La novantesima edizione della
24 Ore di Le Mans si è conclusa per
Paolo Ruberti e per i suoi compagni di equipaggio
Gianluca Roda e Christian Ried con un ottavo posto che poteva essere una vittoria se non fossero intervenuti alcuni episodi sfavorevoli.
Già in qualifica il pilota veronese si era dimostrato estremamente competitivo, lottando per la pole position con
Allan Simonsen (Aston Martin) nella terza e decisiva sessione, chiudendo con il secondo tempo.
In gara il drammatico incidente al terzo giro costato la vita al pilota danese ha inevitabilmente segnato la corsa.
Ruberti, seppur scosso, ha guidato per un tempo totale prossimo al quello massimo previsto dal regolamento mantenendo un elevato passo gara che unito all'ottimo lavoro lavoro svolto da
Roda e Ried avrebbe portato la
Porsche 911 numero 88 sul gradino più alto del podio in classe
LMGTE-Am.
Una sfortunata uscita sulla sabbia di
Roda nel corso della undicesima ora e un incidente in cui è rimasto incolpevolmente coinvolto
Ruberti nella quindicesima hanno però fatto perdere all'equipaggio del
team Proton Competion oltre sette giri, rendendo impossibile ogni tentativo di rimonta.
La vittoria è così andata alla Porsche di
Narac, Bourret e Vernay, seguiti dalla Ferrari di Perazzini, Casè e O'Young e da quella di
Gerber, Griffin e Cioci.
Paolo Ruberti: "
In qualifica le cose erano andate piuttosto bene, anche se non ero riuscito a battere Simonsen. Durante la parata avevamo scherzato sulla bella sfida che ci aveva visti contrapposti nella lotta per la pole in GTE-Am, scambiandoci reciprocamente i complimenti. Poi è successo quello che nessuno si aspettava e l'aspetto sportivo è passato in secondo piano. Senza gli episodi che hanno coinvolto me e Gianluca la vittoria era probabilmente alla nostra portata, anche se avrebbe avuto un sapore decisamente triste; dal punto di vista strettamente personale il secondo tempo in qualifica e il passo competitivo in gara rendono comunque il bilancio della mia 24 Ore positivo al di là del risultato finale".
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