Non si può di certo dire che il secondo round della
United SportsCar, la
12 Ore di Sebring, non abbia regalato spettacolo: nove vetture racchiuse nello spazio di appena un giro dicono molto di una gara che è durata ben mezza giornata e che alla fine ha incoranto vincitrice la
Ganassi Racing.
La
Riley DP spinta dal motore
Ford EcoBoost ed affidata a
Scott Pruett, Memo Rojas e Marino Franchitti ha tagliato il traguardo con meno di cinque secondi sui diretti inseguitori della
Extreme Speed Motorsports (Sharp/Brabham/Dalziel), che comunque hanno concretizzato il grande passo avanti mostrato dalle
LMP2 rispetto a
Daytona con la loro
HDP.
E dire che ad un paio di ore dalla fine un testacoda di
Marino Franchitti sembrava aver mandato in fumo le loro speranze di vittoria. A rianimarle però è stato l'ingresso della
safety car, arrivato ad una ventina di minuti dalla fine, proprio quando la
Ganassi aveva appena effettuato il suo ultimo pit stop.
Franchitti poi è stato bravissimo nei primi due giri successivi al restart, nei quali ha subito messo oltre cinque secondi tra sé e
Dalziel, potendo poi gestire al meglio le tornate conclusive della corsa.
Se da una parte ha aiutato i vincitori, l'ultima safety car è invece costata una possibile seconda vittoria stagionale alla
Action Express: Sebastien Bourdais si trovava nella scia di Dalziel quando è arrivata la Caution con la
Corvette DP che divide con
Joao Barbosa e Christian Fittipaldi. Il pit stop successivo però lo ha fatto scivolare al quarto posto, anche se il francese poi è stato bravissimo a scavalcare subito la
Morgan-Nissan LMP2 della
OAK Racing (Pla/Brundle/Yacaman), riprendendosi almeno il gradino più basso del podio.
Dominio
Porsche invece nella classe
GT Le Mans, con le due
911 RSR della Core Autosport che hanno monopolizzato le prime due posizioni. Ad imporsi è stata quella di
Long/Christensen/Bergmeister, che ha preceduto sotto alla bandiera a scacchi quella affidata a
Bell/Bomarito/Wittmer. Sul gradino più basso del podio è salita la
BMW Z4 GTE di Auberlen/Hand/Priaulx, mentre la prima delle
Ferrari 458 è stata quella di
Krohn/Jonsson/Bertolini, quarta. Ritirata molto presto invece quella di
Fisichella/Bruni/Malucelli. Da segnalare le disavventure della
Corvette di Gavin/Milner/Liddell, che sembrava poter dire la sua prima di essere attardata da due testacoda e da un guasto alla pompa della benzina.
La giornata trionfale della
Core Autosport è stata completata poi con il successo arrivato nella
Prototype Challenge, che proprio nel finale è andata a prendersi la testa della classe con
Colin Braun, James Gue e Jon Bennett. Infine, gioia per la
Porsche anche nella
GT Daytona con la vittoria targata
Magnus Racing di Lally/Potter/Seefried, che ha preceduto la
Ferrari di Sweedler/Bell/Mediani/Segal.
Da segnalare anche la bandiera rossa esposta nella quinta ora di gara per un incidente che ha avuto per protagoniste due vetture della classe
LMPC: David Ostella ha perso il controllo della sua vettura alla curva 17, colpendo la barriere e rimbalzando in pista, dove ha centrato in pieno
Frankie Montecalvo. Fortunatamente entrambi i piloti se la sono cavata senza conseguenze, ma i commissari hanno avuto bisogno di tempo per ripristinare la pista.
United SportsCar - 12 Ore di Sebring - Gara
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