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Will Power regala alla Penske la 500 Miglia di Indianapolis 2018

E' il primo australiano a scrivere il suo nome nell'albo d'oro della grande classica dell'Indiana e alla fine ha preceduto Ed Carpenter e Scott Dixon, in una gara decisa nel finale dalle strategie.

Will Power, Team Penske Chevrolet

Will Power, Team Penske Chevrolet

Geoffrey M. Miller / Motorsport Images

Suona per la prima volta l'inno australiano sulla 500 Miglia di Indianapolis. Will Power ha vinto la 102esima edizione della grande classica dell'Indiana, diventando il 72esimo pilota a scrivere il suo nome nell'albo d'oro e riportando alla vittoria la Penske dopo due anni di dominio Andretti Autosport.

Il campione 2014 della Indycar si è imposto in una gara che ha visto diversi tra i protagonisti più attesi finire a muro e che si è giocata tutta sulla strategia nel finale.

Power, infatti, è tra quelli che hanno effettuato l'ultimo pit stop poco dopo la sesta e penultima Caution. In occasione dell'ultimo restart, avvenuto quando mancavano solamente sei tornate al termine, era in quarta posizione, primo tra quelli che sicuramente non avrebbero più dovuto fare soste.

Davanti a lui c'erano Oriol Servia, Stefan Wilson e Jack Harvey, con questi due che alla ripartenza sono riusciti proprio a scavalcare lo spagnolo. Nello spazio di un paio di giri però Power è riuscito a sbarazzarsi sia di Servia che di Harvey, con Wilson che però nel frattempo aveva costruito un piccolo margine.

I sogni di gloria del fratello minore dell'indimenticato Justin però sono finiti a tre giri dal termine, quando è dovuto rientrare ai box, seguito anche da Harvey (un giro più tardi è rientrato anche Servia) e quindi Power si è trovato solo al comando, con alle sue spalle il poleman Ed Carpenter che però non dava l'idea di poter fare nulla per riprenderlo.

E così è stato, perché sotto alla bandiera a scacchi il pilota della Penske ha festeggiato una meritata vittoria, la 17esima per la squadra di patron Rogere, al termine di una corsa disputata tutte nelle posizioni di vertice: "Quando ho visto rientrare le vetture davanti a me ho iniziato ad urlare che avrei vinto. In carriera ho fatto tante pole e vittorie, ma tutti parlano della Indy 500, ed ora ho vinto anche quella".

Alle sue spalle, come detto, si è piazzato Ed Carpenter, che ancora una volta ha mancato l'appuntamento con il bersaglio grande dopo la terza pole. Questa volta ha corso da protagonista, comandando per tanti giri, ma non è bastato, perché il successo gli è sfuggito ancora per tre secondi circa.

In terza posizione c'è la prima delle vetture motorizzate Honda, che è quella di Scott Dixon. Il portacolori della Ganassi Racing ha provato una strategia alternativa, fermandosi per l'ultimo pit stop in occasione della penultima caution, ma questo gli ha imposto una strategia di "fuel saving" che gli avrebbe lasciato delle chance di vittoria solo con un'ultima bandiera gialla più lunga.

Quarto posto per Alexander Rossi, autore di una rimonta strepitosa dal 32esimo posto in griglia, con una serie di sorpassi all'esterno davvero da urlo, che lo hanno reso il migliore tra i piloti della Andretti Autosport, davanti al compagno di squadra Ryan Hunter-Reay. Solamente ottavo invece il campione in carica Josef Newgarden, che ha chiuso alle spalle anche di Simon Pagenaud e di Carlos Munoz.

Come detto, sono state sette le Caution che hanno animato la corsa e praticamente tutte hanno avuto per protagonisti dei big: ad aprire le danze è stato infatti il vincitore della scorsa edizione Takuma Sato, che al 48esimo giro ha tamponato il doppiato James Davison alla curva 3. Per entrambi il ritiro è stato inevitabile.

Poi è stata la volta di Ed Jones al giro 58, con un testacoda ed un impatto a muro alla curva 2. Stessa dinamica dell'incidente che ha chiuso in maniera ingloriosa la carriera di Danica Patrick 10 giri più tardi. La portacolori della Ed Carpenter Racing comunque ha sottolineato di aver avuto grossi problemi di bilanciamento sulla sua vettura.

