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Anche Newgarden promuove l'aeroscreen: "Mi sono abituato subito"

Il portacolori del Team Penske ha provato il sistema di sicurezza per le monoposto americane al Richmond Raceway, dove era presente nuovamente Dixon, rimanendone contento.

Josef Newgarden, Team Penske-Chevrolet

Josef Newgarden, Team Penske-Chevrolet

Josef Newgarden

Terzo atto dei test aeroscreen per le IndyCar: dopo Scott Dixon e Will Power (Indianapolis Motor Speedway), e Simon Pagenaud e Ryan Hunter-Reay (Barber Motorsports Park), ieri è stato il turno di Josef Newgarden, il quale ha provato il sistema di sicurezza per l'abitacolo ideato da Red Bull Advanced Technologies al Richmond Raceway, dove era presente anche il suo collega della Chip Ganassi Racing.

Il pilota del Team Penske-Chevrolet ha percorso una quarantina di tornate rimanendo colpito e soddisfatto della novità che verrà introdotta sulle monoposto americane nel 2020.

"Sono entusiasta di essere qui, stiamo svolgendo un programma di sviluppo per le gomme Firestone e abbiamo lavorato tranquillamente in modo da eseguire tutto quello che ci hanno chiesto - ha detto Newgarden - Era la prima volta che provavo l'aeroscreen e mi ci sono dovuto abituare, ma sinceramente non è stato difficile. Non ho notato differenze particolari, a parte quando mi sono calato nell'abitacolo per la prima volta. Ho fatto 30-40 giri, dopo che li hai percorsi ti sei già abituato senza problemi".

“Per me era la prima volta, Scott l'aveva già testato. Appena uscito dai box mi sono reso conto che l'aderenza e la stabilità della vettura erano leggermente diverse perché non avevo mai girato con questa protezione, ma dopo un po' la macchina sembra uguale a prima, simile a quando sei in posti come Iowa o Gateway. Come messa a punto non ho impiegato troppo tempo a rimettere le cose in riga, il bilanciamento è ottimo anche con l'aeroscreen, quindi con esso non credo che le auto cambino drasticamente".

Dixon ha aggiunto: "Penso che siamo riusciti ad affinare le gomme provando 10-15 set di diversa costruzione e mescola. L'auto sembra molto diversa da quando venni qui nei primi anni 2000, c'è meno carico aerodinamico e un pelo più di potenza. E' comunque una pista difficile e divertente, anche se in alcuni punti manca ancora l'aderenza giusta. Dal punto di vista della gara in sè, è difficile dare un giudizio perché oggi eravamo solo io e Josef in pista, abbiamo fatto solo dei giri per conto nostro".

"Sull'aeroscreen posso dire che si utilizza la stessa configurazione di Indianapolis, se sulla parte frontale ci sono aperture l'aria entra meglio, in mattinata abbiamo provato una cosa che però non si è rivelata così sicura. Credo che sull'ovale la macchina vada comunque bene, poi rispetto a Barber avevamo alcune novità. Lavorando sul sistema di raffreddamento del casco, penso che arriveremo alla conclusione in tempo per il via della stagione".

"Le differenze le vediamo comunque nei tempi sul giro, c'è del peso in più sulla macchina e questo influenza il rendimento e anche l'aerodinamica. Le gomme si degradano più rapidamente e da un certo punto di vista le prestazioni ne risentono, ma siamo in una fase di sviluppo e non penso siano cose così importanti ora. Sarà molto interessante vedere certe situazioni, come la guida nel traffico. Quando ho provato con Power davanti, ci siamo resi conto che sarebbero state necessarie alcune modifiche al pacchetto, ma è normale".

Il prossimo test dell'aeroscreen si terrà a Sebring con James Hinchcliffe (Arrow McLaren Racing SP-Chevrolet) e Sebastien Bourdais (Dale Coyne Racing-Honda).

Informazioni aggiuntive di David Malsher

Josef Newgarden, Team Penske-Chevrolet

Josef Newgarden, Team Penske-Chevrolet

Foto di: Josef Newgarden

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