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Intervista

Roda esclusivo: "Titolo inaspettato, ma vinto di squadra"

Il portacolori della AF Corse si racconta in questa intervista con Motorsport.com al termine della stagione 2020 che gli ha portato il titolo tricolore nel GT Endurance con la Ferrari assieme a Fuoco e Rovera.

Giorgio Roda, AF Corse, Ferrari 488 GT3

Giorgio Roda, AF Corse, Ferrari 488 GT3

Giorgio Roda - Press

Giorgio Roda è fresco fresco di Titolo Endurance 2020 nel GT Italiano. Giovanissimo, classe 1994, laureato in Economia e insieme al papà Gianluca e il fratello Andrea condivide la passione per i motori.

La sua carriera lo vede debuttare sui kart, per poi passare in Formula Abarth. La svolta avviene nel 2014, quando si materializza il sogno di una vita, correre con una Ferrari.

Debutto alla grande che lo vede partecipare al GT Open e vincerlo nella classe GTS. Accanto a lui piloti “consumati” come paolo Ruberti, Marco Cioci e Andrea Piccini. La sua carriera prosegue nell’ ELMS e poi nelle annate successive sempre con le vetture GT.

Un incidente a Spa nel 2016 lo costringe ad uno stop forzato. Nel 2017 voglioso di ritornare al volante, lo fa con il papà Gianluca e torna nell’ELMS con la Ferrari 488 GTE del Team Spirit of Race.

L’anno successivo si mette al volante della Porsche 911 RSR nell’European Le Mans Series e nel FIA World Endurance Championship (WEC).

Il resto è storia, che Motorsport.com affronta in questa esclusiva intervista con neo-Campione tricolore.

Un titolo Italiano anche un po’ inaspettato. Non trovi?
"Sarei bugiardo a dire il contrario. Soprattutto dopo le qualifiche dell’ultimo appuntamento di Monza. Partire settimi, con l’obbligo di vincere per conquistare il titolo, non è assolutamente semplice. Ma c’è una cosa che ho ribadito spesso negli ultimi anni, avendo affrontato diversi campionati endurance: l’importante è portare la macchina al traguardo, cercando sempre di fare più punti possibili. Ho visto piloti molto forti perdere campionati per errori banali, volendo strafare. Non è nella mia natura fare il passo più lungo della gamba. A volte, è vero, serve anche rischiare, ma spesso, soprattutto se sei in squadra, è il lavoro d’insieme che fa la differenza".

Tu sei stato tra i primi, in Italia, ad abbandonare le ruote scoperte passando alle GT. Una scelta vincente?
"Sicuramente. Nelle formule, oltre ad essere molto dispendioso a livello economico uno deve anche rendersi conto dei propri limiti. In Formula 1 ci sono 20 sedili e se non inizi molto presto sei già tagliato fuori. O sei un fenomeno (e a volte non basta nemmeno quello) o hai un budget illimitato. Dopo 3 anni in Formula Abarth e qualche gara nella Formula Renault ho fatto questa scelta e devo dire che conquistare tre titoli in 7 anni non è sicuramente male. Non sono un professionista, durante la settimana lavoro nell’azienda di famiglia, ma il passaggio alle ruote coperte mi ha dato la possibilità di fare grandi esperienze, come le due 24 Ore di Le Mans o la prima edizione dei FIA Motorsport Games rappresentando l’Italia, e anche di vincere. Non vedo il passaggio alle GT come una “sconfitta”, basti pensare a piloti come Antonio Fuoco, con cui ho condiviso la macchina quest’anno, Matteo Cairoli, con cui ho corso per 2 stagioni vincendo l’ELMS, lo stesso Mattia Drudi che sta facendo una carriera stupenda. Sono solo tre nomi, ma potrei andare avanti, sono tutti molto giovani e sono diventati professionisti grazie ad una scelta importante".

Hai nominato Antonio Fuoco, che con Alessio Rovera è stato tuo compagno di squadra in questa cavalcata verso il titolo. Come ti sei trovato con loro?
"Con Alessio credo di aver condiviso buona parte del mio percorso. Correvamo insieme nei kart da ragazzini e ci siamo ritrovati in Formula Abarth nel 2013 prima di diventare compagni di squadra quest’anno. Ritengo sia un pilota veramente molto forte e lo sta dimostrando giorno dopo giorno. Dove ha corso, ha vinto, Formula Abarth, Porsche Carrera Cup e GT Italiano. Spero che presto qualcuno possa dargli l’opportunità per un sedile importante a livello internazionale. Se lo merita tutto. Così come se lo merita Antonio. Ferrari, infatti, se lo tiene ben stretto sia per il lavoro al simulatore, sul quale è diventato uno dei punti di riferimento a livello mondiale, sia per le Competizioni GT. Antonio mi ha aiutato molto quest’anno e gara dopo gara sono riuscito a crescere grazie ai suoi preziosi consigli. Era impossibile trovarsi male con loro. Io sono il più “vecchio” con 26 anni, Alessio 25 e Antonio 24 abbiamo le stesse passioni e più o meno la stessa età. Come facciamo a non divertirci facendo ciò che ci piace?"

Hai parlato della carriera dei tuoi compagni, spendendo grandi elogi nei loro confronti, ma il tuo futuro nelle corse come lo vedi?
"Ci sono diverse proposte interessanti all’orizzonte. Quest’anno avevo iniziato la stagione pensando di fare il Campionato Italiano per essere più vicino a casa visto che stava per nascere mio figlio Riccardo, che ora ha 7 mesi. Ovviamente la stagione è cambiata totalmente a causa della pandemia e il calendario è diventato super-compresso. Per l’anno prossimo spero di poter tornare a correre a livello internazionale e poi staremo a vedere".

Giorgio Roda, Alessio Rovera, Antonio Fuoco, AF Corse, Ferrari 488 GT3

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Foto di: Giorgio Roda - Press

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Foto di: Giorgio Roda - Press

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Foto di: Giorgio Roda - Press

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Foto di: ACI Sport

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Foto di: ACI Sport

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Foto di: Photo Ciabatti

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