Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera
Ultime notizie

È la “creatività” a spingere in gara i piloti più forti!

La psicologia dello sport ha dimostrato il legame in pista fra assenza di inibizioni e reattività agli stimoli esterni

Il cervello umano – compreso quello e, forse, soprattutto l'encefalo dei piloti di Formula 1 e del Motomondiale - è un grande elaboratore di informazioni secondo il modello del cosiddetto “information processing”, il sistema di elaborazione dei segnali esterni governato da un insieme di “moduli” che agiscono in parallelo, trasferendo la “notizia” prodotta da un insieme all’altro secondo vie neuronali pre-formate.

CIRCUITI NEURONALI PIÙ EFFICACI Per Peter H. Lindsay e Donald A. Norman, gli psicologi autori nel 1977 del celebre volume “Human Information Processing: Introduction to Psychology”, “questo processo non è governato da una competizione tra moduli, ma esistono circuiti neuronali più capaci di altri di lasciare passare l'informazione, cioè che hanno il compito di favorire il processo di elaborazione del segnale e di organizzare risposte in modo che l’esito sia coerente con l’obiettivo di produrre o meno risposte omologhe rispetto allo stimolo iniziale”.

DOPAMINA, SEROTONINA & NORADRENALINA I circuiti neuronali che svolgono questa funzione organizzativa sono i circuiti monoaminergici, cioè quei neuroni che utilizzano come trasmettitore la dopamina, coinvolta nei processi di fissazione dei ricordi e sui processi attentivi, la serotonina, la quale svolge un importante ruolo nel controllo degli impulsi, filtrando un tipo particolare di risposta piuttosto che un’altra, e, infine, la noradrenalina.

LA “CREATIVITÀ” IN LETTERATURA I livelli di funzionamento dei medesimi circuiti monaminergici conducono ad elaborazioni mentali soggetti più facilmente predisposti a condotte creative o comunque tendenti all’innovazione. Secondo il modello di Sarnoff Mednick, la creatività consiste nel produrre nuove combinazioni di elementi che sono utili al processo di rielaborazioni di elementi suscettibili di associazioni e già registrati nel cervello. Tali elementi sarebbero: memoria di impressioni, stimolazioni, informazioni apprese, eventi favorevoli o negativi.

SPAZIO ALLE “ASSOCIAZIONI DI IDEE” Il loro collegamento può avvenire solo in relazione a processi che richiedono la formazione di un legame, cioè in determinate condizioni. Parliamo di stati mentali che conducono ad associare tra loro elementi normalmente ritenuti separati, i quali potrebbero favorire la creazione di nuove combinazioni, alcune delle quali suscettibili di risultare innovative ed originali. Brutalmente parlando, è il caso delle cosiddette “associazioni di idee”, facilitate in un driver al top durante una corsa dal suo encefalo e utilissime per reagire a uno stimolo improvviso quale una bandiera gialla, blu o rossa, un incidente in pista, un avversario in difficoltà davanti a sé o un mutamento delle condizioni del tracciato o del meteo, come la presenza di detriti in traiettoria o lo scoppio di un temporale...

COSÌ I PILOTI “PENSANO PER IMMAGINI” Individui che “pensano per immagini”, come ad esempio i piloti di Formula 1 e del Motomondiale, i quali autorappresentano nel loro cervello le mappe spaziali del circuito durante la gara, sono soggetti che sono portati ad associare tra loro le “qualità” di un oggetto, lo spazio ad esempio, che altri trascurerebbero. Lo scienziato Albert Einstein è stato uno dei più grandi innovatori di sempre ed aveva necessariamente la capacità di pensare per immagini, proprio come oggi fanno Rober Kubica nei rally, Marc Márquez nel motociclismo o Sebastian Vettel nell'automobilismo, per citare alcuni degli sportivi già oggetto delle nostre analisi di psicologia dello sport.

CHE BOMBARDAMENTO DI... STIMOLI! Gli individui creativi mostrano una maggiore capacità di ampliare i propri livelli attentivi, perché predisposti ad una maggiore “consapevolezza” degli stimoli sia ambientali che interni. Quindi il pilota di Formula 1 o del Motomondiale, che durante un Gran Premio si ritrova “bombardato” da stimoli acustici (le cuffie che indossa per ricevere direttive dai box o un rumore “sinistro” proveniente dal mezzo meccanico), da stimoli spaziali (conoscenza del circuito, come presenza di “sporco”, brecciolino od olio in traiettoria oppure asperità dell'asfalto) e da stimoli ambientali (atteggiamento competitivo), attiva rappresentazioni spaziali codificate su coordinate spazio-tempo utili a mantenere la propria posizione in gara in un target di tempo (misurato in secondi) che gli garantisce la possibilità della vittoria.

LA FUNZIONE DEL CORPO CALLOSO La fluenza ideativa dei creativi e la loro preferenza per l'innovazione, decisiva in Formula 1 come nella MotoGp, potrebbero derivare quindi da elevati livelli di attenzione, con la risultante di un'aumentata stimolazione delle aree cerebrali. Il nostro cervello rappresenta il movimento prima ancora di essere eseguito, e ciò significa che i soggetti creativi sono maggiormente favoriti nella vita di tutti i giorni così come in pista da una maggiore connessione intraemisferica grazie al lavoro che compie il corpo calloso, area cerebrale che connette le due metà del cervello ricevendo informazioni sul controllo delle attività motorie.

I CAMPIONI SOVRANI DEL “QUI E ORA” L’esito di un Gran Premio, che si disputi su due o quattro ruote, è spesso determinato da scelte strategiche concordate tra pilota e team (numero dei pit-stop, scelta e cambio degli pneumatici, decisione di viaggiare con una determinata quantità di carburante, eccetera), ma una buona parte di esso dipende molto dalle opzioni che il pilota mette in atto nel “qui ed ora” della gara: egli stesso è colui il quale decide in quale momento ideale iniziare una manovra di sorpasso: è il pilota che “compie l’azione” nonostante le strategie concordate fuori dall'asfalto con il proprio team. Banale a dirsi, ma resta sempre solo e soltanto nel cervello del pilota la percezione complessiva dell'andamento di una corsa e le misure necessarie a gestirla. È il pilota o, meglio la sua creatività, “il cervello” della sua condotta di gara.

BEN VENGA... L'ECCENTRICITÀ AL VOLANTE! Quindi, pare acclarato che una maggiore fluidità del pensiero conduce ad una maggiore creatività proprio in virtù di una certa disinibizione nel formare legami tra elementi fra loro remoti, soprattutto in pista e ad alte velocità. Tale maggiore disinibizione si esprime proprio sul piano comportamentale, giustificando la supposta tendenza all’eccentricità dei creativi. In definitiva, si può affermare che “il cervello delle persone creative sembra essere più aperto agli stimoli provenienti dall’ambiente”. E i piloti professionisti ne sono la dimostrazione lampante...

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Zanardi: "Niente sfortuna, ho una vita eccezionale"
Articolo successivo E' disperso un Airbus A320-200 di Tony Fernandes

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera