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Intervista

Dovizioso: “Il rinnovo di Petrucci dice che il mio metodo è buono”

In questa chiacchierata con Motorsport.com, Andrea Dovizioso ripercorre la prima metà di stagione della MotoGP, in cui spiccano il passo avanti di Marc Marquez con la Honda e lo stallo di Ducati.

Podio: secondo posto Andrea Dovizioso, Ducati Team, terzo posto Danilo Petrucci, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

La pausa estiva della MotoGP lascia Marc Marquez in testa alla classifica, con 58 punti di vantaggio su Andrea Dovizioso. Il pilota Ducati è secondo in classifica e, se nelle ultime stagioni è stato l'uomo che poteva battere il Campione in carica, quest'anno sembra faticare di più. Ma è o sviluppo della moto ad aver avuto un battuta d'arresto o il rivale della Honda ad essere troppo più forte della concorrenza? 

Dovizioso lo ha spiegato in esclusiva a Motorsport.com, con cui ha parlato anche del proprio rapporto con il nuovo compagno di squadra Danilo Petrucci e dei propri piani per il futuro. 

Tutti i piloti hanno la tendenza a nascondere qualsiasi tipo di strategia, tu invece sei molto aperto con il tuo compagno di squadra. Non hai paura che questo possa andare contro di te?
"Riconosco che è una cosa abbastanza strana, anomala e rischiosa. Ma quando dai quel che faccio io, devi credere in te tesso. Se hai paura che gli altri ti possano vincere, non riuscirai mai ad ottenere nulla. Quando lo scorso anno Danilo ha firmato il contratto per essere pilota ufficiale Ducati, il suo rendimento è andato peggiorando. Avere Petrucci in quelle condizioni mentali e di guida non sarebbe servito a nulla. Io posso solo dargli le carte che uso, ma lui deve saperle usare per poter essere della partita. Non è che io gli do consigli e lui automaticamente va più veloce. A Ducati serve di più avere un Danilo veloce piuttosto che avere un Dovizioso forte ed un Petrucci più lontano, sia per quanto riguarda lo sviluppo che per altre cose. È rischioso, perché nel mondiale è molto vicino a me, però era quello che si doveva fare".  

Ti senti un po’ partecipe del suo rinnovo?
"Il suo passo in avanti conferma che il mio metodo è buono. È chiaro che in qualche modo mi rende soddisfatto e coinvolto in questo rinnovo".

A Ducati serve di più avere un Danilo veloce piuttosto che avere un Dovizioso forte ed un Petrucci più lontano

La Ducati del 2019 è cresciuta meno di quanto ci si aspettasse?
"Più che essere cresciuta meno la nostra moto, direi che è cresciuta di più la concorrenza. Il binomio Honda e Marquez è più forte, i piloti Suzuki hanno fatto passi in avanti e anche la moto è migliorata; Yamaha è più competitiva rispetto allo scorso anno e tutto questo, in aggiunta alla quantità di piloti talentuosi che oggi sono sulla griglia della MotoGP, complica un po’ il campionato. In questo modo, invece di essere più forti nella lotta con Marc, ci troviamo in una situazione di sofferenza. Marquez può ambire alla vittoria in ogni gara e inoltre ci sono piloti che in qualche occasione sono anche più veloci di noi".

Perché è stato più facile per Honda acquisire potenza che non per Ducati migliorare in curva?
"Tecnicamente è molto più facile acquisire potenza, perché per migliorare in curva ci vogliono una serie di fattori. Non c’è una ricetta perfetta, incrementare la potenza è più semplice".

Danilo Petrucci, Ducati Team, Andrea Dovizioso, Ducati Team & Marc Marquez, Repsol Honda Team MotoGP

Danilo Petrucci, Ducati Team, Andrea Dovizioso, Ducati Team & Marc Marquez, Repsol Honda Team MotoGP

Photo by: Gold and Goose / LAT Images

Tanto te come Marquez avete uno zero in classifica. Questa differenza di 58 punti tra voi due rappresenta il passo in avanti che ha compiuto Honda?
"Non voglio sottolineare solo il margine di miglioramento di Honda, ma lo vedo più come un connubio tra la moto e Marc. Da fuori è difficile dire dove è stata ottimizzata una moto e non sono tra quelli che credono che quella degli altri vada meglio della mia. Riconosco quanto sia bravo Marc, soprattutto se consideriamo che gli altri piloti Honda non riescono ad avvicinarsi a lui. Questo dimostra che sta facendo qualcosa di speciale".

Questa differenza che sottolinei tra lui ed il resto del gruppo è la prova che si trova nel miglior momento della sua carriera?
"Sicuramente sì, perché Marc è un pilota estremamente forte che, inoltre, non smette di imparare. Non ha alti e bassi ed un pilota che migliora sempre e non fa mai passi indietro, si mantiene su un certo standard o migliora per forza di cose".

Riconosco quanto sia bravo Marc, soprattutto se consideriamo che gli altri piloti Honda non riescono ad avvicinarsi a lui.

Ci sono piloti che vanno indietro?
"Quasi tutti vanno indietro. La maggior parte dei piloti ha degli alti e bassi. Ma i buoni piloti, quelli intelligenti, più o meno migliorano, ma non vanno mai indietro".

Ora hai 33 anni. Fino a quando pensi di correre?
"Non lo so, ma sono molto tranquillo da questo punto di vista. Molti pensano che nel 2020, alla scadenza di questo contratto con Ducati, mi ritirerò. Ma adesso non ci penso, dipenderà dai risultati e dal progetto, perché io partecipo solo in progetti che hanno senso. Nel 2020 si aprirà il mercato e vedremo cosa succederà".

Ti vedresti in un’altra squadra che non è la Ducati?
"Non sono uno di quei piloti che dicono una cosa e poi ne fanno un’altra. Al momento credo di no, ma questo non vuol dire che sia impossibile".

In un altro campionato?
"Motocross? [ride]. No, in un altro campionato di velocità no".

Sai già su cosa ti concentrerai quando ti ritirerai?
"Sì, ho già in mente quello che farò. Non ne sto parlando perché ora non è il momento. Mi piacerebbe portare avanti il progetto che ho in mente, ma bisognerà vedere se sarà possibile. Ora però sono concentrato sulla mia carriera anche se mi sto già muovendo per vedere se sarà una cosa fattibile".

Lorenzo non aveva alternative, lui ha chiamato Honda. Qualsiasi altro pilota con due opzioni sul tavolo che avesse deciso di firmare con HRC e lottare con Marquez avrebbe dimostrato di avere molto coraggio 

Per quanto riguarda la decisione di Lorenzo di firmare con Honda e diventare compagno di squadra di Marquez, credi che sia un gesto coraggioso o incosciente?
"Lorenzo non aveva alternative e questo cambia molto le cose. È stato lui a chiamare Honda, come ha riconosciuto lui stesso. Non ha scelto questa strada tra molte altre. Una cosa è scegliere avendo due opzioni in due team ufficiali e decidere di firmare con HRC e lottare con Marc. Dimostrerebbe di avere molto coraggio, perché significherebbe correre con il pilota più forte del momento e con la moto creata per lui. Questa è la cosa peggiore che puoi fare. Se uno ha un progetto diverso da quello di Marc ed è ugualmente competitivo, è meglio provare questa strada. Non perché non ti senti all’altezza di Marquez, ma perché nel migliore dei casi devi adattarti ad un progetto fatto su misura per lui. Questo sarebbe stato da pazzi".

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