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Di Giannantonio mastica amaro e spiega la decisione dei commissari

Il pilota della Speed Up ritiene che Fernandez dovesse essere punito per aver sfruttato un largo sul verde del Curvone per preparare il sorpasso dell'ultimo giro che è valso la vittoria. Secondo i commissari però lo spagnolo non ha tratto vantaggio, quindi il risultato è confermato.

Podio: il vincitore della gara Augusto Fernandez, Pons HP40, secondo classificato Fabio Di Giannantonio, Speed Up Racing, terzo classificato Alex Marquez, Marc VDS Racing

Podio: il vincitore della gara Augusto Fernandez, Pons HP40, secondo classificato Fabio Di Giannantonio, Speed Up Racing, terzo classificato Alex Marquez, Marc VDS Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

"Siamo tutti dei ragazzi giovani che inseguono un sogno. Quando c'è da dare dei meriti, sono io il primo a farlo, ma quando qualcuno sbaglia penso che debba essere punito se va al di fuori delle regole".

E' questo il succo del pensiero di Fabio Di Giannantonio alla conclusione di un Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini che per lui si è concluso con il sapore della beffa.

Il pilota della Speed Up ha conquistato la sua prima pole position in classe Moto2 a Misano e sembrava veramente ad un soffio da coronare il sogno della prima vittoria davanti al pubblico amico, avendo comandato la corsa dall'inizio alla fine.

Non aveva fatto i conti però con la voglia di vincere di Augusto Fernandez, che proprio a due giri dalla fine gli si è rimesso in scia e a poche curve dal traguardo, alla 14 per la precisione, ha trovato il sorpasso decisivo con tanto di contatto.

Per "Diggia", però, il problema non è stato tanto il sorpasso in sé, quanto il modo in cui il rivale spagnolo lo ha preparato, andando largo sulla vernice verde oltre il cordolo del Curvone e riuscendo così ad arrivare alla sequenza delle curve successive con un grande slancio.

"Io stavo spingendo tanto perché volevo vincere la gara. Secondo me, non c'è tanto da dire sul sorpasso, perché è stato un contatto di gara e fa parte delle corse trovarsi all'ultima curva e toccarsi in modo sportivo. Su questo non ho niente da dire. Anzi, posso solo fargli i complimenti" ha detto sportivamente Di Giannantonio.

Poi però ha ribadito che per lui prima c'era stato qualcosa che non andava bene, ricordando che lui in effetti lo scorso anno si era visto privare della vittoria di Le Mans in Moto3 per una vicenda simile.

"Il problema è che non si può vincere una gara guadagnando tempo perché sei passato fuori dalla pista. L'anno scorso io ho perso una gara a Le Mans perché ero andato fuori dalla pista, ma non avevo neanche guadagnato tempo o posizioni a metà gara. Io fui arretrato di sette posizioni, quindi non vedo perché non debba essere data una penalizzazione anche per questa manovra".

E in effetti i commissari hanno investigato sulla vicenda, convocando entrambi i protagonisti per un'udienza subito dopo la gara della MotoGP. Il verdetto, però, non è stato quello che avrebbe sperato Di Giannantonio, perché ha lasciato invariata la classifica.

Evidentemente i commissari devono aver dato più peso alla spiegazione dello spagnolo, che ha detto di aver chiuso il gap in quel frangente.

"Avevo toccato il verde due sole volte, quindi avevo a disposizione un altro 'warning' prima della penalità" ha detto il pilota del Pons Racing, che con la terza vittoria stagionale si è anche rilanciato prepotentemente nella corsa al titolo, riportandosi a 28 lunghezze da Alex Marquez.

"Lui dice che ho guadagnato da quella manovra, ma io sono convinto di aver perso tempo: ero attaccato alla sua gomma posteriore e in ingresso di curva dovevo decidere se andare all'interno o all'esterno e sono andato all'esterno e sono finito largo. Ma il sorpasso è stato due curve dopo" ha proseguito.

Se non altro a Di Giannantonio resta la soddisfazione per un weekend da grande protagonista, che conferma che per il prossimo anno potrà essere uno dei grandi protagonisti della classe di mezzo.

"In ogni caso, credo che sia stato un gran weekend per noi, perché sono stato veloce per tutta la giornata di venerdì, poi ho fatto la pole position sabato e in gara è arrivato il podio davanti a tutti i tifosi italiani".

"Posso dire solo grazie ai ragazzi della squadra e a tutta la gente che è venuta a sostenermi qui, perché è stato veramente un gran weekend. Stiamo crescendo, questo è un anno di rodaggio per cercare di fare veramente bene l'anno prossimo" ha concluso "Diggia", che aveva parlato prima di sapere l'esito dell'udienza.

 

Successivamente, ha spiegato ai microfoni di Sky Sport MotoGP HD i motivi che hanno portato alla decisione dei commissari: "Lui è andato tre volte sul verde come me ed entrambi abbiamo ricevuto un 'track limits warning'. Questa è la prima cosa che ci hanno detto. La cosa che io ho aggiunto è che secondo me all'ultimo giro un pilota non può andare sul verde anche solo per mantenere la sua velocità e avvantaggiarsi".

"Se ci fosse stata l'erba, Fernandez avrebbe frenato o sarebbe caduto, ma lui ha risposto che era una situazione pericolosa e che è andato sul verde per non colpirmi. Io però penso che da leader della gara avessi il diritto di decidere come fare quella curva.

"I commissari però hanno detto che non esiste una regola che impedisca di non rallentare all'ultimo giro se vai sul verde, ma la regola dice solo che non puoi trarre vantaggio, quindi hanno deciso di lasciare invariato il risultato. Forse lo hanno fatto anche per le televisioni".

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