Scott Dixon è stato l'assoluto dominatore della gara di
Detroit della
Indycar. Non è stato il pilota neozelandese però il grande protagonista della corsa, quanto l'asfalto del cittadino di
Belle Isle ha iniziato a perdere letteralmente i pezzi, causando anche un paio di incidenti e provocando un'interruzione di circa due ore.
In tutto questo
Dixon però non ha mai perso la calma ed ha condotto le operazioni per tutta la distanza di gara, andando a conquistate un successo decisamente meritato, impreziosito per la
Ganassi Racing anche dal secondo posto di
Dario Franchitti, autore di una rimonta strepitosa dopo l'interruzione.
I guai sono iniziati dopo 45 giri, quando
James Hinchcliffe ha colpito un pezzo di asfalto piuttosto grosso che si era staccato dal fondo stradale, finendo piuttosto violentemente contro le protezioni. Quasi in contemporanea poi è successa la stessa cosa anche a
Takuma Sato e la direzione gara è stata costretta a mandare in pista la safety car e poi ad esporre la bandiera rossa.
Come detto, i lavori per ripristinare la pista sono durati oltre due ore, quindi è stato deciso di ridurre la distanza di gara da 90 a 60 giri, lasciando di fatto appena cinque tornate da disputare quando sarebbero ricominciate le ostilità.
Anche in questo breve frangente però è stato necessario l'ingresso della safety car: prima
Helio Castroneves si è toccato con
Ed Carpenter, poi
EJ Viso si è girato in testacoda spegnendo il motore della sua monoposto.
Ad approfittarne in questi frangenti è stato appunto
Franchitti, che dalla sesta posizione è risalito fino alla seconda, con il capolavoro arrivato all'ultimo giro, quando è riuscito a scavalcare
Simon Pagenaud con una bellissima manovra. Dunque, la
Honda si è tolta la soddisfazione di fare tripletta in casa dei rivali della General Motors.
Indycar - Detroit - Gara
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