Neel Jani: “Avevamo la velocità per giungere alla vittoria”
Con la pole position nella 12 Ore di Sebring, il campione del WEC ha aggiunto un tassello importante in carriera, ma i problemi alla Oreca-Gibson della Rebellion sono stati irrisolvibili...
Neel Jani, Rebellion Racing
Art Fleischmann
Le gare di durata richiedono parecchio spirito di squadra e organizzazione interna. Per tale motivo, un singolo pilota può mettersi in evidenza soltanto registrando il giro più veloce in qualifica o in gara, se intende spiccare sui compagni di team.
Neel Jani, di questo, sa qualcosa. Nelle ultime due edizioni della 24 Ore di Le Mans, il pilota elvetico ha saputo registrare i suoi giri record nel circuito francese. Un record del quale va particolarmente fiero il 33enne driver di San Gallo.
Nel fine settimana del 18 marzo, Jani ha dato vita a una prestazione degna di nota in una competizione storica come le 12 Ore di Sebring, piazzando l’Oreca-Gibson della Rebellion Racing davanti a tutti.
“Sapevo di avere una sola possibilità. Ho dovuto prendermi dei rischi in curva nel settore 1 e 3 per alzare il tempo”, ha spiegato il campione del mondo Endurance a Motorsport.com.
Neel si è guadagnato, quindi, un posto nell’Olimpo dei piloti svizzeri, avendo conquistato la pole position nella “semimaratona” della Florida, raggiungendo Marcel Fässler che nel 2013, al volante dell'Audi R18, riuscì a stabilire il giro più veloce nelle qualifiche assicurando la pole position.
A differenza di Jani, il veterano del canton Svitto però riuscì nell’impresa di mantenere intatta la prima posizione fino alla bandiera a scacchi. In precedenza, tra i piloti di nazionalità svizzera, soltanto Jo Siffert riuscì in tale impresa. Correva l’anno 1968 e il compianto conduttore guidò una Porsche 907.
“Devo ammettere di essere un po’ sorpreso anche io. Onestamente non pensavo di tenere il passo delle DP-I così a lungo”, confessa Neel. Nella prima parte di gara, l’Oreca-Gibson dell’elvetico ha cominciato a manifestare i primi guai. Il malfunzionamento del compressore dell’aria lo ha costretto a condurre la vettura ai box, per rientrare poi in pista al terzo posto alle spalle delle Cadillac.
Il Prototipo della Rebellion Racing ha accusato ulteriori problemi al motore dopo il cambio pilota, accumulando ulteriore ritardo rispetto alla vetta. Con Sébastien Buemi e Nick Heidfeld alla guida, l'Oreca-Gibson si è riportata a un giro di distacco dalla Cadillac, prima di essere definitivamente parcheggiata ai box a causa degli irrisolvibili problemi di natura elettrica.
Dopo Daytona, quindi, altri grattacapi per il team svizzero. “Nella 24 Ore non siamo stati abbastanza veloci, a Sebring abbiamo riscontrati numerose avarie alla macchina”, ammette Jani con rammarico. I motivi, secondo il pilota, sono da dividere tra le caratteristiche della pista e l'elevata competitività delle DP e LMP2. “Le Cadillac godono di una velocità impressionante. Inoltre, traggono molto vantaggio anche in curva".
Il campione del mondo Endurance non vuole però addossare la colpa ai tecnici della sua scuderia. “Per noi era un'esperienza nuova sotto tanti aspetti, per cui fa parte di un processo di apprendimento di cui bisogna tenere conto. Sono sicuro che il team ha imparato molto da queste due esperienze nel WEC".
Nelle prossime settimane, Neel Jani e Sébastien Buemi saranno alle prese con impegni da rivali in LMP1 alla guida di Porsche e rispettivamente Toyota. Nick Heidfeld invece ha già la testa a Città del Messico per la prossima tappa della Formula E, alla quale prenderà parte, ovviamente, anche il campione 2015-2016.
Il super trio svizzero si riunirà in occasione delle 6 Ore di Watkins Glen del 2 luglio, con la speranza di ridurre il gap con i nemici per usufruire al meglio dell'esperienza internazionale dei suoi driver.
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