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Ganassi: "Il BoP? È una partita a scacchi"

Chip Ganassi invita i rivali a lavorare tutti quanti per un obiettivo comune e smorza le polemiche circa i presunti vantaggi ricevuti dalle belle e velocissime Ford GT

Chip Ganassi

Chip Ganassi

Alexander Trienitz

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Tail light of the Ford Chip Ganassi Racing Ford GT
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Le bellissime prestazioni delle Ford GT, ai primi due posti tra le GTE PRO con Muller-Bourdais-Hand in pole e soprattutto la grande prestazione d'assieme di quelle che fino a ieri erano considerate le autentiche delusioni del WEC hanno scatenato le polemiche attorno al Balance of Perfomance assegnato alle Gran Turismo statunitensi. Nel mondo delle GTE c'è maretta con i rivali, Corvette e Porsche in testa-più defilata la Ferrari- che poco hanno gradito gli ultimi aggiustamenti che avrebbero dato un notevole vantaggio alle Ford. Chip Ganassi, arrivato dagli Usa per visionare il lavoro del proprio team come era accaduto anche alla 6 Ore di Spa-Francorchamps, cerca però di spegnere l'incendo.

"Il BoP? È una partita a scacchi. Non è che abbia molto da dire. Io so che la gente dell'ACO è davvero molto competente e preparata nello stabilire le regole. E che anche chi lavora in Ferrari, Porsche,Corvette e Aston Martin sa il fatto proprio. Così tra tutti noi il gioco si trasforma in una continua partita a scacchi. La mossa però non è quella che ti serve per conquistare la pole position o partire davanti. Ma è lo scacco matto che arriva a gara conclusa quando si vince. Quindi credo che queste siano discussioni e polemiche inutili. Ognuno di noi ama le automobili da corsa e lavora nel mondo delle competizioni. In Europa vedo che si sprecano tantissime energie per cercare BoP che possano mettere tutti quanti sullo stesso piano. Quello che mi auguro è che ci si possa sedere attorno a un tavolo e più che pensare alle equivalenze si riesca a lavorare per un obiettivo comune".

"Per il momento posso dire che c'è tanta attesa attorno a noi e alla nostra vettura. Uno vede la Ford GT e non può pensare che alla GT40 perché di fatto la sua forma è la stessa. Ho un ricordo ben preciso di quando correvano, facevano parte del mio immaginario. Ecco trovo molto bello che quella leggenda ora possa rivivere e che dietro a tutto questo ci sia anche il mio team".

Cosa è cambiato a Le Mans dai tempi nei quali lei gareggiava?
"In un mondo dove troppo spesso la società ti bombarda con i cambiamenti  trovo nell'unicità della 24 Ore di Le Mans un valore. Di fatto ogni cosa è rimasta come prima. Dire che ne sono sorpreso è poco: sono grato di questa continuità. Non faccio parte del partito dei moderni a tutti i costi: la storia e la tradizione sono importanti, fondamentali. Le Mans è un valore che si è riusciti a preservare. Eventi come questo, come Monaco o Indianapolis o Daytona sono l'anima del motorsport anche oggi.E noi come uomini di motorsport abbiamo la responsabilità di proseguire la loro tradizione e la loro storia".

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