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Barbachano e quel sogno di bambino divenuto realtà

Fernando, rookie completo nel team STR, ha iniziato come... stagista alla Dream Racing di Enrico Bertaggia

Il Lamborghini Blancpain Super Trofeo North America, che ripartirà da Laguna Seca per la terza stagione di fila nel fine settimana del 2 e 3 maggio, non è scevro di novità. Al contrario, si presenta con una serie di innesti in termini di piloti di nome e di nuove squadre blasonate da non patire il confronto con l'analogo monomarca scattato in Europa da Monza l'11 e 12 aprile...

Se c'è già chi individua nella coppia formata da Kevin Conway, campione 2013 e 2014 della specialità, ed Enrique Bernoldi, ex pilota di Formula 1, l'equipaggio sulla carta favorito alla conquista del titolo nei colori della Prestige Performance, è forse un altro il duo di conduttori che ha fatto maggiormente parlare di sé dopo la diffusione dell'elenco iscritti.

È quello composto da Massimiliano Blancardi, detentore del titolo PRO della Finale Mondiale 2014 del Ferrari Challenge ad Abu Dhabi, ma oggi migrato armi e bagagli nel campionato organizzato dall'arcirivale di Sant'Agata Bolognese, e dal messicano Fernando Barbachano, al quale gli osservatori riconosco lo status di rookie o poco più. Anche quest'ultimo ha però una storia da raccontare ed essa non è immune da punti di contatto con l'Italia, malgrado il notevole divario di esperienza fra i due compagni di squadra e di abitacolo destinati a dividere una Huracán LP620-2 schierata dalla STR, ex Jota Corse Racing.

“La mia è lunga, breve storia”, dice il giovane pilota del Centro America. “Sono nato e cresciuto a Mérida, nella penisola dello Yucatan. E il mio sogno da ragazzo, quando vivevo in Messico, è stato sempre quello di diventare un pilota di auto da corsa. All'età di 19 anni (è venuto al mondo il 21 giugno 1994, ndr), cioè circa diciotto mesi or sono, sono entrato in contatto con la Dream Racing, una società che vende esperienze di guida con auto da competizione destinate al pubblico sul Las Vegas Motor Speedway. Lì ho incontrato e conosciuto il vostro Enrico Bertaggia, il quale mi ha informato del suo programma di sviluppo piloti”, spiega Barbachano.

“Così, dopo aver convinto i miei genitori che il mio destino sarebbe stato quello di diventare un pilota e non un uomo d'affari, mi sono finalmente avvicinato al progetto 'Ready to Race', che è il nome dell'iniziativa curata da Bertaggia, e ho assicurato a Enrico che, se avessi potuto correre nell'ambito del programma, mi sarebbe altrettanto piaciuto lavorare per lui da dipendente o da collaboratore alla Dream Racing. Dopo un fitto scambio di messaggi di posta elettronica in cui ho dovuto… convincermi, ha finalmente accettato di concedermi uno stage professionale che mi consentisse di partire e di stabilirmi a Las Vegas, aggiunge Fernando.

“In Nevada (Stato nel quale ha avuto luogo la consegna dei nuovi mezzi da corsa ai concorrenti e ai conduttori da parte della Squadra Corse diretta da Giorgio Sanna, ndr) ho iniziato a guidare più che potevo, approfondendo la conoscenza delle macchine, della pista e via dicendo. Così, quando il programma è cominciato, ho ottenuto subito la pole position e mi sono classificato al primo posto fra gli undici partecipanti. Il problema è che per me, alla fine della fiera, non ci sarebbe stata comunque la possibilità di andare avanti, perché c'era un tizio fra gli iscritti con più esperienza di me. Ce l'abbiamo comunque fatta. Dopo aver detto ai miei genitori dell'opportunità con la Lamborghini, ricordando loro che avevo deciso una volta per tutte di diventare un pilota professionista e abbiamo iniziato a cercare sponsor, è stata mia madre a rompere il ghiaccio e scegliere di aiutarmi economicamente ad affrontare questa prima stagione, a procurarmi la macchina. Ora sono... qui, determinato a provarci. Ho preso il primo volo per Monterey, in California, e giovedì abbiamo iniziato a testare incessantemente la vettura a Laguna Seca, in maniera da provare a ottenere il meglio da me stesso già alla prima gara...”.

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