Un autodromo in Svizzera? Arriva la petizione!
L’idea di un ePrix a Zurigo ha riacceso le speranze dei cittadini elvetici, che sognano il ritorno delle competizioni aperte al pubblico. “I piloti nostrani obbligati a spendere soldi all’estero”.
Gran Premio di Svizzera, locandina 1938
Grand Prix of Switzerland
La Svizzera e il motorsport. Un binomio che si è drasticamente interrotto l’11 giugno 1955 a seguito del “dramma di Le Mans”, nel quale persero la vita 84 persone allorché la Mercedes-Benz 300 SLR di Pierre Levegh, protagonista di un tremendo incidente fatale sul rettilineo di partenza e arrivo, si schiantò violentemente sulla barriera che divideva la pista con la tribuna.
Nell’impatto, il cofano, l’asse anteriore delle ruote e altre componenti della vettura volarono sugli spalti, dopo un’esplosione dovuta al carburante, generando l’evento più luttuoso nella storia dell’automobilismo e cagionando anche all’incirca 120 feriti.
Da quel momento in poi, la Confederazione Svizzera pose il divieto di organizzare gare di velocità in circuito aperte al pubblico con veicoli a motore, eccezion fatta per le competizioni di Rally, Slalom e Cronoscalata in cui la discriminante è il cronometro e dove non c’è confronto diretto fra le macchine.
Tutte e tre vantano un campionato nazionale, ma le corse possono svolgersi una sola volta per ciascuno dei ventisei Cantoni.
A seguito del semaforo verde per l’ePrix di Zurigo, che dovrebbe svolgersi nell’area portuale e nei pressi della foce del fiume Limmat auspicabilmente nel giugno 2018, in virtù di una deroga concessa alla sola Formula E perché mossa da motori elettrici, gli appassionati di Formula1, e non soltanto, non ci stanno e chiedono pertanto l’abrogazione completa del divieto in quanto “le misure di sicurezza sono ormai all’avanguardia e il rischio di coinvolgere gli spettatori in un incidente è ormai superato”.
Dopo l’iniziativa parlamentare del politico PLR Christian Wasserfallen del 2010, in cui chiedeva l’abrogazione dell’articolo della Legge sulla Circolazione Stradale che impedisce le gare, all’epoca respinta dall’Assemblea Federale, è stata messa in circolazione una petizione con il medesimo scopo.
Essa ha per destinatari i più alti rappresentanti della Confederazione, come Doris Leuthhard e Guy Parmelin, oltre alle persone di competenza del Bundeshaus, il Palazzo Federale.
Tra i molteplici motivi specificati dai firmatari vi sono anche questioni economiche, di “fascino nazionale”, oltre alla crescente sensibilizzazione per le corse su strada.
“I piloti, o aspiranti tali, nati e/o cresciuti in Svizzera sono letteralmente costretti ad emigrare per poter allenarsi e gareggiare. Ciò obbliga gli interessati a spendere soldi all’estero e non dentro i confini nazionali. Secondo il parere dei firmatari, inoltre, potrebbe esserci un notevole calo degli incidenti causati dall’alta velocità, in quanto si avrebbe un luogo apposito per dare sfogo alla vena “da corsa”.
Ma non è tutto. I proponenti non mancano nemmeno di notare come il diritto alla pratica sportiva rientri fra i diritti inviolabili dell’uomo statuiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, cui la Confederazione Elvetica aderì formalmente nel 2002.
Clicca qui per visionare la petizione (in lingua italiana)
Be part of Motorsport community
Join the conversationShare Or Save This Story
Subscribe and access Motorsport.com with your ad-blocker.
From Formula 1 to MotoGP we report straight from the paddock because we love our sport, just like you. In order to keep delivering our expert journalism, our website uses advertising. Still, we want to give you the opportunity to enjoy an ad-free and tracker-free website and to continue using your adblocker.
Top Comments