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Manzi: "Non si può perdonare un gesto come quello di Fenati, con me ha chiuso"

Il pilota del Forward Racing ha detto la sua sull'episodio più discusso della domenica di Misano, aggiungendo che secondo lui due gare di squalifica sono troppo poco per avergli tirato il freno ad oltre 200 km/h

Stefano Manzi, Forward Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Stefano Manzi non ci sta. Il pilota del Forward Racing è seriamente convinto di aver rischiato la vita a causa della scellerata manovra di Romano Fenati, che gli ha tirato la leva del freno in pieno rettilineo per vendicarsi di un paio di contatti avvenuti nelle curve precedenti, quindi pensa che le due gare di squalifica che sono state imposte al rivale della Marinelli Snipers non siano abbastanza.

"Non mi sembra una decisione giusta, perché un gesto del genere non si dovrebbe neanche pensare di farlo, perché si arriva davvero a mettere a rischio la vita degli altri in pista" ha detto Manzi, che nel pomeriggio ha convocato una conferenza stampa per dare la sua versione dei fatti. 

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Ed ecco proprio il suo racconto di quanto è avvenuto quando mancavano sette giri al termine e lui e Fenati si stavano contendendo l'11esima posizione: "E' cominciato tutto con un contatto al Carro, dove si vede benissimo che è nato tutto da un errore di Romano, che è andato un po' largo. Io mi sono infilato e poi c'è stato il contatto e siamo finiti tutti e due nell'erba. Poi abbiamo ripreso la gara e quando siamo arrivati alla curva 4 nel giro seguente: lui è arrivato un po' largo, io ero sulla mia linea, ma ho avuto una chiusura dell'anteriore e anche se non c'è stato nessun contatto, mi hanno dato una penalità di sei posizioni in griglia ad Aragon con cui non mi trovo d'accordo".

"Successivamente, sul rettilineo mi ha affiancato e mi ha tirato la leva del freno. Un gesto molto pericoloso ed antisportivo, che non ci si aspetta da nessuno. Nella curva dopo, quando sono caduto, ha rallentato, ha esultato e non ho capito perché, e si è ritirato".

I dati telemetrici fanno venire veramente i brividi, perchè la velocità era veramente alta e la pinzata è stata di quelle importanti: "Quando mi ha toccato la leva del freno andavo a 217 km/h e me l'ha toccata con 20 bar, quando mediamente la pressione che si raggiunge qui è di 9, quindi più del doppio". 

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Lo stesso Manzi, infatti, fa fatica a spiegarsi come abbia fatto a rimanere in piedi in quel momento: "Me lo chiedo anche io, ma avevo già visto l'intenzione di questo gesto perché quando mi ha affiancato avevo visto che aveva già tolto la mano dalla sua moto. E' stato un contatto molto veloce. Sono riuscito a spostarmi un pochino, ma non so come ho fatto a non cadere".

Anche se questo episodio ha poi innescato la caduta che lo ha costretto al ritiro: "La caduta che ho fatto la curva dopo questo contatto è avvenuta perché mi ero deconcentrato: sono finito fuori traiettoria e sono scivolato. Penso che una buona percentuale di questa caduta sia dovuta al contatto".

I due si sono incontrati davanti ai commissari, ma la sensazione è che la vicenda non possa rientrare molto facilmente: "L'ho incontrato in direzione gara, entrambi abbiamo dato la nostra versione dei fatti, ma poi non ci siamo parlati".

Anzi, il pilota del Forward Racing ha detto di non avere assolutamente intenzione di perdonare Romano: "No, non si può perdonare. Si fa già molta fatica a perdonare una sportellata quando non si cade, ma un gesto con cui provi ad ammazzare un'altra persona, perché a 200 all'ora parliamo di provare ad ammazzare una persona, non lo puoi perdonare. Già prima tra me e lui non c'era un grande rapporto, ma ora con me ha chiuso".

E non è un dettagli da poco, visto che i due l'anno prossimo dovrebbero essere compagni di squadra (Fenati ha da poco firmato con Forward): "Chiariremo subito con il team dopo questo weekend, faremo una riunione per decidere insieme cosa si andrà a fare l'anno prossimo". 

 

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