Continuano i problemi per la Lotus nella Indycar: dopo
la mancanza di propulsori per i test di Indianapolis e le scarse prestazioni nelle tre gare fino ad ora disputate (miglior risultato il 9° posto di Bourdais a Barber, ma per il resto solo prestazioni ben al di fuori della top10),
arriva ora la beffa di perdere due squadre e vedere così scendere a solo 3 le monoposto spinte dal proprio propulsore.
Ancora più assurdo è il fatto che ad abbandonare la nave è proprio la squadra che ha il proprio sito tutto nero ed oro e con la scritta "Lotus Indycar Team" che campeggia in bella vista in testata, cioè
la Dreyer & Reinbold Racing.
Oltre alla monoposto di Oriol Servia (che vedremo al via in Brasile per l'ultima volta con il propulsore "incriminato"),
abbandona la Lotus anche la Bryan Herta Autosport, che
non sarà nemmeno presente a San Paolo.
Restano quindi solamente tre i piloti in griglia con i motori della storica casa inglese:
Sébastien Bourdais e
Katherine Legge per la Dragon Racing e
Simona De Silvestro con la macchina della HVM Racing.
Il Responsabile Motorsport del Lotus Group
Claudio Berro ha dichiarato che la riduzione dell'impegno permetterà al costruttore di potersi concentrare maggiormente sul ridurre il gap che li separa da Chevrolet e Honda: "
La Lotus in Indycar è come Davide contro Golia: noi siamo e saremo sempre un'azienda britannica di nicchia, costruita per pochi, non per tutti. Assodato questo, sono contento della soluzione trovata [la separazione con le due squadre, NdR]
e posso assicurare a tutti che le scelte sono state prese dopo lunghe considerazioni e ci aiuteranno nel raggiungere le alte ambizioni del marchio e le aspettative della comunità dell'Indycar."
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