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Dakar, Bianchi: "Ora possiamo fare gioco di squadra"

Il team manager della HRC ci crede con Goncalves a 5' da Coma e dice la sua sulle polemiche della marathon

Il giorno dopo la debacle di Joan Barreda, e la sua uscita di scena dai vertici della classifica, Martino Bianchi traccia un bilancio di quanto successo e guarda avanti, pensando che Paulo Goncalves ora si trova a soli 5 minuti da Marc Coma, quando mancano quattro tappe alla fine.

"Ieri anche noi abbiamo avuto un problema tecnico perché è entrata acqua nella centralina, sia ad Helder che a Barreda, ma mentre Rodrigues è riuscito a ripartire per Barreda non è stato possibile ed è uscito dalla speciale come sappiamo con forte ritardo. Il brutto, per come la vedo io, è che gli organizzatori hanno voluto fare questa partenza con l'acqua, con le condizioni atmosferiche terribili, e non era da fare. Castera aveva sempre detto e ripetuto in tutti i briefing precedenti alla tappa che la partenza sul lago sarebbe stata fatta solo se il lago fosse stato asciutto, e invece...Il lago salato era sommerso da 30 centimetri di acqua e tutti i ritiri sono stati determinati dal sale e dall'acqua che hanno creato un elemento di corrosione pazzesco in tutta la parte elettrica sopra e davanti al radiatore. Marc Coma è riuscito ad arrivare alla fine della speciale perchè ha preso tante bottiglie d'acqua e ha pulito più e più volte il radiatore e tutti i cavi e solo così ha concluso".

Merito dell'esperienza del catalano: "Sì, sicuramente esperienza, ma anche un pizzico di fortuna, perchè per esempio Viladoms non è riuscito ad arrivare alla fine nonostante ci abbia provato anche lui".

Un po' di amarezza però per lo scivolone di Barreda rimane: "Certo, sì, ma l'amaro l'ho digerito oggi vedendo Helder vincere e Paulo Goncalves chiudere secondo e riguadagnare tre minuti su Marc Coma. La gara è ancora aperta visto che Paulo ha solo 5' di ritardo dalla KTM. Tra l'altro noi adesso abbiamo ancora cinque piloti lì davanti che possono fare gioco di squadra mentre Marc Coma ha solo Ruben Faria...".

Al di là delle delusioni di ieri legate al ritardo di Barreda c'è una Laia Sanz che invece ha portato a termine una speciale eccezionale conquistando un incredibile quinto posto assoluto al termine della tappa e portandosi al nono posto assoluto in classifica generale (ora è ottava): "Davvero, Laia è fantastica, una volta di più ha dimostrato che quando c'è da soffrire è più forte di tanti altri piloti. E' stata forte, non ha fatto errori, sul lago salato probabilmente ha guidato in modo più cauto ed è riuscita a fare quel risultato".

Anche alla Honda le moto ieri sera sono arrivate in condizioni pietose: "Le ho viste arrivare, ma nel trasferimento i piloti erano riusciti a pulirle e quindi erano meno peggio di quel che si vede nei filmati. Però i meccanici hanno dovuto cambiare tutto alla notte, rifare proprio la moto perchè era completamente corrosa. Mi immagino quei poveri piloti privati che si sono ritrovati con le moto da buttare via. Da noi tutto è stato buttato via: cavi, forcellone, le sospensioni... tutto".

Dall'alto della sua esperienza ventennale Martino Bianchi commenta anche le polemiche dei vecchi dakariani che hanno lamentato che negli anni Ottanta e Novanta si partiva da Parigi con il freddo, spesso la neve e la pioggia e si scendeva fino al sud della Francia, oppure al sud della Spagna per imbarcarsi e nessuno si lamentava: "Anche io l'ho detto a Castera, mi va bene, questa è la Dakar. Però un attimo... avete voluto fare la partenza sul lago salato quando proprio non era il caso. La partenza si poteva farla di fianco al lago, come lo scorso anno. Hanno voluto fare spettacolo, qualcuno dice perchè era presente il presidente della Bolivia... però potevano costeggiare il lago e non ci sarebbe stato alcun problema con l'acqua. Certo la Dakar è la Dakar e anche io penso che la gara debba essere dura, però così, non ne capisco il senso".

E c'è anche un'altra polemica che serpeggia nel bivacco e che riguarda i piloti non sono stati solidali tra loro e mentre alcuni chiedevano di non partire sul lago intriso d'acqua – ieri mattina - ma di fare il giro, altri si erano già vestiti. Forse un po' più di solidarietà, una unione che portasse tutti i piloti a non partire a beneficio della gara e non solo delle immagini televisive, suggestive certo, ma definitive per troppi, ci sarebbe voluta: " – ammette sconsolatamente Martino Banchiè vero. Purtroppo è vero, tristemente i piloti non sono solidali fra di loro e non si cambia questa mentalità".

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