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Garcia: "Il BoP non fermerà la corsa delle Corvette. Saremo molto competitivi"

Antonio Garcia non si preoccupa più di tanto delle questioni regolamentari. Indica la vettura americana come grande protagonista tra le GTE PRO e lancia la sfida ai rivali

Antonio Garcia prmia delle qualifiche

Foto di: James Holland

#63 Corvette Racing - GM Chevrolet Corvette C7-R: Jan Magnussen, Antonio Garcia, Ricky Taylor, #64 C
#64 Corvette Racing - GM Chevrolet Corvette C7-R
#63 Corvette Racing - GM Chevrolet Corvette C7-R: Jan Magnussen, Antonio Garcia, Ricky Taylor, #64 C
Corvette Racing banner for the people of Le Mans
#64 Corvette Racing Chevrolet Corvette C7-R: Oliver Gavin, Tommy Milner, Jordan Taylor, #63 Corvette
Team AAI paddock area e Corvette Racing logo
Corvette Racing paddock area

Gli Usa, per la prima e unica volta nell'arco del campionato, sfidano a Le Mans tra le GTE PRO l'Europa. Dagli Stati Uniti la Ford ha inviato le due GT che bene si stanno comportando nel Weather Tech, l'attuale Imsa, e che sono andate a completare lo squadrone della Casa di Detroit. Ma dagli Usa sono giunte anche le due splendide Corvette ufficiali che come ogni anno a Le Mans promettono di non fare sconti ai rivali. Lo si è compreso nel prologo e, indirettamente, anche alla 24 Ore di Daytona e alla 12 Ore di Sebring con le gialle GT statunitensi vincitrici delle due più importanti classiche di durata d'oltreoceano. Del team Corvette lo spagnolo Antonio Garcia è il capofila e al momento il pilota più veloce. Anche a lui come al compagno di squadra Jan Magnussen non è andato giù l'improvviso cambio di BoP che sembra favorire le Ford nei confronti delle altre vetture.

"Non ci aspettavamo di certo un cambiamento dopo il prologo ma se queste sono le regole le accettiamo. L'unica risposta che possiamo dare è quella di andare più forte di quanto possiamo e non fare errori. Non sono poi del tutto convinto che sarà il BoP a determinare il risultato di Le Mans. Siamo in quattordici a giocarci la vittoria e conterà anche l'ultimo decimo. Non è una questione di velocità pura ma di impostazione di corsa. Il nostro obiettivo è quello di fare pit stop sufficienti a cambiare le gomme e a rifornire. Null'altro. Se ci riusciremo, e ne abbiamo le possibilità, saremo di sicuro da podio o almeno in lotta per la vittoria fino all'ultimo".

Il fatto che Ford abbia quattro vetture è un altro vantaggio non indifferente nei confronti di voi altri. Pensi che cercheranno di aggredire con due esemplari per cercare di stanare i rivali e spingerli a tirare?
"Ma guarda non è che la lotta sia tra Ford e Corvette. Nella realtà siamo due Corvette contro altre dodici vetture. Non c'entra se sono le Ford o le Ferrari che comunque gareggia anche con la vettura di Risi, le Porsche e le Aston Martin. So solo che ci sono due Corvette contro tutti. Quello che è oggettivo è che la Ford ha due possibilità in più rispetto a noi di vincere".

Le Mans è l'occasione annuale per voi di saggiare il livello europeo delle GTE PRO. Puoi fare un confronto tra il WEC e l'IMSA?
"Le cose sono cambiate. In genere nel WEC si trovavano fino a un paio di anni fa più concorrenti. Dal 2015 e soprattutto dal 2016 la situazione è diventata più favorevole negli Usa. Da noi ci sono due Corvette, due Porsche, c'è la Ferrari di Risi, ci sono le due Ford che secondo me sono più forti come equipaggi di quelle schierate nel WEC. In pratica siamo noi dell'Imsa che a Le Mans siamo andati a riempire la griglia delle GTE PRO del mondiale. Per me è una bella sensazione perché qui ritrovo gli stessi equipaggi contro cui si lotta negli Usa. Trovo piacevole essere qui tutti assieme in Europa per combattere uno contro l'altro".

La nuova Corvette è nata bene e lo sta dimostrando. È la GT migliore al mondo in questo momento?
"Credo di si. Gli ingegneri hanno lavorato tantissimo per migliorare la precedente Corvette. Fin da subito abbiamo capito che disponevamo di un mezzo molto competitivo. È chiaro che la 24 Ore di Daytona, che è stata la nostra prima corsa con la nuova Corvette, è una gara molto particolare e differente dalle altre e che si gioca sulle neutralizzazioni. Ma un dato di fatto è certo: nelle due corse più simili a Le Mans, ovvero Daytona e Sebring, siamo stati molto competitivi. A Long Beach ha dominato la Porsche ma ha vinto la Ford. A Laguna Seca la migliore era la Ferrari 488. Questo per dirti l'equilibrio che c'è da noi. Ciò che mi infonde ottimismo è che negli appuntamenti importanti, come quelli che ho citato, le Corvette non hanno mai tradito. L'anno scorso  a Le Mans nonostante la sfortuna del nostro equipaggio-ndr lo spagnolo non prese il via perché la vettura danneggiata da Magnussen nelle ultime qualifiche non venne riparata in tempo-era accaduta la stessa cosa. Credo quindi che saremo competitivi".

Per te spagnolo Le Mans ha un sapore particolare?
"Quando corri tanto negli Usa e arrivi qui ti sembra quasi di essere a casa. Perché è l'evento europeo più simile a uno statunitense. C'è questa commistione tra pilota, team e pubblico che non trovi da nessuna altra parte se non negli Usa. Non c'è alcun confronto possibile tra Le Mans e un Gran Premio di Formula 1. Là hanno provveduto a creare un ambiente chiuso. Qui hanno capito che la vicinanza tra chi corre e chi assiste è fondamentale. Ci si emoziona ed è il motivo per cui la 24 Ore di Le Mans è l'evento di durata dal maggior successo al mondo. Qui ognuno si sente protagonista della corsa. Il segreto è fare partecipare il pubblico e renderlo attore. A Le Mans lo hanno capito. Per questo piace tanto anche agli americani".

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