Si è decisa in volata l'edizione numero 98 della
500 Miglia di Indianapolis, che ha visto il primo successo di
Ryan Hunter-Reay. Dunque, dopo tanti anni torna a festeggiare sulla
Brick Yard un pilota statunitense: era dalla vittoria di
Sam Hornish Jr, datata 2006, che non era uno dei padroni di casa a trionfare nella grande classica dell'Indiana.
Per un vincitore, c'è anche uno sconfitto e questa volta a vestire questi panni è stato
Helio Castroneves, ovvero uno che ha già scritto il suo nome nell'albo d'oro di
Indianapolis per ben tre volte. Il brasiliano della
Penske si è presentato al comando sul rettilineo di partenza quando stava per cominciare l'ultimo giro, ma il rivale della
Andretti Autosport ha trovato un bellissimo sorpasso all'esterno.
Poi l'americano, già campione
Indycar nel 2012 ma ancora a secco di successi ad Indy, è stato bravo a sganciare la
Dallara-Chevrolet di Helio dalla scia della sua
Dallara-Honda. Solo in uscita dalla curva 4
Castroneves ha tentato un ultimo sussulto, ma ormai era troppo tardi per ribaltare le sorti della corsa, anche se va detto che ci è arrivato davvero vicino: i soli 6 centesimi a dividere le vetture dei primi due rappresentano infatti il secondo distacco più piccolo della storia.
Dietro di loro, ancora una volta
Marco Andretti ha visto sfumare l'occasione di portare sul gradino più alto del podio di Indianapolis il nome della sua famiglia, correndo costantemente nelle prime posizioni, ma non riuscendo a trovare la zampata giusta nei sei giri conclusivi, disputati dopo che la direzione gara era stata costretta ad esporre la bandiera rossa in seguito all'incidente di
Townsend Bell alla curva 2, che aveva danneggiato le protezioni.
La top five poi si completa con un ottimo
Carlos Munoz e con
Juan Pablo Montoya, bravissimo a risalire la china nella parte conclusiva della corsa dopo essere stato sanzionato per aver superato il limite di velocità in corsia box. Stessa sorte capitata anche a
Will Power, che però si è dovuto accontentare dell'ottavo posto. Ottimo poi il sesto posto finale di
Kurt Busch, che ora prenderà l'elicottero per partire alla volta di Charlotte, dove lo attende la 600 miglia della
NASCAR Sprint Cup. 14esimo posto finale invece per
Jacques Villeneuve, che però non è mai riuscito ad inserirsi nelle posizioni di vertice.
Quella di quest'anno comunque è stata una gara piuttosto curiosa, perché ci sono voluti la bellezza di 150 giri per vedere la prima
"Caution", che è stata provocata da un incidente che ha avuto per protagonista
Charlie Kimball. Nell'ultimo quarto di gara però ne sono arrivate altre due prima della bandiera rossa provocata da
Bell, ed entrambe hanno avuto per protagonisti degli uomini di classifica.
A 33 tornate dal termine il campione in carica
Scott Dixon ha perso il controllo della sua
Dallara-Chevrolet della
Ganassi Racing alla curva 4, finendo rovinosamente contro il muretto esterno e poi tagliando la pista in orizzontale, fortunatamente venendo evitato da tutti quanti. Il secondo patatrac è arrivato alla ripartenza, quando
Bell e James Hinchcliffe hanno messo a sandwich il poleman
Ed Carpenter alla curva 1. Quest'ultimo ed il portacolori della
Andretti Autosport sono finiti a muro, mentre
Bell se l'è cavata, ma anche la sua corsa poi, come detto, è durata ancora poco.
Sfortunata anche la prova del vincitore della passata edizione
Tony Kanaan: sulla monoposto della
Ganassi Racing infatti c'è stato un problema ad una sospensione che lo ha costretto ad una sosta ai box molto lunga, che gli ha impedito di fare meglio del 26esimo posto finale, distanziato di ben 23 tornate.
Indycar - 500 Miglia di Indianapolis - Gara
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