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Intervista

Luca e Mattia Drudi, una famiglia da corsa

Ci siamo occupati diverse volte delle famiglia da “corsa” riuscendo a capire quanto sia forte ed importante la passione per il Motorsport. In questa Intervista doppia cercheremo di intraprendere, un viaggio alla ricerca della differenza generazionale che contraddistinguono padre e figlio.

Luca Drudi, Mattia Drudi e la mamma Barbara

Foto di: Porsche

Luca Drudi non ha certo bisogno di presentazioni, ma andiamo lo stesso a ripercorrere in breve la sua carriera agonistica. Inizia con i kart negli anni ’80, riscuotendo numerosi successi che lo porteranno direttamente a debuttare nel Motorsport.

Carriera che lo vede lì dal 1980 fino al 1985, anno in cui - dopo aver frequentato la Scuola Federale CSAI - debutta a fine stagione in Formula Fiat Abarth grazie all’aiuto di un mecenate e della benevolenza del team ML.

Nel 1986 arriva la vittoria del campionato di F.Abarth ma, per la stagione successiva, la carriera stenta a decollare a causa di mancanza di finanziamenti e Luca, considerato pilota veloce ed affidabile occupa posizioni temporanee in diversi team con la F.3 e la F.2000 oltre ad iniziare una collaborazione con il team Draco di Adriano Morini.

Nel 1988, la sua partecipazione al neonato campionato di Formula Opel Lotus Euroseries desta sensazione perché decide di presentarsi senza team. Un’auto, messa a disposizione dalla Scuderia Salvati e lui stesso come pilota, meccanico ed autista del furgone comprato a rate da Lucio Vergani. Verso fine stagione arrivano un paio di partecipazioni con il team inglese Cirrus Motorsport che decide di adottarlo riconoscendogli una caparbieà fuori dal comune.

Nelle stagioni ‘89/’90 si limita ad alcune partecipazioni sporadiche come il Giro D’Italia con la Sierra Cosworth ed al CIVT con un’Afa 75 Turbo con perentorie vittorie. Assaggia anche i Rally con la partecipazione, alla guida di una Lancia Delta Integrale, al Rally di Monza.

Le due stagione successive, coinvolto dal concessionario Renault di Faenza, si mette al volante della Clio nella Renault Clio Cup Italia vincendo il campionato e gettando le basi per la creazione del team Drumel Motorsport che diventerà nel tempo, la struttura di riferimento per i campionati della marca transalpina.

Per Drudi l’avventura continua, sempre con le Clio, nella Serie Europea del 1993 e 1994 con diversi successi. Proprio nel 1994, non manca la partecipazione alla 300 km di Misano al volante di una Porsche e una “capatina” sulla Dallara motorizzata Volkswagen. Luca, nella stagione ’95, grazie ad una chiamata del Jolly Club si mette al volante della Ferrari F40 nel GT Endurance BPR, ed inizia una brillante carriera nelle gare di durata che si protrarrà per quindici anni.

Partecipazioni nel campionato BPR, FIA GT, Le Mans Series, IMSA, American Le Mans Series, Asian GT e tanti altri e collezionando 19 partecipazioni alle classiche di durata da 24 ore più prestigiose. Otto partecipazioni a Daytona, sette a Spa, tre a Le Mans ed una Nurburgring.

Nel curriculum, troppo vasto per essere citato per intero, spiccando due vittorie a le Mans (nel 1998 con la Viper ufficiale e nel 2001 con la Porsche) e la vittoria a Daytona (nel 2000 con la Porsche). Luca ha poi lasciato il segno vincendo anche nella Le Mans Series, nel FIA GT, nell’Asian GT, in vari campionati nazionali ecc. Le sue stagioni in “Rosso” l’hanno visto alla guida di F40, 360, 430, 550, 575 in varie declinazioni senza dimenticare la stupenda 333 sport prototipo. Anche nei prototipi Luca ha lasciato il segno con la vittoria del Campionato Italiano (nel 2001 con la Tampolli Alfa Romeo) ma anche con la Picchio/BMW o in America con l’Osella WSC.

Con le Porsche, sono stati i modelli 964, 993, 996 aspirati, turbo e bi-turbo ad accompagnare Drudi nelle sue vincenti cavalcate, ma anche le BMW gli hanno dato importanti soddisfazioni.

