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Alesi: "Indy è una sfida per un innamorato delle corse"

Jean racconta come è nata l'idea della 500 Miglia e quando ha superato i dubbi sulla sicurezza

Alesi:
Jean Alesi correrà la 500 Miglia di Indianapolis. Il pilota transalpino sarà impegnato sull'ovale più famoso del mondo con la Dallara DW12 che sarà motorizzata Lotus del team Newman-Haas. L'accordo è stato raggiunto ieri, ma Jean era già a Torino ieri l'altro a preparare la nuova tuta ignifuga alla Sparco. L'opinionista di Pole Position, la trasmissione Rai che commenta i Gp di F.1, si rimette in gioco all'età di 47 anni, quando ormai sembrava aver chiuso con le corse di massimo livello. L'ex ferrarista, del resto, vanta un curriculum fatto di 201 Gran Premi (oltre che con la Rossa con la quale ha vinto il Gp del Canada nel 1995, ha corso anche con Benetton, Sauber, Jordan, Prost e Tyrrell) e gli manca l'esperienza degli ovali, dove è approdato quest'anno Rubens Barrichello. Jean quando è nata l'idea della 500 Miglia di Indianapolis? “Poco più di un anno fa, mentre ero a Sepang per il Gran Pemio di Malesia. È stato Gino Rosato della Lotus a mettermi il tarlo. 'Devi rimetterti a correre' - mi aveva detto mentre stavamo guardando girare le monoposto di F.1. Io gli aveva risposto che non avevo la più pallida idea quale potesse essere la categoria nella quale eventualmente impegnarmi. E Gino non ha avuto dubbi: la Lotus è impegnata in Indycar, perché non partecipi alla 500 Miglia di Indianapolis? Subito mi era sembrata una proposta senza senso, ma l'idea, lo devo ammettere mi ha affascinato subito...”. Sei sempre stato un pilota di cuore, per cui la passione può aver preso il sopravvento sulla razionalità... “Quando sono tornato in Europa dalla Malesia l'idea mi frullava in testa in continuazione e allora sono andato a Varano dall'ingegner Dallara per farmi spiegare come sarebbe stata la monoposto che avrebbe corso in questa stagione 2012. Gianpaolo mi aveva mostrato tutti i piani di sviluppo spiegandomi che il grosso del lavoro era finalizzato ad incrementare i criteri di sicurezza di una monoposto impegnata ad alta velocità in un ovale. Le parole di Dallara sono state quelle che mi hanno convinto a provarci...”. Non hai mai corso su un ovale, non hai paura dei muretti? “Farò valere il mio bagaglio di esperienza, ma mi rendo conto dei rischi che si corrono in una categoria che non conosco dove si procede per oltre tre ore a velocità folli. Sono un innamorato delle corse e le sfide mi sono sempre piaciute, ma non ti nascondo che la decisione l'ho presa solo dopo che ho visto quali sono stati gli interventi fatti sulla nuova Dallara”. Sai già quando farai i primi giri su ovale? “Non ancora, considera che il contratto fra la Lotus e il team Newman-Haas è stato firmato ufficialmente solo ieri per cui il programma sta prendendo forma in queste ore. Adesso non vedo l'ora...”. Dovrai sostenere il Rookie test a cui si deve sottoporre ogni debuttante? “E meno male! Avrò modo di scoprire la categoria in modo graduale. Credo che partecipare al Rookie test sia un bene necessario. Mi sto preparando molto seriamente a questo impegno: ho la stessa motivazione di quando correvo in Formula 1”. Chi conosce Jean sa che ha iniziato una attenta preparazione fisica: a gennaio è stato nella sua Sicilia per allenarsi in bicicletta con tappe che si sono allungate fino a 150 km... “Mi sento in perfetta forma, sono tirato a lucido. Non considerare solo la gara, perché la 500 Miglia di Indianapolis è un evento che ti convolge per un mese intero. E voglio essere al meglio della concentrazione per tutto il periodo per dare il mio massimo. Non vado a fare una vacanza in America, ho preso questo appuntamento in modo molto serio e professionale. Mi rendo conto delle difficoltà oggettive e voglio vedere dove riesco ad arrivare”. Ti sei dato qualche obiettivo sportivo? “No, ma non dimenticare che Indy è una gara molto particolare: si gira a 350 km/h di media e si fanno sorpassi in continuazione stando nel gruppo. L'importante è riuscire a stare nel giro dei primi fino alle ultime e decisive miglia. Basta guardare come è finita l'anno scorso: chi era in testa all'ultima curva contava di aver già vinto e si è schiantato contro il muretto proprio quando stava già pregustando il successo. Può succedere di tutto, quindi...”. La storia di Indy è fatta di grandi campioni della Formula 1 che hanno tentato la sorte dalla 500 Miglia: ci sono nomi illustri come Alberto Ascari, Jim Clark, Jackie Stewart e Nigel Mansell. Jean Alesi con coraggio e determinazione riparte da zero: due anni fa era stato protagonista con la Ferrari 430 GT nelle gare Gran Turismo e in precedenza aveva partecipato prima al DTM con la Mercedes e poi alla Speedcar Series, il monomarca che si era disputato negli emirati arabi nel quale aveva ottenuto due vittorie. E la voglia di combattere in pista non sembra essersi esaurita...

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