Niederhauser: “Ma io preferisco la pista ai set fotografici!”
La pilota e modella bernese non ha dubbi sul proprio futuro, agonistico e non. “Quando gareggio è come essere in una grande famiglia”. Marylin si racconta dall’inizio della carriera fino all’unico obiettivo...






















Dai set fotografici alle competizioni in pista; dagli abiti extra lusso a tuta, casco e guanti. La vita di Marylin Niederhauser si divide tra flash fotografici e l’adrenalina per la velocità. La giovane modella-pilota, reduce dall’esperienza nell’ADAC Formula 4, ha cercato e ottenuto il salto di qualità, prendendo parte al campionato europeo Northern Cup GT4 al volante di una KTM X-Bow del team RYS WP.
Classe 1995, Marylin Niederhauser ha cominciato soltanto sette anni fa ad appassionarsi al mondo dei motori e alle relative competizioni automobilistiche. La pilota rossocrociata ci parla di questo e molto altro ancora...
Marylin, da dove comincia la tua passione per i motori e quale è stato il tuo cammino?
“La passione per i motori nasce nel 2010 dopo ore e ore passate in pista al fianco di mio padre e del mio fratellastro. Nel 2015 ho invece cominciato a gareggiare nell’ADAC Formula 4, ma tutto questo senza pormi particolari obiettivi da soddisfare. La mia unica pretesa era, ed è tuttora, quella di guadagnare esperienza al volante di una vettura da competizione. La scorsa stagione sono passata al team Walter Lechner Racing, mentre ora gareggio nella GT4 Northen Cup guidando una KTM X-Bow della scuderia Reiter Engineering”.
Come definiresti la categoria in cui corri? Ci sono altre specialità cui vorresti partecipare?
“Il campionato europeo GT4 è un ottimo torneo per guadagnare esperienza nel mondo dei motori. Ci sono diversi pilota dall’alto potenziale ed è stimolante competere contro di loro. Per ora, però, sono concentrata soltanto a fare bene in questa disciplina”.
Da lì sono emersi piloti del calibro di Vettel e Rosberg, ti piacerebbe ripercorrere il loro cammino?
“Chiaramente sì, ma arrivare ai massimi livelli è difficilissimo e non è per tutti”.
Da un punto di vista sportivo, quale è la tua massima aspirazione?
“Il mio obiettivo è quello di restare il più a lungo possibile nel mondo dei motori. Mi piacerebbe ottenere anche dei buoni risultati, ma quelli arriveranno soltanto con l’esperienza”.
Quale è l’obiettivo specifico per la stagione 2017?
“Come ho già detto non mi pongo di certo la vittoria del campionato come target personale. Ovviamente ambisco sempre a migliorarmi, gara dopo gara. Sfrutterò ogni occasione per apprendere quante più informazioni possibili sul mondo del Gran Turismo”.
Quale reputi che sia il momento più complicato durante un fine settimana di gara?
“Non puoi indossare tuta e casco se non sei concentrato al 200 per cento. Ogni secondo al volante è un ‘momento complicato’. Le corse automobilistiche sono difficili già di loro, figuriamoci se affrontate con scarsa determinazione e concentrazione“.
Svizzera e motori: che cosa ne pensi del movimento automobilistico nella nostra nazione?
“Non è così facile essere un pilota in Svizzera. Sono sempre meno i giovani che decidono di intraprendere questa attività. Ci vogliono sempre più sponsor e trovarli non è mica così semplice. A mio avviso il fatto che non ci sia un autodromo dalle nostre parti penalizza parecchio l’intero movimento nostrano”.
Ti riesce semplice conciliare il tuo lavoro da modella con quello di pilota?
“Sì, non riscontro particolari problemi, almeno per ora. I servizi fotografici posso pianificarli in base al calendario delle corse e viceversa. Credo che posso continuare benissimo a svolgere le due attività anche in futuro”.
Quali sono gli ostacoli che finora hai riscontrato? Il rapporto fra le donne e i motori è stato sempre controverso…
“Sicuramente non è facile. Tante volte le donne vengono sottovalutate, per cui devono dimostrare sempre il doppio rispetto a quanto fanno gli uomini. Sono dell‘opinione che una ragazza possa farsi valere anche al volante di una macchina da corsa. E poi ci sono anche donne che vanno davvero forte...”.
C’è più complicità fra i piloti o tra le modelle? Dove hai più amici?
“Credo che ci siamo più complicità tra i piloti nonostante l‘accesa rivalità. Una volta scesi dalla vettura è un po‘ come essere parte di una grande famiglia. Tra modelle, invece, regna un’aria quasi di sfida. Personalmente credo che i piloti siano più solidali tra di loro, nonostante in pista nessuno è amico di nessuno".

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