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Zanardi, il soccorritore: "Dall'occhio partiva una lesione gravissima"

Robusto Biagioni, medico dell'equipe che ha soccorso Zanardi sulla statale in cui è avvenuto il tremendo incidente venerdì scorso, racconta quei tragici momenti e le condizioni in cui ha trovato il campione bolognese.

Alex Zanardi, BMW Team Italy-Spain, BMW 320si WTCC

Alex Zanardi, BMW Team Italy-Spain, BMW 320si WTCC

FIA WTCC

A 5 giorni dal terribile incidente che ha portato Alex Zanardi a lottare per la vita all'ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena, un soccorritore - il medico di emergenza e responsabile del 118 della zona di Grosseto, Robusto Biagioni - ha raccontato a Il Corriere della Sera come si sia svolto il soccorso al campione bolognese, ma anche le condizioni in cui imperversava dopo il tremendo incidente contro un camion nei pressi di Pienza.

Biagioni, assieme ad altre 5 persone, faceva parte dell'equipaggio dell'elicottero di soccorso denominato Pegaso, di Grosseto. Sono loro che hanno soccorso Zanardi pochi minuti dopo l'incidente sulla statale 146.

"Siamo decollati da Grosseto alle 16:56. A bordo eravamo in sei: due piloti, un tecnico, un operatore del Soccorso alpino, un infermiere e io. Siamo atterrati a Pienza alle 17:20. L'operatore del Soccorso alpino è stato utilissimo. Siamo atterrati in un campo e abbiamo dovuto attraversare un piccolo bosco, molto fitto, e l'esperto ci guidava spezzando i rami sul nostro cammino e trovando la giusta direzione", racconta Biagioni.

"Per arrivare sul luogo dell'incidente non abbiamo impiegato più di quattro, o cinque minuti al massimo. Alex Zanardi era sul bordo della strada supino. Lo stava assistendo Cristina La Cava, la dottoressa dell'ambulanza che aveva già iniziato, per fortuna, a fare quanto necessario in quelle condizioni per stabilizzarlo. Lo abbiamo trovato in uno stato comatoso, si muoveva in modo sconnesso e urlava. Era in condizioni gravissime".

Biagioni si è poi soffermato a spiegare le condizioni - gravissime - in cui hanno trovato il 53enne bolognese. Tante le fratture facciali, ma anche lesioni alla testa che avevano fatto preoccupare ulteriormente i soccorritori.

"In quelle condizioni poteva resistere pochi minuti soltanto. La mia collega lo aveva trovato in uno stato comatoso, con momenti di agitazione. Muoveva le braccia in modo sconnesso, urlava. Il volto era devastato dalle tante fratture. Ma quello che ci preoccupava di più in quel momento era la lesione, molto grave, che dall'occhio destro si allungava su tutta la faccia. Poi aveva altre lesioni alla testa".

"Sono intervenuto su casi persino peggiori e a volte si sono risolti positivamente anche contro le nostre previsioni. Ecco perché sono convinto che ci siano buone speranze che Alex ce la possa fare, considerato anche che è un atleta e ha una voglia di vivere e una grinta incredibili".

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