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Le Mans | Primo vero test endurance positivo per la Camaro NASCAR

La Chevrolet ZL1 di Hendrick Motorsports-Garage 56 la settimana scorsa ha girato per due giorni a Daytona mostrando per la prima volta i fari e continuando il lavoro su assetti e pit-stop, mettendo insieme anche 9h30' di fila in pista senza intoppi.

Chevrolet Camaro ZL1, Hendrick Motorsports, Garage56

Chevrolet Camaro ZL1, Hendrick Motorsports, Garage56

James Gilbert / Getty Images

La Hendrick Motorsports - Garage 56 ha portato a termine con soddisfazione i test svolti durante la scorsa settimana a Daytona, dove la Chevrolet Camaro NASCAR ZL1 ha percorso per la prima volta un tracciato in veste 'notturna' in preparazione alla 24h di Le Mans.

Nei due giorni di prove si sono alternati al volante i tre piloti che vedremo al via del quarto evento del FIA World Endurance Championship su invito dell'Automobile Club de l'Ouest, ovvero Jimmie Johnson, Mike Rockenfeller e Jenson Button, supportati da Jordan Taylor.

Oltre a montare i fari per la prima volta, come vi avevamo mostrato in precedenza, nei due giorni la Camaro ha messo assieme 455 giri per un totale di 2600km, riuscendo a compiere anche 25-30 tornate di fila nella prova endurance di 12 ore prevista al secondo giorno, durata circa 9h30' senza intoppi.

Il primo giorno, invece, il quartetto di piloti si è dedicato a modifiche e lavori sul bilanciamento, anche provando le diverse mescole dei pneumatici Goodyear, visto che si è trattato anche del primo vero test interamente andato in scena sull'asciutto.

Inoltre il team ha avuto modo di mettere a punto le operazioni di pit-stop con cambio pilota, che nel caso della Camaro NASCAR avverranno entrando ed uscendo dal finestrino, supportati dal personale di Garage 56, per la prima volta operativo sulla vettura.

Chevrolet Camaro ZL1, Garage 56

Chevrolet Camaro ZL1, Garage 56

Photo by: Garage 56

"Quasi a ogni prova ci sono novità sulla macchina, quindi è divertente, poi è vero che non abbiamo mai corso una gara con questo mezzo prima d'ora, ma abbiamo determinati obiettivi: vogliamo portare a termine l'evento e non vogliamo arrivare ultimi", sottolinea Rockenfeller.

"Con il gruppo di piloti che abbiamo, c'è sempre un po' di competizione tra di noi ed è divertente. Almeno lì, si cerca di spronarsi a vicenda. Ma onestamente, sento che possiamo lottare con alcune auto in pista. Questa è l'aspettativa e alla fine si tratta di mostrare la vettura ai fan, all'Europa nella più grande gara di endurance del mondo. Essere in pista con una NASCAR è di per sé unico".

Contento anche Johnson: "Siamo tutti piloti e queste sessioni di prova sono un'opportunità per rendere la macchina più forte e competitiva possibile. È strano perché non abbiamo un'altra macchina contro cui gareggiare, ma stiamo ancora sviluppando la nostra".

"È bello vedere la professionalità che tutti stanno mettendo in campo, l'impegno e l'etica del lavoro. Tutte quelle cose che normalmente si fanno per vincere una gara, noi le stiamo portando nel programma Garage 56".

Garage 56: Jimmie Johnson, Mike Rockenfeller, Jenson Button

Garage 56: Jimmie Johnson, Mike Rockenfeller, Jenson Button

Photo by: James Gilbert / Getty Images

Greg Ives, responsabile del progetto Garage 56, ha aggiunto: "Il nostro obiettivo finale è quello di mettere i nostri piloti nelle migliori condizioni possibili per avere successo, ovvero essere a loro agio nell'abitacolo e nelle prestazioni effettive della vettura".

"Quest'auto è basata sull'attuale Gen-7 Cup. Siamo in grado di apportare alcune modifiche e aggiustamenti, ma vogliamo comunque mantenere l'aspetto, l'estetica e la maggior parte dei componenti di quella originale e anche nelle operazioni, come il pit-stop ad esempio. Sono tutte cose che evidenziano il DNA NASCAR".

La prossima uscita in pista della Chevrolet è prevista a fine mese con un test sull'ostico tracciato di Sebring.

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