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Prost, Heidfeld e Jani imbattibili nella "Petit Le Mans"

Senza rivali da metà gara in poi la Lola-Toyota del team Rebellion e terza in GT la Ferrari 458 di Matteo Malucelli

Prost, Heidfeld e Jani imbattibili nella
Come volevasi dimostrare o “CVD”, direbbe un professore di algebra o geometria. L’ultima gara nella storia dell’American Le Mans Series, andata in onda sabato 20 ottobre con le sembianze della sedicesima edizione della “Petit Le Mans”, si è chiusa così come era incominciata. La Lola B12/60-Toyota della scuderia Rebellion Racing, già vincitrice a Road Atlanta lo scorso anno e detentrice dal venerdì di una perentoria pole position, ha portato a casa un successo che molti avevano pronosticato e che lo scoccare di metà corsa si è inevitabilmente incaricato di confermare. Proprio quando era stato spremuto il 50 per cento delle fatiche di uomini e piloti, si è infatti verificato l’inatteso cedimento dell’iniezione del motore sulla HPD ARX-03c di Lucas LuhrKlaus Graf e Romain Dumas, che in quel momento veleggiavano al comando con un tranquillo giro di margine su tutti gli altri. Ferma la barchetta nippo-americana del team Pickett, via libera in direzione di una vittoria (con sette secondi di vantaggio finali) per la cavalcata di Nicolas ProstNick Heidfeld e Neel Jani, che pure a inizio della corsa avevano avuto il brivido di un contatto dello svizzero con una barchetta di classe LM PC della Mathiasen Motorsports, con tanto di danni al mezzo e la conseguente sanzione di un “drive through” deliberato dalla giuria. La seconda posizione assoluta è stata così appannaggio della HPD numero 551 della Level 5 Motorsports, scuderia che aveva anche compiuto lo sforzo di rinforzare il proprio secondo equipaggio con piloti professionisti per contrastare la rincorsa al titolo di Classe LM P2 del rivale Scott Sharp: Scott Tucker, in compagnia di Ryan Briscoe e Marino Franchitti, ha centrato perfettamente la “mission” di imporsi nella “propria” classifica. La lotta per la battaglia parziale contro la HPD numero 01 del team Extreme Speed si è risolta soltanto a un’ora dalla fine della competizione, allorché il rientrante David Brabham è incappato in un pit-stop lento e sfortunato che gli è costato il primo posto. Il podio LM P2 e la classifica assoluta (quarta) sono stati completati dunque dalla regolarissima “biposto in seconda” del team Level 5, affidata ai cavalli di ritorno Peter Dumbreck e Jonny Kane con Guy Cosmo. La disfida per la Classe LM PC è stata invece risolta a due ore dal termine della maratona della Georgia da un coriaceo Kyle Marcelli con la propria Oreca FLM09, che ha scavalcato l'analoga auto di Oswaldo Negri, uno dei debuttanti dell’American Le Mans Series di quest’anno. Nella categoria Gran Turismo, fra i due litiganti BMW e Ferrari, l’ha spuntata una... Porsche: quella della Falken Motorsport, affidata a Wolf Henzler, Bryan Sellers e Nick Tandy. Dopo sette ore di gara, la 458 Italia condotta da Olivier Beretta, Matteo Malucelli e Robin Liddell sembrava in realtà facilmente avviata al successo con un gap sui rivali di sette secondi, quando è successo qualcosa di quasi irreparabile. Il monegasco è entrato infatti troppo "allegramente" su una vettura della Classe GTC all’esterno della curva 6 e ha urtato le barriere, con il risultato di rimetterci uno specchietto retrovisore e di perdere 25 secondi, oltre alla necessità di fermarsi ai box per le riparazioni: tutto ciò gli ha fatto perdere ulteriore tempo e lo ha retrocesso al quarto posto di categoria, in ciò contrastato anche dal diffusore danneggiato. A quel punto al comando si è ritrovato un Nick Tandy con una Porsche 911 che per tutta la durata della corsa, benché nel giro del leader, aveva soprattutto pensato a starsene lontano dai guai: nemmeno un ultimo assalto della Z4 del team RLL affidata a Dirk Muller, al termine di una “caution” a 10 giri dalla fine e un problema a un faro che con l’oscurità avrebbe potuto rivelarsi pericoloso, sono stati sufficienti per privarlo del successo. Il team Flying Lizard, anch’esso dotato di vetture Porsche, ha tradotto la pole position in una vittoria nella Classe GTC, un’impresa che in verità in gara nessuno ha mai davvero contrastato. Sembrava che il coriace Damien Faulkner potesse occupare il secondo gradino del podio, tuttavia la 911 del team TRG si è arrestata per un’avaria meccanica all’uscita della curva 2 a quindici tornate dal termine della maratona: andava così in onda l’ultimo colpo di scena e allo stesso tempo l’ultima neutralizzazione della “Petit Le Mans” edizione 2013...

ALMS - Road Atlanta - Gara

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