Luca Drudi, negli anni si è dimostrato un pilota molto eclettico che ha dimostrato le proprie qualità al volante di ogni tipologia di automobile da corsa: monoposto, turismo, granturismo e prototipi e tutto questo gli è valso nel tempo il rispetto del paddock ed importanti chiamate come quella del team ORECA per il programma ufficiale Viper.

La carriera si chiude (ufficiosamente) con la partecipazione alla sua ottava 24h di Daytona (nel 2009) per poi dedicarsi completamente a quella di suo figlio Mattia.

Quest'ultimo, classe ’98, sembra aver preso tutto dal papà, per quanto riguarda le corse, con un saluto a mamma Barbara.

Inizia nel 2005 nel baby kart con quattro gare a soli 7 anni. Dopo aver preso le misure, nel 2006 passa alla categoria 60 Baby diventando Campione regionale con tre vittorie, sei secondi posti e cinque pole position. Il Kart lo accompagna fino al 2013 con ottimi risultati e papà Luca come meccanico. Vince titoli regionali, nazionali ed europei in svariate categorie. Dopo il kart, come il padre, passa alle monoposto e partecipa nel 2014 al F4 Italian Trophy Powered by Abarth, arrivando secondo in campionato dietro a Lance Stroll con cinque vittorie, tre Pole e cinque giri veloci in gara. Tanto per tenersi in allenamento, partecipa alla gara internazionale del Trofeo Mitjet a Vallelunga, siglando la Pole, arrivando secondo in gara e nel cassetto anche il giro veloce in gara.

A fine stagione compie un importante programma di test con il team Campos fino a completare 3500 km a bordo della Dallara 312 motorizzata Toyota di F3. L’anno successivo, non essendo riuscito a concretizzare il passaggio in F.3, troviamo Mattia sempre nel F4, ma questa volta in terra di Germania nel campionato Adac ma, dopo un podio all’esordio, decide di dedicarsi al mondo delle ruote coperte partecipando al Porsche Carrera Cup Italia con il team Dinamic di Maurizio Lusuardi che è stato il suo mentore per quattro stagioni. Anno di esordio e prima vittoria nel difficile campionato monomarca arrivata a Vallelunga a soli 17 anni ottenendo il terzo posto nella classifica finale.

Nell’anno successivo, nonostante nove vittorie e sei secondi posti, un bizzarro sistema di punteggi e di scarti gli nega la vittoria in campionato e deve accontentarsi del secondo posto. Da ricordare la tripletta nel week end di Misano e l’eccezionale terzo posto con giro più veloce in gara, ottenuto come guest driver, nella gara della Mobil1 Porsche Supercup davanti al pubblico del GP di Monza di F.1. Sua a fine stagione, la vittoria nel Porsche Scholarship Program Italia riservato ai giovani piloti.

Nei due anni successivi, Mattia partecipa al campionato Supercup che si corre in concomitanza con i GP di F.1 e riservato ai professionisti della categoria, raccogliendo sei podi sui circuiti più prestigiosi ed ottenendo il terzo posto nella classifica dei rookie (sesto assoluto) al primo anno ed il quinto assoluto al secondo anno nella classifica finale .

Ma nel 2018 non mancano le sorprese ed arriva una convocazione da Audi Sport Italia per partecipare ad un paio di gare del campionato italiano GT a bordo della Audi R8 LMS Ultra Gt3 e subito si festeggia con podi e la vittoria a Monza in una difficile gara bagnata. Evidentemente questa prestazione non passa inosservata ai piani alti della casa di Ingolstad che lo invita ad un test a Jerez con la RS5 del campionato DTM.

Sempre nella stessa stagione, Mattia risponde alla chiamata del team Eurointernational di Antonio Ferrari per prendere parte alla gara di Silverstone con la Ligier JSP3 della Le Mans series. Pur non avendo mai provato quella tipologia di vetture, il biglietto da visita è una splendida pole position ed i primi due turni di guida condotti in testa ottenendo anche il giro più veloce in gara. Si replica a Spa e questa volta la pole è mancata per solo qualche centesimo di secondo.

Il 2019 non può iniziare in modo migliore per il giovane pilota romagnolo che, a soli vent’anni, si vede sottoporre un contratto da pilota ufficiale da parte di quell’Audi Sport che aveva posto gli occhi su di lui nella stagione precedente.

