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Esclusivo: Caffi racconta il terribile botto di Imola

"Sono rimasto senza freni a oltre 200 km/h nella discesa della Rivazza e non ho potuto fare nulla!"

Non è la sua solita voce. Parla in modo lento, scandendo le parole e con alcune pause. È la prima conferma a quarantotto ore dal terribile botto di come Alex Caffi sia ancora sofferente. La diagnosi dei medici parla chiaro: l'ex pilota di Formula 1 si è prodotto una frattura delle dodicesima vertebra e la compressione della quarta dorsale. Il pilota bresciano di 47 anni per il momento si trova a casa, ma giovedì sarà sottoposto ad una risonanza magnetica che dovrà chiarire se ci sono altre lesioni e quanto tempo ci vorrà per una guarigione completa dopo l'incidente di domenica a Imola. Alex si è schiantato con la Wolf dell'Avelon Formula nel corso della prima manche della Speed Euroseries, la gara di contorno della 6 Ore di Imola dell'Intercontinental Le Mans Cup... “È stata un'esperienza terribile – ricorda Caffi – sono arrivato alla staccata della Rivazza, uno dei punti più veloci e pericolosi del tracciato ad oltre 200 km/h e mi si è gelato il sudore nella schiena quando ho schiacciato il pedale del freno e mi sono reso conto che non c'era alcuna reazione. Il pedale è rimasto giù e la vettura non ha rallentato. Sono stati attimi tremendi perché ero perfettamente consapevole che sarei andato a sbattere molto violentemente contro le barriere”. Non c'è stato verso di agire sulla Wolf? “Ho provato a sterzare, ma non appena le ruote sono finite sulla sabbia della via di fuga la macchina è decollata più di una volta. Una Gt probabilmente sarebbe affondata nella sabbia con lo splitter anteriore, mentre questo prototipo galleggiava. Ho cercato di mettere la vettura di traverso, ma ogni tentativo è stato vano e vedevo avvicinarsi le barriere molto in fretta. Ho tolto le mani dal volante solo all'ultimo, nella speranza di evitare l'impatto frontale. Sono stati attimi, ma per me è durato un'eternità!”. Poi il devastante botto contro le barriere: le file di gomme non sono bastate ad evitare il contatto nel muro... “Hai presente cosa significa ricevere una mazza da baseball nella schiena all'improvviso? Ecco quella è la situazione che ho patito dopo l'impatto. Un dolore molto forte in più parti della colonna. Sono rimasto letteralmente senza fiato. Sono sempre rimasto lucido, avevo il controllo della situazione, ma il male era lancinante...”. Sei sicuro che si sia trattato di un difetto meccanico? “Non ho alcun dubbio – prosegue Alex – il problema del freno non è nuovo, era da un paio di gare che io ed il mio compagno di equipaggio ci lamentavamo della vettura in staccata. E il guaio non ha riguardato solo la nostra macchina. Evidentemente non è stato fatto niente e ora io ne porto le conseguenze”. Caffi sembra ancora sotto choc, eppure di incidenti in carriera ne ha avuti molti, anche paurosi... ”Quando vai fuori strada per un errore di guida – aggiunge il bresciano – sei consapevole di cosa sta per accadere e sei in grado di agire sulla macchina per ridurre al massimo gli effetti di un impatto, ma quando l'incidente è determinato da un cedimento meccanico nell'impianto dei freni si è colti di sorpresa e ogni manovra risulta inutile. Di botti ne ho avuti molti, ma questo li supera tutti: mi ricordo ogni momento dell'incidente che si è fissato nella mia memoria”. Quindi non è scattata la voglia di tornare in macchina il prima possibile? “Ho ancora troppo dolore per pensarci, anzi quello è un argomento che per il momento nemmeno mi sfiora. Ora ho altri problemi da risolvere e altre priorità da affrontare, più avanti vedremo... Un fatto è certo: non tornerò a correre se non sarò completamente guarito. Questo incidente sta lasciando il suo segno!”. È strano sentire parlare Alex in questo modo, un pilota che ha sempre affrontato le difficoltà con il sorriso stampato sul volto... “Sì, fa strano anche a me, ma devo ancora riassorbire questo impatto...”. Andrai avanti con l'azione legale che è stata avviata nei confronti dell'Avelon Formula, visto che la Wolf è stata messa sotto sequestro dal pm di Bologna, Francesco Caleca, con l'obiettivo di effettuare tutti gli accertamenti del caso dopo l'esposto presentato per lesioni colpose? “Non so, non è una mia priorità in questo momento. Adesso voglio curarmi come si deve poi affronterò anche questi aspetti. L'esposto non è partito da me, ma da chi mi segue. Non so se sia il caso di andare avanti per vie legali, vedremo. Un fatto è certo: sotto la querela c'è la mia firma, ma non è di questo che voglio parlare. Adesso aspetto l'esito della risonanza magnetica”. La voce di Alex è metallica e sofferente, non è il caso di insistere. Per ora non possiamo che augurargli il nostro in bocca al lupo. I tifosi che lo hanno seguito da vicino in carriera sapranno fargli avere il sostegno morale per superare questa fase così difficile. Lo risentiremo nei prossimi giorni e ci auguriamo di ritrovare il Caffi che abbiamo sempre conosciuto, pronto a girare pagina per tornare in pista il più presto possibile...

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