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24h Le Mans | La maratona dei piloti: ecco come viene affrontata

La 24h di Le Mans non è una gara come tutte le altre e richiede una preparazione specifica, prima e durante l'evento: ecco come un pilota si prepara quando deve salire in macchina e cosa fa quando non è il suo turno di guida.

Foto di gruppo dei piloti

Foto di: ACO

Quattro giorni in 24 ore. È questo lo schema che permette ai piloti delle squadre ufficiali di gestire al meglio la maratona di Le Mans sul fronte psico-fisico.

Nel corso degli anni ci sono stati grandi progressi sul fronte dell’affidabilità tecnica, ed oggi al netto della gestione degli pneumatici, le vetture sono in grado di garantire una performance costante nell’arco di tutta la durata della corsa.

Ovviamente questo ha richiesto ai piloti un grande salto in avanti sul fronte della preparazione, non sono concessi ‘stint’ in cui le prestazioni risultano anche leggermente più basse rispetto alla media, ogni giro deve rispettare dei target ben precisi, incluse le ore notturne.

Foto di gruppo dei piloti

Foto di gruppo dei piloti

Photo by: Eric Le Galliot

Questo ha imposto una preparazione dedicata che si è evoluta di pari passo ai progressi tecnici, arrivando a rispondere a ciò che oggi chiedono le squadre. Una maratona come Le Mans impatta sui piloti sotto forma di fatica cognitiva, fisica e cardiovascolare, tre fronti che richiedono una preparazione specifica.

Nelle squadre ufficiali ogni pilota (al netto di imprevisti) è impegnato in quattro ‘stint’ da due ore ciascuno, con una programmazione impostata simulando la partecipazione a quattro gare, ognuna con un suo ciclo ripetuto quattro volte.

Ogni periodo inizia con le due ore in pista, al termine delle quali il pilota torna nella sua hospitality per un pasto calcolato nei minimi particolari, un bilanciamento che tiene conto della necessità di recuperare l’idratazione e le energie.

Durante il pasto il pilota si sottopone ad una sessione di pressoterapia, che migliora il rendimento del sistema circolatorio e del sistema linfatico, per poi dormire circa due ore e mezza.

Al risveglio vengono svolti esercizi di riattivazione, ed il pilota si prepara per tornare in pista chiudendo un ciclo che affronta complessivamente quattro volte.

Tutto viene ottimizzato per mettere chi è al volante nelle condizioni ideali, ogni problema o sintomo di stanchezza è di fatto un elemento che va a scapito della concentrazione, un aspetto prioritario in una gara come Le Mans che nessun pilota può permettersi di sottovalutare.

 

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