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Cairoli: "Per me è un onore correre a Daytona"

Matteo Cairoli è rimasto sorpreso dalla chiamata della Porsche per disputare la 24 Ore ma non si è fatto pregare: con la GT3 R del team Manthey ha ottenuto il quarto tempo tra le GTD e il primo tra i piloti della Casa di Weissach

Matteo Cairoli, Manthey Racing

Alexander Trienitz

#59 Manthey Racing Porsche 911 GT3 R: Sven Muller, Reinhold Renger, Harald Proczyk, Steve Smith, Mat
#59 Manthey Racing Porsche 911 GT3 R: Sven Muller, Reinhold Renger, Harald Proczyk, Steve Smith, Mat
#59 Manthey Racing Porsche 911 GT3 R: Sven Muller, Reinhold Renger, Harald Proczyk, Steve Smith, Mat
#59 Manthey Racing Porsche 911 GT3 R: Sven Muller, Reinhold Renger, Harald Proczyk, Steve Smith, Mat
#59 Manthey Racing Porsche 911 GT3 R: Sven Muller, Reinhold Renger, Harald Proczyk, Steve Smith, Mat
#59 Manthey Racing Porsche 911 GT3 R: Sven Muller, Reinhold Renger, Harald Proczyk, Steve Smith, Mat

Matteo Cairoli è stato avvertito dalla Porsche che avrebbe dovuto gareggiare alla 24 Ore di Daytona a poco più di una settimana dallo svolgimento della corsa. È un altro segnale di quanto la Casa di Weissach tenga al suo giovane pilota italiano che dopo essere stato Junior per Porsche ora è salito di grado ed è entrato a far parte del del gruppo dei giovani piloti professionisti assieme al rivale Sven Muller.

Come spesso accade quando sale su qualche vettura, Matteo non ha impiegato molto a prendere confidenza con il banking di Daytona e in pochi giri ha portato la 991 GT3 R del team Manthey, vettura che divide con lo stesso Muller, Proczyk, Smith e Renger, al quarto posto tra le GTD e alla prima posizione tra coloro che usano le vetture tedesche. Un impatto molto promettente per un ragazzo che mai aveva conosciuto le piste Usa.

"Quando mi è arrivata la mail in cui mi veniva comunicato che dovevo correre a Daytona sono rimasto senza parole. Ho accettato subito, pur sapendo che per me sarebbe stato tutto nuovo. Non solo l'ambiente ma anche la vettura perché qui rispetto all'Europa cambiano parecchie cose: gomme, freni per esempio. Non è stato difficile adattarsi a questa realtà. Giro dopo giro sono migliorato e ho avuto l'onore di qualificare la mia GT 3 R. È stato importante essere il primo dei piloti Porsche. Ho anche cercato di battagliare con le Ferrari di Pierguidi e Balzan ma loro sono molto più veloci e non c'è stato niente da fare. In gara però credo ci saranno situazioni differenti".

C'è chi dice che le GTD almeno all'inizio possano andare a battagliare con le GTLM. È anche il tuo pensiero?
"No. Siamo due classi diverse. È vero che disponiamo dell'Abs ma le GTLM sono molto più veloci di noi e possono andare a frenare anche dopo di noi. Quindi non credo ci possano essere problemi. Piuttosto ci sarà da prestare attenzione al gran traffico, perché nel misto si rischia sempre anche nei doppiaggi. Essendo una 24 Ore bisogna essere molto puliti e alla fine che vinca il migliore".

Cosa rappresenta essere Young Professional Driver di Porsche?
"È una via di mezzo tra essere pilota Junior e pilota ufficiale della Casa. È un programma nuovo di Porsche ed esserne partecipe mi riempie di orgoglio. Grazie a questo c'è l'opportunità di diventare poi pilota professionista al cento per cento. Spero di essere sulla strada giusta per concretizzare i miei obiettivi".

Come è stato l'impatto con l'automobilismo Usa?
"È strano, diverso e ammetto che ancora devo adattarmi.  Di fatto sono appena arrivato ma l'ambiente è molto piacevole".

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