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Kanaan: "Le Mans non ammette errori. È più difficile di Daytona"

Tony Kanaan si presenta come debuttante assoluto al volante della Ford GT. Per il vincitore di Indy 2013 oggi ci sarà il rookie test. Il brasiliano spiega i motivi per cui il minimo sbaglio in terra francese viene pagato a caro prezzo.

Tony Kanaan, Ford Chip Ganassi Racing

Tony Kanaan, Ford Chip Ganassi Racing

Rainier Ehrhardt

#68 Ford Chip Ganassi Racing Ford GT: Joey Hand, Dirk Müller, Tony Kanaan
Tony Kanaan, Ford Chip Ganassi Racing
Joey Hand, Dirk Müller, Tony Kanaan, Ford Chip Ganassi
Tony Kanaan, Ford Chip Ganassi Racing, Jose Maria Lopez, Yuji Kunimoto, Toyota Gazoo Racing
#68 Ford Chip Ganassi Racing Ford GT: Joey Hand, Dirk Müller, Tony Kanaan

Tony Kanaan è la superstar del team Ganassi alla 24 Ore di Le Mans. Chiamato in fretta e furia per sostituire l'infortunato Sebastien Bourdais, il pilota brasiliano, vincitore della 500 Miglia di Indianapolis del 2013, sta vivendo in Francia delle giornate particolari. Con lui ha portato la moglie con la quale ha girato per le vie della città quasi si trattasse di una vacanza.

" Da sabato la testa sarà solo per la corsa ma in questi giorni non posso che essere leggero perché si è trattato di un regalo che non mi aspettavo. Ricordi quando ci vedemmo a Daytona e ti dicevo che per Le Mans sarei stato libero e quindi accettavo proposte? Ecco si è concretizzato un sogno che inseguivo dall'inizio della carriera".

"La notizia mi è stata comunicata la domenica mattina prima della qualifica per la 500 Miglia di Indianapolis. Mi sono persino arrabbiato perché pensavo ad uno scherzo nel momento meno indicato. Invece era tutto vero, comprese le preoccupazioni. Ho iniziato a chiedermi come avrei potuto gareggiare senza conoscere la pista, senza avere l'opportunità di provare. Eppure sono qui".

Senza avere percorso un centimetro di pista...
"Nemmeno a piedi. L'unica cosa che conosco di Le Mans è la visione del simulatore. Sei ore trascorse in quello della Ford negli Usa e due ore e mezzo in questo di Le Mans. Oggi mi hanno comunicato che dovrò percorrere cinque giri nelle prove libere del pomeriggio per il rookie test e cinque giri stanotte. Basta. Poi correrò. Ma va bene così".

Come ti immagini Le Mans rispetto per esempio alla 24 ore di Daytona che hai vinto e dove hai corso anche quest'anno con la Ford GT?
"Secondo me è più facile sul fronte dei doppiaggi perché è un circuito molto più lungo e largo e forse più rilassante. Non conosco la pista ma la corsa più o meno sarà simile a Daytona. Diversa però sarà la pressione. Sono sulla vettura che ha vinto l'anno passato, c'è una forte competitività generale. Il mio stress maggiore sarà quello di non sbagliare, perché qui basta una sciocchezza che hai perso la gara".

In effetti in Imsa i continui regimi di bandiere gialle permettono il recupero e di fatto si riparte sempre per una corsa nuova. Qui esiste tempo per recuperare eventuali distacchi o errori?
"È proprio questo che differenzia WEC e IMSA. Qui ci sono le slow zone. Se per caso entri in una di queste e il tuo rivale è da un'altra parte dove può spingere a fondo sei fregato. Rischi di perdere un minuto o due".

"A Daytona un rischio del genere non esiste: sai che tanto ci sarà una bandiera gialla che riporterà tutti quanti con le identiche possibilità di vincere e persino di recuperare un giro di ritardo. Qui se sei dietro di una tornata sei finito. Di fatto a Le Mans sei sempre in giro di qualifica. Là non ne hai bisogno".

Come giudichi il livello tecnico delle GT rispetto agli Usa?
"Molto elevato proprio per via della tipologia di gara che è più tirata rispetto all'Imsa. Anche la stessa squadra mi sembra più agguerrita, meno rilassata. Ma è bello così. Non c'è troppo da scherzare a Le Mans".

Per te tra gare in F.Indy e questa avventura non c'è stato tempo per riposare. Sei stanco?
"Per niente, piuttosto mi definirei esaltato. Quando mi hanno comunicato che alla mia età dovevo effettuare un rookie test ho ringraziato gli organizzatori. Mi hanno fatto sentire giovane. Scherzi a parte si corona un sogno".

"Amo l'Europa e da quando ho abbandonato l'Italia non ho troppe occasioni per venire qua. È bello incontrare gente che si ricorda di me, che sa chi sono. Sai che qualcuno proprio qui  mi ha chiesto di autografargli una mia foto al volante della Formula Alfa Boxer e della Formula 3? Non sarò mai stanco di fronte a queste dimostrazioni di affetto".

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