Potrebbe essere archiviato il procedimento per omicidio colposo aperto dalla Procura di Rimini sulla morte di Tomizawa al Gp di San Marino. Nel registro degli indagati figurano ancora i nomi dei due pilot, Alex De Angelis e Scott Redding, che hanno investito il povero giapponese caduto e nulla hanno potuto per evitarlo e travolgerlo.
L'autopsia, però, avrebbe rivelato che il Shoya sarebbe morto nell'ambulanza mentre veniva trasportato in ospedale, nonostante gli svariati tentativi di rianimazione.
Stando all'autopsia, quindi, Shoya sarebbe giunto cadavere al "Ceccarini" di Riccione.
Ciò significa che aveva perfettamente ragione Jorge Lorenzo quando in televisione sosteneva che qualcuno sapeva prima del via della Moto Gp che Tomizawa era deceduto.
Questa notizia non cambia il destino del povero Shoya, ma apre un'ombra davvero inquietante sull'organizzazione del Motomondiale. Allora erano corrette le accuse di chi ha evidenziato il cinismo del voler far correre la gara regina a tutti i costi.
E quanto meno Carmelo Ezpeleta poteva aver la sensibilità di abolire quella vergognosa cerimonia del podio: bandiere a mezz'asta, quello si, ma poi cori beceri e sorrisi inutili. E quella conferenza stampa con i soloni tutti schierati a spiegare la "verità", che ora tanto vera non è più.
Ci auguriamo che il magistrato prosciolga da ogni accusa De Angelis e Redding che non hanno alcuna responsabilità nella tragedia per ridargli un minimo di serenità che meritano, sarà qualcun altro ad avere, forse, qualche rimpianto...
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