Test e gare in vari campionati si susseguono in modo incessante. Adac GT Master,Blancpain Endurance Series, Blancpain Sprint series sono i campionati dov’è maggiormente impegnato oltre ad altre sporadiche apparizioni come nel Campionato Italiano GT.

Evidentemente il suo lavoro viene apprezzato visto che a partire da fine dell’estate viene investito anche del ruolo di test driver nel campionato di Formula E che, per la casa dei quattro anelli, è di fondamentale importanza.

Lavoro al simulatore ed in pista che sfocia poi alla partecipazione nel Rookie test che si è svolto a Marraketch nel Febbraio di quest’anno.

Altre partecipazioni sono alla 24H di Dubai, alla 12H di Abu Dhabi ed alla 12H di Bathurst in Australia. Il programma del 2020 sarà sicuramente condizionato dai problemi legati al coronavirus ma sarà, altrettanto sicuramente, particolarmente intenso al momento della ripartenza per il giovane talento romagnolo figlio d’arte.

L'intervista a Luca

Luca, oramai hai chiuso con le competizioni in pista, ma quali sono le tre auto che ti hanno colpito di più nella tua carriera ? Pregi e difetti...
"Domanda difficile perché ogni auto ha le sue caratteristiche che ti possono portare ad amarla o ad odiarla anche se, a dire il vero, non ho mai voluto male a nessuna delle auto che ho condotto in gara. Al massimo non ci siamo capiti, com’è stato con la Clio V6 3.000. Ad esempio la Ferrari F40, che ho guidato fino alla sua ultima evoluzione con il cambio sequenziale ed i freni in carbonio, era talmente difficile che qualche pilota, dopo esserci salito, ne è anche sceso, ringraziato e detto: “grazie ma non fa per me”. Proprio per questo motivo portarla al limite, riuscire a sfruttare tutte le sue potenzialità, regalava emozioni veramente intense. Le Porsche, pur essendo considerate vetture difficili, oramai le avevo talmente in mano che mi divertivo a buttarle dove volevo, cosa che invece non potevo fare con la Ferrari 333 Sp. Un missile che chiedeva una guida particolarmente pulita e precisa".

Seguendo tuo figlio Mattia sei entrato nel mondo delle “nuove” vetture, quelle con più elettronica, cambio al volante ecc. Auto più facili?
"La vettura più moderna che ho guidato è stata la Ferrari 430 GT2 con il suo controllo di trazione. Le GT attuali, da quella volta hanno avuto un’evoluzione importante, sono sicuramente più facili da guidare e più performanti, non esiste più il pilota che scende e dice “non fa per me”, però è anche vero che è diventato un mondo molto più competitivo. Per i piloti è molto più difficile primeggiare, Le prestazioni delle auto, anche grazie ai Balance Of Performance, sono tutte molto vicine ed un errorino lo paghi molto duramente. Mancare un punto di corda in qualifica significa perdere svariate file sulle griglia di partenza. Le griglie dell’Adac GT Master , per fare un esempio, vedono praticamente tutte le auto rinchiuse in un secondo. Se fai un errore in qualifica e parti dietro, sei spacciato".

Cosa ti manca delle corse della tua carriera?
"Onestamente per oltre dieci anni, occuparmi fattivamente della carriera di Mattia è stato un ottimo succedaneo. Molto coinvolgente ed adrenalinico. Alla partenza delle sue gare, avere le mani che tremavano ed i battiti accelerati era la norma. Ora Mattia è entrato in un contesto professionale dove io non ho nessun ruolo com’è giusto che sia. Sono stato anche team manager e sono consapevole che l’intromissione di un padre nelle scelte e nella gestione di un team, di una gara, non porta nulla di buono per nessuno ed il ragazzo/pilota rischia di essere schiacciato dalla presenza ingombrante del genitore ex pilota che vorrebbe continuare a dirgli cosa fare e cosa non fare, come se fosse ancora un bambino di 10 anni. In questo errore non sono caduto, ed adesso le gare le vedo dalla tribuna o dalla tv tanto Mattia è in ottime mani e sa perfettamente cosa fare. Oramai è un mestiere che conosce bene.Il problema, casomai, è che se risolvo definitivamente alcuni problemi di vista che ho e che hanno accelerato la fine delle mie gare, potrebbe tornare la voglia di indossare il casco".

