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Valsecchi: "Mitjet auto divertente, a Vallelunga me la sono goduta!"

Il pilota e commentatore TV ha partecipato come wild card alla gara dell'autodromo laziale. Ha chiuso Gara 1 al 2° posto, ma non ci ha solo raccontato di cosa si prova a indossare, ancora una volta, casco e tuta... Ecco cosa ci ha detto su Sepang e Halo.

Davide Valsecchi

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Davide Valsecchi
Davide Valsecchi
Davide Valsecchi
Davide Valsecchi
Gara 3: Solla precede Valsecchi e Giudice
Davide Valsecchi
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"Forza Davide, siamo venuti tutti per te!". Passo indietro. Sabato, Vallelunga, le Mitjet sono nel paddock pronte a scendere in pista per disputare Gara 1 del penultimo appuntamento del calendario 2017. C'è un capannello di tifosi attorno alla vettura #23 gestita dal team Composit: chiedono foto, autografi, al pilota nell'abitacolo. Sono tutti per Davide Valsecchi, il campione della GP2 nel 2012 e adesso commentatore tecnico del Mondiale di Formula 1 per Sky Sport F1, presente nell'autodromo laziale come wild card. Ed è subito alla fine della gara che lo incontriamo, per parlare, a caldo, delle emozioni che ha provato a tornare in pista, ma anche di molto altro...

Davide Valsecchi, ci siamo abituati a vederti nei panni di commentatore, ma che sensazioni si provano a rimettere casco e tuta?
"Mi piace sempre! Sono molto impegnato, ma quando ho l'opportunità di correre la colgo al volo, soprattutto perché mi regala l'unica emozione che alla tv manca: l'adrenalina. Tornare a respirare l'atmosfera della competizione, della battaglia è bellissimo, sono strafelice di essere qua".

Che approccio hai avuto?
"Sono partito con l'idea di divertirmi, ma ho dato il massimo ogni volta che ho potuto. Nonostante abbia perso, Gara 1 è stata bella, Di Benedetto è stato bravissimo".

Trazione posteriore, zero elettronica: la Mitjet è un concetto di auto da corsa molto semplice, ti è piaciuta?
"Il concetto della vettura in se è molto divertente: trazione posteriore, con il retrotreno che si muove tanto, è una bella idea e infatti le gare sono divertenti, me la sono goduta tanto. Controllare le reazioni al limite del posteriore regala delle belle sensazioni, soprattutto su una pista come quella di Vallelunga che ha sezioni da guidare tanto impegnative quanto belle".

Credi che questa vettura sia una buona palestra per un giovane che si avvicina al motorsport?
"Sì, perché non è potentissima, ma complicata da guidare. Servono esperienza e bravura per portarla al limite, ma nel guidarla il pilota riceve un sacco di informazioni. Senti quando scivola, quando ti scappa via... Mette a disposizione tutti gli strumenti e le sensazioni giuste che servono a un pilota giovane a capire come si fa ad andare forti, divertendosi".

Parentesi sulla Formula 1. Il tuo punto di vista sulla partenza di Singapore.
"Un grande giornalista, Giorgio Terruzzi, mi consiglia spesso di tenere a mente che non è mai tutto bianco o nero. Ha ragione lui, è stata 'grigia' quella partenza... Non si capisce bene a chi dare la colpa! Nel rivederla migliaia di volte a rallentatore si ha la sensazioni che, forse, Vettel abbia commesso delle leggerezze che gli sono costate, probabilmente, 25 punti. Ma come si fa a incolparlo per aver difeso la posizione in partenza, cosa che fanno tutti i piloti? All'interno c'era Raikkonen, in una posizione tale da non poter essere visto dal tedesco, che ha stretto tanto, nonostante lì di fianco avesse Verstappen che non avrebbe mollato perché l'aveva dichiarato da subito di voler passare per primo alla prima curva... Queste casualità, messe insieme, hanno scatenato l'incidente. Difficile trovare un solo colpevole, ed ecco la situazione grigia: ha ragione Giorigio Terruzzi! La sola verità è che Vettel ha preso una grande opportunità".

Il tuo pronostico per la Malesia?
"Vince la Ferrari, riscattandosi dal brutto weekend id Singapore. Vettel è il favorito, in Malesia va forte proprio lì due anni fa conquistò la sua prima vittoria con la Ferrari".

Una delle ultime decisioni della FIA, in merito alla sicurezza, ha fatto e sta facendo discutere. Cosa ne pensi dell'HALO?
"Completamente contrario, come pilota e come persona che acceta il rischio che comporta fare il pilota. Sappiamo che può essere pericoloso, ma lo facciamo lo stesso... Ci piacciono il rischio e la competizione, amiamo quello che facciamo. Mi sembra assurdo cambiare le regole, la Formula 1 è stata sempre così, ma ripeto: siamo tutti consapevoli dei rischi che corriamo con la testa scoperta. Detto questo, guardando dal punto di vista degli organizzatori e di chi manda avanti la politica la F.1, per loro se esiste almeno una piccola possibilità di salvare il prossimo pilota che si prende una molla sulla fronte, è da pazzi non coglierla. Dal punto di vista del pilota è assurdo, ma dal punto di vista politico la F.1 non può rinunciare alla sicurezza. I piloti lo sanno e tutti accettano la componente di rischio... Ed è il motivo per il quale non corrono nei GT... Strano che abbiano cambiato così la tradizione, per me è un peccato, perché le tradizioni sono quelle cose che rendono lo sport grande nella mente delle persone. Così la F.1 rischia di snaturarsi".

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