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Daytona, 3° Ora: “scambio” al top Ganassi-DeltaWing

Soltanto i pit-stop consentono un'alternanza fra la Riley-Ford di Dixon-McMurray e Katherine Legge

#02 Chip Ganassi Racing Riley DP Ford: Scott Dixon, Tony Kanaan, Jamie McMurray, Kyle Larson

Foto di: Art Fleischmann

I campioni in carica della 24 Ore di Daytona, cioè i vincitori dell'edizione 2015, si sono materializzati proiettandosi in testa alla gara dopo tre ore: si tratta della barchetta numero 02 della Chip Ganassi Racing. Proprio in corrispondenza del 180esimo minuto di corsa, Scott Dixon ha infatti dato il cambio a Jamie McMurray, noto “regular” della NASCAR, che ha recitato volentieri la parte del battistrada al volante della propria Riley-Ford Ecoboost.

Quando il Daytona Prototype della plurititolata squadra yankee è entrata in pit-lane per la propria sosta, l'eroina delle prime battute Katherine Legge (si era portata in testa quando mancavano dieci minuti alla fine della prima ora…) è tornata al comando alla guida della DeltaWing. Ha soltanto compiuto un piccolo errore all'ingresso della curva 1, arrivando lunga a causa del bloccaggio dei freni, ma per il resto ha dimostrato di poter reggere il ruolo. Ha affrontato il pit-stop a 25 minuti dalla fine dell'ora, cosa che ha però consentito al DP di patron Chip di tornare in testa alla maratona della Florida. Sean Rayhall ha rilevato la forte inglesina nell'abitacolo, compiendo tuttavia una partenza lenta dai box.

Non erano mancati invece i colpi di scena nel corso della seconda ora di corsa, pur se la Riley-Ford Ecoboost di Scott Dixon non ha avuto difficoltà a comandare i Corvette DP di Jordan Taylor, Dane Cameron e Joao Barbosa, prima che quest'ultimo danneggiasse inizialmente la zona anteriore sinistra del muso nelle barriere di protezione al termine di un restart, cedendo provvisoriamente la quarta posizione assoluta a Tristan Nunez della Mazda.

La DeltaWing di Katherine Legge, responsabile di una sosta al ralenti ai box, ha comunque approfittato del contatto fra Johannes van Overbeek, che ha sostituito Derani sulla Ligier della ESM, e John Pew, subentrato nell'abitacolo dell'analoga biposto transalpina della Michael Shank Racing, con il risultato di danneggiare il fanale anteriore sinistro, onde guadagnare terreno utile. Ha infatti “uccellato” dapprima la Mazda di Tristan Nunez e poi le Corvette DP, riconquistando così la piazza d'onore.

La terza ora è in realtà filata via per lo più senza incidenti, con l'eccezione di un'uscita di pista senza conseguenze della Porsche numero 73 della scuderia Park Place al primo tornante. La fase di neutralizzazione più significativa dei primi centottanta minuti è stata dovuta all'ennesimo problema delle Ford GT, numeri 66 e 67 rispettivamente, che ne hanno subite di tutti i colori, fra cablaggi dei freni tranciati durante il cambio gomme e difficoltà di guida ripetute, pur staccando quand'erano in... pista i giri più veloci della corsa, anche con 15 passaggi di ritardo.

La vettura numero 85 della JDC-Miller Motorsports ha continuato a comandare la Classe PC, così come la Corvette contraddistinta dalla cifra 4 nella categoria GTLM. L'unico cambiamento significativo è avvenuto nel raggruppamento GTD, dove le Lamborghini della Paul Miller Racing si sono spostate al vertice con Marc Basseng e Townsend Bell al volante, dopo essersi arrese a Robin Liddell sull'Audi R8 della Stevenson Motorsports.

La “caution” causata dalla Mazda di Tom Long ha causato uno psicodramma nella categoria GTLM durante i primi 60 minuti di corsa e in particolare in seno al team RLLR. La BMW M6 condotta da Marco Werner è stata infatti colpita dal compagno di squadra John Edwards, che si è beccato pertanto un drive-through.

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