La sequenza poi è proseguita con altri due nomi pesanti, quelli dei veterani Sebastien Bourdais ed Helio Castroneves, finiti entrambi a muro alla curva 4, rispettivamente al giro 139 ed al giro 147. Nello stesso punto ha regalato momenti di apprensione l'incidente di Sage Karam al 155esimo giro, perché dalla sua vettura si è staccata la ruota posteriore destra, che ha attraversato la pista, fortunatamente senza colpire nessuna delle vetture che transitavano.

L'ultima, a soli 11 giri dal termine, ha avuto per protagonista Tony Kanaan alla curva 2. Un peccato per il brasiliano della AJ Foyt Racing, che nelle prime fasi aveva battagliato al vertice prima di perdere colpi a causa di un foratura.

Ci sono stati momenti "infuocati" anche in pitlane, quando poco dopo la metà della gara c'è stato un principio d'incendio, prontamente domato dai meccanici, sulla monoposto di Zach Veach, che poi ha regolarmente proseguito la sua corsa.

Cla #PilotaGiriTempoGapDistaccoMphPitsRitiratoPunti
1   12 australia Will Power 200 2:59'42.6365     166.935 5    
2   20 united_states Ed Carpenter 200 2:59'45.7954 3.1589 3.1589 166.886 5    
3   9 new_zealand Scott Dixon 200 2:59'47.2293 4.5928 1.4339 166.864 5    
4   27 united_states Alexander Rossi 200 2:59'47.8602 5.2237 0.6309 166.854 5    
5   28 united_states Ryan Hunter-Reay 200 2:59'49.3552 6.7187 1.4950 166.831 5    
6   22 france Simon Pagenaud 200 2:59'49.8722 7.2357 0.5170 166.823 5    
7   29 colombia Carlos Munoz 200 2:59'50.4742 7.8377 0.6020 166.814 6    
8   1 united_states Josef Newgarden 200 2:59'51.3282 8.6917 0.8540 166.801 6    
9   6 canada Robert Wickens 200 2:59'51.9477 9.3112 0.6195 166.791 7    
10   15 united_states Graham Rahal 200 2:59'53.9733 11.3368 2.0256 166.760 6    
11   66 united_states J.R. Hildebrand 200 2:59'55.3719 12.7354 1.3986 166.738 6    
12   98 united_states Marco Andretti 200 2:59'56.7110 14.0745 1.3391 166.717 5    
13   4 brazil Matheus Leist 200 2:59'57.4163 14.7798 0.7053 166.707 5    
14   88 colombia Gabby Chaves 200 2:59'57.7538 15.1173 0.3375 166.701 8    
15   25 united_kingdom Stefan Wilson 200 3:00'16.3112 33.6747 18.5574 166.415 7    
16   60 united_kingdom Jack Harvey 200 3:00'17.4335 34.7970 1.1223 166.398 6    
17   64 spain Oriol Servià 200 3:00'20.8690 38.2325 3.4355 166.345 6    
18   23 united_kingdom Charlie Kimball 200 3:00'24.1511 41.5146 3.2821 166.295 8    
19   19 canada Zachary DeMelo 199 2:59'49.2188 1 giro 1 giro 165.999 6    
20   21 united_states Spencer Pigot 199 2:59'59.1900 1 giro 9.9712 165.846 8    
21   17 united_states Conor Daly 199 2:59'59.4427 1 giro 0.2527 165.842 9    
22   59 united_kingdom Max Chilton 198 2:59'45.1374 2 giri 1 giro 165.227 10    
23   26 united_states Zach Veach 198 2:59'58.8515 2 giri 13.7141 165.018 10    
24   7 united_kingdom Jay Howard 193 3:00'06.7051 7 giri 5 giri 160.734 10    
25   14 brazil Tony Kanaan 187 2:46'33.3320 13 giri 6 giri 168.412 7 Accident  
26   24 united_states Sage Karam 154 2:17'26.1051 46 giri 33 giri 168.079 4 Accident  
27   3 brazil Helio Castroneves 145 2:05'39.2220 55 giri 9 giri 173.095 4 Accident  
28   18 france Sébastien Bourdais 137 1:54'11.9678 63 giri 8 giri 179.948 4 Accident  
29   32 united_states Kyle Kaiser 110 1:41'09.9208 90 giri 27 giri 163.099 6 Mechanical  
30   13 united_states Danica Patrick 67 59'17.4546 133 giri 43 giri 169.503 2 Accident  
31   10 united_arab_emirates Ed Jones 57 47'48.7882 143 giri 10 giri 178.821 2 Accident  
32   30 japan Takuma Satō 46 32'49.6151 154 giri 11 giri 210.193 1 Accident  
33   33 australia James Davison 45 32'45.4848 155 giri 1 giro 206.056 1 Accident  

 

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