IndyCar in lutto: è scomparso a 78 anni Vincent Granatelli
La IndyCar piange la scomparsa di Vincent Granatelli, morto a 78 anni a causa di una polmonite, alla quale si è aggiunto pure il Coronavirus.
Foto di: Dan Boyd
Figlio del carismatico promotore di STP, Andy Granatelli, era diventato capo della squadra quando questa gestiva le famose auto col turbo, e fu anche visto in Formula 1 seguire Mario Andretti quando questi vinse con la bella, ma mediocre March 701.
Vince è emerso dall'ombra di suo padre quando ha preso il team di IndyCar di Dan Cotter nel 1980, centrando quasi immediatamente il successo.
Dopo aver vinto la Indy 500 nel 1983 con Tom Sneva, la Bignotti-Cotter non ha avuto ulteriori gioie; Sneva se ne andò e Bignotti si ritirò, con Roberto Guerrero capace di centrare solo quattro podi in tre stagioni.
Vince Granatelli
Photo by: Steve Shunck
Con Vince Granatelli al comando dal 1987, la squadra ottenne un secondo successo con Guerrero a Phoenix, in rimonta dal fondo dello schieramento dopo che la sua macchina non aveva passato le verifiche tecniche post-qualifica.
Nella gara successiva, la Indy 500, Guerrero prese il comando dopo il ritiro di Mario Andretti con 23 giri da affrontare, ma la frizione era stata danneggiata in una collisione con la ruota vagante persa da un'altra auto (che volò in tribuna e uccise uno spettatore).
Uscendo dalla pit-lane dopo la sua ultima sosta, Guerrero incappò in due stalli a causa del problema, consegnando ad Al Unser (Penske) la quarta vittoria e dovendosi accontentare della piazza d'onore.
Successivamente ci furono ulteriori delusioni a Milwaukee e Portland, pur segnando la pole in entrambi gli eventi, e anche quella a Cleveland dove però giunse solo quinto posto.
A Pocono, Guerrero salì sul podio e due gare dopo lottò per il successo a Mid-Ohio.
Un grave incidente nelle prove all'Indianapolis Motor Speedway mandò il colombiano all'ospedale in coma e fuori combattimento per le ultime tre gare della stagione, nella quale terminò quarto in classifica.
Vince Granatelli of STP, Bill Dunne, Mario Andretti and March designer Robin Herd at Kyalami F1 GP in 1970.
Photo by: David Phipps
In confronto, il 1988 fu un fallimento, pieno di sfortuna e incidenti, con appena due podi segnati. Alla fine della stagione Guerrero se ne andò e Granatelli passò ai motori Buick per l'89, ma con l'ormai vecchio Tom Sneva, John Andretti e Didier Theys arrivò solo una Top10.
Il 1990 non andò altrettanto meglio; alla fine dell'anno, Granatelli si fuse con la Doug Shierson Racing di proprietà di Bob Tezak, prendendo Arie Luyendyk - vincitore della Indy 500 - e firmando un contratto con Chevrolet.
Arie Luyendyk with Vince Granatelli after their second and last win together at Nazareth in 1991.
Photo by: Dan R. Boyd
La Lola-Chevy pilotata da Luyendyk vinse a Phoenix, Granatelli in qualche modo mantenne la squadra al vertice per tutta l'estate nonostante la caduta in disgrazia di Tezak, e fu premiato per la sua perseveranza con un'altra vittoria con Luyendyk a Nazareth che gli valse il sesto posto nel campionato.
Nonostante questo, Granatelli non trovò i fondi per continuare e così chiuse l'attività.
Luyendyk, che è sempre rimasto in contatto con il suo ex-capo, ha twittato: "Ho appena saputo che Vince Granatelli è morto oggi, sono distrutto e devastato da questa triste notizia. Abbiamo perso un'icona della famiglia IndyCar e un grande amico".
Vince Granatelli with Parnelli Jones and Mario Andretti in 2014.
Photo by: Brad Hoffner
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