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La Peugeot trova la sua vendetta ad Imola

Le 908 fanno doppietta nella 6 Ore italiana, relegando le Audi al terzo e al quarto posto

L’equilibrio che sembrava esistere fra Peugeot e Audi al termine delle prove della 6 Ore di Imola è stato sconfessato dall’andamento della gara, che già a metà del suo svolgimento vedeva le due 908 HDI in testa separate da una ventina di secondi, ma entrambe le R18 TDI doppiate. Marcel Fassler sulla n.1 ha resistito meno di un’ora al secondo posto dietro alla Peugeot n.7 di Sebastien Bourdais, poi ha dovuto cedere agli attacchi di Franck Montagny con la Peugeot n.8. Allan McNish invece era sì quarto nelle prime battute di gara ma con il sempre più frequente susseguirsi dei doppiaggi ha perso progressivamente terreno. Le due Peugeot però non si sono fatte troppi complimenti e hanno così dato il proprio contributo a tenere vivo l’interesse per la gara. In occasione del secondo pit stop, con cambio piloti, la n.7 ha perso infatti il primo posto a favore della n.8, ma Anthony Davidson non si è arreso e ha attaccato Stéphane Sarrazin fino a riprendersi il comando della gara nel corso della terza ora. E alla fine a vincere la 6 Ore di Imola è stata proprio la Peugeot 908 n.7 di Bourdais-Davidson che ha preceduto di 1’08”688 la vettura gemella di Montagny-Sarrazin. Le Audi si sono piazzate al 3. e 4. posto, staccate di un giro, con la n.1 di Bernhard-Fassler davanti alla n.2 di Kristensen-McNish. Fra le LMP1 con motore a benzina inizialmente ha primeggiato la Oak Pescarolo-Judd n.15 di Moreau-Ragues, tolta dalla lizza prima da un problema elettrico, poi da un’irregolarità commessa al box che le è costato uno stop&go di 1 minuto. A contendersi il platonico primato dopo meno di un quarto di gara sono così rimaste le due Lola B10/60-Toyota di Belicchi-Bouillon e Jani-Prost e la Pescarolo-Judd di Collard-Tinseau-Jousse, poi rallentata da un problema ai freni. A conquistare il quinto posto assoluto è stata infine la Lola di Belicchi-Bouillon. Nella categoria LMP2 la prima parte della gara è stata dominata dalla Oreca 03-Nissan di Beche-Thiriet-Firth, che però dopo 4 ore e 20 minuti non è riuscita a ripartire dopo una sosta ai box: la riparazione della messa in moto è costata una ventina di minuti e la rinuncia a ogni velleità di vittoria. A giocarsi il primo posto sono subentrate dunque la Zytek-Nissan di Ojjeh-Lombard-Kimber Smith e la Lola-HPD di Tucker-Bouchut-Barbosa: la Zytek ha vinto, mentre la Lola ha dovuto cedere il 2. posto alla Oreca 03-Nissan di Mailleux-Ordonez-Ayari. La 6 Ore di Imola è stata vivacizzata dalla gara nella gara rappresentata dalla sfida fra bellissime GT come la Ferrari 458 Italia o la BMW M3, impegnate nella categoria riservata ai piloti professionisti. Anche qui il responso delle prove è stato parzialmente ricalibrato, nel senso che le due M3 di Farfus-Muller e Werner-Lamy hanno dominato le prime battute, ma sono state messe alle strette dalle rimontanti 458, con quella di Fisichella-Bruni che a metà gara già era seconda di categoria a meno di mezzo minuto di distacco dalla M3 di Farfus-Muller e davanti all’altra coupé bavarese. Alla fine poi a vincere è stata la 458 di Melo-Vilander, davanti a quella di Bruni-Fisichella: la M3 di Werner-Lamy è stata attardata da qualche inconveniente di troppo, quella di Farfus-Muller invece ha rimediato uno stop&go a meno di un’ora dall’arrivo.

ILMC - 6 Ore di Imola - Gara

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