Alonso vince la battaglia con Nasr sotto il diluvio e conquista la 24 Ore di Daytona!
Una pioggia battente ha costretto gli organizzatori a fermare le operazioni quando mancavano due ore al termine. Alonso è stato superbo in condizioni di bagnato ed ha conquistato il successo al secondo tentativo.
#10 Wayne Taylor Racing Cadillac DPi: Renger Van Der Zande, Jordan Taylor, Fernando Alonso, Kamui Kobayashi
Art Fleischmann
Al suo secondo tentativo Fernando Alonso è riuscito a conquistare il successo alla 24 Ore di Daytona al volante della Cadillac #10 DPi-V.R insieme ai suoi compagni di team Renger van der Zande, Kamui Kobayashi e Jordan Taylor.
L’equipaggio ha beneficiato delle pessime condizioni meteo che si sono abbattute sul tracciato della Florida e che hanno spinto gli organizzatori ad interrompere per la seconda volta la gara quando al termine mancavano solamente due ore.
Dopo molto tempo di inattività si è finalmente deciso di non riprendere le operazioni vista le condizioni proibitive.
Poco prima dell’esposizione della bandiera rossa Alonso era riuscito a prendere il comando con un sorpasso ai danni di Felipe Nasr protagonista di un lungo in curva 1.
Questo è stato il momento decisivo della gara. Nasr, Pipo Derani ed Eric Curran si sono così dovuti accontentare del secondo posto, mentre il podio è stato completato dalla Acura #7 di Helio Castroneves, Ricky Taylor ed Alexander Rossi. L’equipaggio del team Penske deve rimproverarsi la mancanza di velocità sotto la pioggia che ha gli ha fatto perdere la sfida con le Cadillac.
La prima interruzione con bandiera rossa è arrivata quando mancavano più di sette ore al termine ed è durata per oltre 90 minuti. Alla ripartenza, però, sono state numerose le caution chiamate a seguito dei numerosi incidenti verificatisi in pista dovuti alle precarie condizioni di aderenza.
Dal momento della riprese delle operazioni la gara è diventata una sfida tra la WTR, la Cadillac #31 e le due Acura del team Penske, ma la #6 è uscita di scena allo scoccare della ventesima ora a causa di un guasto alla pompa dell’olio.
Questo inconveniente ha consentito alla Nissan DPi del CORE autosport di salire in quarta posizione con l’equipaggio composto da Jon Bennett, Romain Dumas, Loic Duval e Colin Braun anche se con 4 giri di ritardo dal leader.
Quinta piazza per la Cadillac #85 del JDC-Miller Motorsport affidata a Rubens Barrichello, MIsha Goikhberg, Tristan Vautier e Devlin DeFrancesco, mentre la sesta è stata conquistata dalla Oreca #18 del DragonSpeed di Gonzalez, Maldonado, Saavedra e Cullen.
Saavedra ha rischiato di vanificare gli sforzi del team quando è andato a picchiare duramente a muro poco prima della bandiera rossa, ma è stato bravo a riportare la macchina ai box e tornare in pista davanti alla Oreca del Performance Tech anche grazie ai quattro giri di vantaggio.
Delusione per l’equipaggio dell’Acura #6 che ha concluso in ottava posizione e con 17 giri di ritardo dovuti ai guai meccanici patiti, mentre i vincitori del 2018, Barbosa, Albuquerque e Fittipaldi, hanno chiuso alle loro spalle in nona piazza con venti giri di ritardo.
Daytona da dimenticare per le due Mazda RT24-Ps afflitte entrambe da problemi di affidabilità già ad un terzo di gara.
La #77 che Oliver Jarvis aveva portato in pole ha accusato un guasto al motore, mentre la #55 ha dapprima perso tre giri per una perdita di carburante per poi abbandonare definitivamente la gara a seguito di un incidente con una vettura GT avvenuto alle prime ore del mattino.
Nella classe GT Le Mans la vittoria è andata in maniera inattesa alla BMW M8 GTE #25 dell’equipaggio composto da Connor De Phillippi, Philipp Eng, Colton Herta ed Augusto Farfus.
Sei delle nove vetture di classe si trovavano nello stesso giro del leader quando le due vetture di testa sono entrare in collisione tra loro in curva 1 alla ripartenza. Makowiecki ha colpito il retrotreno della Ford di Joey Hand ed ha così messo fine ai sogni di gloria di entrambi gli equipaggi.
Dopo questo colpo di scena è salita al comando la Ferrari del Risi Competizione, ma James Calado è stato rapidamente superato da Augusto Farfus poco prima dell’esposizione della bandiera rossa. Caldo, Pier Guidi, Molina e Rigon hanno dovuto masticare amaro e si sono dovuti accontentare del secondo posto.
Un pistop effettuato poco prima della seconda bandiera rossa è costato caro alla Ford #67 ed ha costretto Westbrook, Dixon e Briscoe al terzo gradino del podio, mentre la quarta piazza è stata conquistata dalla Porsche #912 di Bamber, Jaminet e Laurens Vanthoor.
Sfortunata la Daytona di Alex Zanardi. Il pilota emiliano ha dapprima sofferto un problema alla colonna dello sterzo danneggiatasi in occasione di un pit effettuato al sabato pomeriggio e successivamente il compagno di team Jesse Krohn ha rimediato una foratura che l’ha costretto ad un rientro a rilento nel garage.
Il Grasser Racing è riuscito a ripetere il successo di 12 mesi fa nella classse GTD grazie a Ineichen, Bortolotti, Engelhart e Bruekers bravi ad emergere al top al volante della Huracan GT3.
L’Audi R8 LMS #29 del Land Motorsport è riuscita a conquistare il secondo posto nonostante numerosi testacoda in condizioni di pioggia battente, mentre il podio è stato completato dalla Lexus RC F GT3 #12 dell’AIM Vasser Sullivan.
Luca Stolz ha gettato al vento una vittoria ormai certa a seguito di un testacoda che ha fatto retrocedere la Mercedes #33 del Riley Motorsports in settima posizione.
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