Quale vettura da competizione vorresti guidare adesso?
"
Io sono molto affascinato dai prototipi, dalle LMP, ma penso che per le mie condizioni attuali, e per la mia età, siano vetture troppo performanti. Mi potrei accontentare di auto che non vadano più veloci del mio cervello. Vorrei evitare disastri…"

Luca Drudi, Ferrari F40
Luca Drudi, Dodge Viper
Luca Drudi, Renault Clio
Luca Drudi, Renault Clio
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L'intervista a Mattia Drudi

Una lunga carriera in Kart per te, cosa ti ha insegnato e che bagaglio utile è stato nel Formula e nelle GT...
"Sicuramente i 9 anni che ho trascorso correndo in Kart mi hanno insegnato e aiutato tanto. Da questi ho appreso tutte le basi del Motorsport e ho imparato a convivere con esse, divertendomi e migliorando sempre di più. Nel karting si impara a lavorare con un team, a sviluppare l’assetto del proprio kart e a confrontarsi con altri piloti fuori e dentro la pista. Tutto questo ovviamente è presente, ed anche molto più in grande, nell’automobilismo. Sviluppare la mentalità da pilota è quello che mi è servito di più nella mia carriera kartistica".

Carrera Cup Italia e Mobil 1 Supercup, due esperienze importanti...
"
Ho trascorso nell’ambiente dei monomarca Porsche 4 stagioni, dal 2015 al 2018. In quegli anni sono cresciuto tanto sia come pilota che a livello personale. Senza l’aiuto di persone che mi hanno spinto a progredire, probabilmente non sarei dove sono ora. È stato uno step molto importante nella mia carriera dal mio punto di vista che mi ha fatto conoscere tante persone, mi ha dato la possibilità di mettermi sempre alla prova e di imparare tanto".

Il tuo ingresso da pilota ufficiale Audi, come lo hai saputo?
"
Tutto è nato a metá della stagione 2018 quando grazie all’ingegnere Massimo Del Prete, Emilio Radaelli e Roberta Gremignani mi diedero la possibilità di partecipare a due gare del Campionato Italiano Gran Turismo con la loro Audi R8 gestita da Audi Sport Italia. I due weekend in cui corsi risultarono molto positivi e da lì riuscii ad ottenere la chiamata per partecipare al DTM young drivers test a Jerez con Audi Sport, una bellissima esperienza. Dopo circa due mesi ricevetti una chiamata da Neuburg e in quel momento capii che la mia carriera sarebbe cambiata!".

Il tuo ruolo nella Formula E qual è?
"
Il mio ruolo in Formula E è quello di aiutare il team nei weekend di gara con il lavoro svolto al simulatore. Inoltre c’è tutto il programma per lo sviluppo della macchina. Si spendono tante ore al simulatore nella sede Audi Sport a Neuburg. Anche se non sei spesso sulla macchina vera, quando provi qualcosa nel virtuale e poi risulta positiva anche nella realtà è una sensazione molto appagante. Lavorare in un ambiente così professionale insegna tanto e spero di essere sempre più coinvolto in questo progetto!".

Mattia Drudi, Rookie Test Driver per Audi Sport ABT Schaeffler, Audi e-tron FE06
Mattia Drudi, Rookie Test Driver per Audi Sport ABT Schaeffler, Audi e-tron FE06
Mattia Drudi, Rookie Test Driver per Audi Sport ABT Schaeffler, Audi e-tron FE06
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#55 Attempto Racing Audi R8 GT3: Mattia Drudi
#222 Audi Sport Team Valvoline Audi R8 - LMS GT3: Kelvin Van der Linde, Mattia Drudi, Markus Winkelhock
#56 Attempto Racing Audi R8 LMS GT3: Milan Dontje, Mattia Drudi
Andrea Fontana, Mattia Drudi, Audi Sport Italia
Mattia Drudi, Dinamic Motorsport
Mattia Drudi
Mattia Drudi, Dinamic Motorsport
Mattia Drudi
Vicky Piria e Mattia Drudi
#12 Eurointernational Ligier JS P3 - Nissan: Andrea Dromedari, Mattia Drudi
Podio: Mattia Drudi, Dinamic Motorsport
Mattia Drudi, Dinamic Motorsport
#12 Eurointernational Ligier JS P3 - Nissan: Andrea Dromedari, Maxwell Hanratty, Mattia Drudi
#12 Eurointernational Ligier JS P3 - Nissan: Andrea Dromedari, Maxwell Hanratty, Mattia Drudi
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