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Intervista

Albesiano: "Forse bisogna aiutare Aldridge a prendere certe decisioni"

Il direttore tecnico dell'Aprilia ha fatto il punto sulla vicenda dello spoiler Ducati il giorno dopo l'udienza della Corte d'Appello, ribadendo che l'unica richiesta concreta è quella di avere regole più chiare e semplici da applicare.

Romano Albesiano, Aprilia

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Spoiler sì, spoiler no. E' questo il grande dubbio al quale la Corte d'Appello della FIM non ha ancora dato una risposta ieri dopo un'udienza di quasi sei ore. Il verdetto sulla legalità della soluzione tecnica utilizzata dalla Ducati sotto al forcellone nel GP del Qatar arriverà lunedì o al più tardi martedì, ma oggi abbiamo avuto l'opportunità di parlarne con uno dei direttori tecnici della MotoGP, Romano Albesiano.

L'Aprilia, del resto, è parte in causa del reclamo contro la Rossa. Anzi, il CEO Massimo Rivola ne è stato probabilmente il grande fautore, perché la Casa di Noale era stata la prima a presentare una soluzione simile, da ancorare quindi al forcellone, ma se l'era vista rispedire al mittente dal responsabile tecnico Danny Aldridge. Lo stesso che poi ha autorizzato la soluzione studiata dai tecnici di Gigi Dall'Igna, che a Borgo Panigale sostengono serva solo a raffreddare la gomma posteriore e non a generare carico aerodinamico.

E il pomo della discordia è proprio questo, perché la concorrenza pensa invece che l'obiettivo primario sia proprio quello: "Il regolamento dice che in quell'area della moto non ci devono essere oggetti disegnati per generare downforce. Se io metto un'ala, posso anche dire che serve a massaggiare la schiena del pilota, ma serve a generare carico. E' inutile ed è tutto lì" ha detto Albesiano oggi al Mugello, dove è andato in scena il grande evento Aprilia All Stars.

A destare sospetti è la forma a triplano di questa soluzione, che non è un banale "cucchiaio", come è stato più volte chiamato: "Sarebbe stato già diverso, perché un chicchiaio aerodinamicamente ha una forma molto meno efficiente. Le ali si fanno splittate per interrompere il flusso in maniera tale che rimanga attaccato. Se l'obiettivo era raffreddare la gomma, c'erano altri modi per farlo. All'occhio di chi si occupa di queste cose, appare come un qualcosa pensato per generare downforce. E i calcoli lo confermano, perché noi avevamo fatto le simulazioni al computer".

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Su quelle che saranno le decisioni della Corte d'Appello della FIM non si è esposto, ribadendo però che il reclamo ed il successivo appello sono stati presentati per una questione di chiarezza regolamentare e non per privare Andrea Dovizioso e la Ducati della vittoria di Losail: "Prenderemo atto di quello che decideranno, non voglio neanche entrare in questo merito. E' stata più che altro una questione di principio legata alla chiarezza dei regolamenti. Penso che Dovizioso avrebbe vinto lo stesso e che non è su quello che verte la protesta. E' anche per questo che dispiace che si sia creata questa tempesta".

Secondo lui, infatti, è fondamentale scrivere regole più chiare o almeno affiancare qualche altro esperto ad Aldridge, visto che al momento è affidato a lui il compito di decidere cosa sia regolare o meno: "Il regolamento della Formula 1 ha una parte aerodinamica enorme. Quello della MotoGP dice solamente tre cose di principio e poi demanda al giudizio di una persona (il direttore tecnico Aldridge). Forse bisogna aiutare questa persona a decidere, perché deve prendere decisioni sugli argomenti più disparati e magari non è super competente su tutti".

Se alla fine la Corte non dovesse aprire neppure ad un cambiamento delle regole, l'Aprilia in un paio di gare si farebbe trovare pronta, anche se Albesiano ha spiegato di aver accantonato il suo progetto dopo il no ricevuto da Aldridge a febbraio: "Per l'Argentina no, ma probabilmente per Austin si potrebbe riuscire, perché non è che sia una cosa trascendentale. Semplicemente, noi non siamo partiti perché ci aspettiamo un certo tipo di decisione. Se poi non dovesse arrivare, ci adegueremo".

Infine, ha tenuto anche a precisare che non bisogna commettere l'errore di paragonare la soluzione della Ducati con quella usata dalla Yamaha a Valencia, ma sotto alla pioggia: "Quella della Yamaha è completamente un'altra cosa, perché è fatta per deviare lateralmente il flusso dell'acqua. E' completamente un altro oggetto, non penso che quella generi un quantitativo significativo di carico aerodinamico, infatti nessuno ha mai detto niente. Anzi, credo che sia un'idea brillante, in grado di aumentare la sicurezza in condizioni di bagnato".

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