sull'anteriore ed avevano ridotto al minimo le scivolate, sopratutto per quanto riguarda i big.
Andando a guardare la classifica iridata dello scorso anno dopo le prime tre gare, fatta eccezione per Marc Marquez, i rider più accreditati avevano iniziato la stagione marcando punti in ogni GP. E sullo spagnolo della Honda pesava lo zero dell'Argentina, che comunque era stato frutto di un episodio discusso come il contatto del penultimo giro con Valentino Rossi.
Oggi invece il discorso è esattamente a rovescio, nel senso che "El Cabronsito" è l'unico a non aver mancato neanche un colpo, con un terzo posto e due vittorie, mentre i due della Yamaha contano già un ritiro a testa e quelli della Ducati addirittura due, anche se Andrea Dovizioso è stato incolpevole vittima degli errori di Andrea Iannone prima (in realtà in Argentina ha artigliato 3 punti spingendo la sua Desmosedici GP fino al traguardo) e di Dani Pedrosa poi.
Marc quindi si è già costruito un bottino di 66 punti, accumulandone ben 21 di vantaggio su Jorge Lorenzo e 33 sul "Dottore". Ma forse sono proprio questi dati a non preoccupare più di tanto gli inseguitori, che magari pensano che la ruota prima o poi girerà, anche perché il quattro volte iridato è uno che il vizietto di finire ruote all'aria l'aveva anche con le Bridgestone.
Il dubbio è che quindi quello che magari in passato poteva essere un handicap per Marquez, possa invece trasformarsi in un punto di forza nel 2016: il pilota della Honda non si è mai fatto destabilizzare dagli incidenti, mentre per esempio domenica Lorenzo dopo la gara parlava del suo secondo posto come di un miracolo dopo la caduta nel warm-up.
Ora si tratterà di capire se una volta rientrati in Europa, su piste su cui anche la Michelin ha accumulato più dati almeno con i collaudatori, la musica cambierà. In caso contrario rischia davvero di diventare un campionato in cui i ritiri avranno un peso fondamentale, come suggerito ancora una volta da Valentino dopo la gara di domenica.
Tornando sui dati statistici, in tutto fino ad ora sono state 20 le cadute a cui abbiamo assistito in gara (compresi gli incidenti), anche se non tutte hanno portato ad un ritiro. Quello che è andato più spesso a "baciare" l'asfalto è stato Cal Crutchlow, scivolato per ben quattro volte in tre gare. Qui sotto potete consultare una tabella riassuntiva, che tiene conto appunto solamente delle cadute domenicali.
Pilota | Cadute | GP |
---|---|---|
Cal Crutchlow | 4 | Qatar, Argentina (2 volte), Stati Uniti |
Andrea Dovizioso | 2 | Argentina, Stati Uniti |
Andrea Iannone | 2 | Qatar, Argentina |
Loris Baz | 2 | Qatar, Stati Uniti |
Stefan Bradl | 1 | Qatar |
Jorge Lorenzo | 1 | Argentina |
Maverick Vinales | 1 | Argentina |
Yonny Hernandez | 1 | Argentina |
Aleix Espargaro | 1 | Argentina |
Jack Miller | 1 | Argentina |
Michele Pirro | 1 | Argentina |
Valentino Rossi | 1 | Stati Uniti |
Dani Pedrosa | 1 | Stati Uniti |
Bradley Smith | 1 | Stati Uniti |
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