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Rivola: “Alfa Romeo-Sauber è un grande stimolo per i piloti FDA!”

Il responsabile della Ferrari Driver Academy riconosce che aver portato Charles Leclerc alla Sauber è di stimolo agli altri giovani talenti che hanno una concreta prospettativa di arrivare in F.1 con un percorso già tracciato...

Allenamento Ferrari Driver Academy

Foto di: Ferrari

Alfa Romeo Sauber, presentazione della livrea
Allenamento Ferrari Driver Academy
Ferrari Driver Academy training
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Ferrari Driver Academy training
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Allenamento Ferrari Driver Academy
Allenamento Ferrari Driver Academy

Il concetto di FDA... 2.0 offre un progetto ben diverso da quelli che nei primi anni 2000 videro il boom degli ‘young-driver program’. Gli albori erano caratterizzati dal supporto economico insieme alla scelta della categoria e della squadra. Poi, chi finanziava il tutto, aspettava le classifiche di gare e campionato.

Oggi non è più così, almeno, non lo è nell’Academy della Ferrari. L’obiettivo va oltre quello di accertarsi della velocità e del talento di un giovane pilota, ed arriva a valutarne come reagirà quando arriverà a cimentarsi con il lavoro che si svolge in Formula 1, che reazioni avrà dopo un errore da penna rossa, o davanti ad un compagno di squadra che improvvisamente complica la vita.

“Abbiamo un team di riferimento – ha confermato Rivola – ed è la Prema, squadra che copre con i suoi programmi un percorso che oggi va dalla Formula 4 alla Formula 2. Ma cerchiamo sempre di avere dei riscontri diretti dai campi di gara, provando a cogliere il numero maggiore di variabili che ci sono dietro una vittoria od un weekend andato male”.

Da qualche mese i ragazzi della Driver Academy sono ben coscienti che se il cammino nelle categorie minori è eccellente, la Ferrari può mettere a disposizione il sedile (per ora uno) della Sauber, ovvero quello dal prossimo mese di marzo vedrà al volante Leclerc.

L’operazione Alfa Romeo ha cambiato molto la prospettiva per i giovani della FDA, che “sentono” molto questa novità. Sono coscienti che c’è una carriera già disegnata.

Tra una ciaspolata, un corso di galateo, qualche dura ora sugli sci da fondo, i buggy ed i quad (che sulla neve offrono un divertimento assicurato) il pensiero dei giovani della FDA va anche a Leclerc, che dodici mesi fa condivideva con loro ogni attività della Academy.

“Quando abbiamo saputo che Charles era stato promosso a pilota titolare in Formula 1 per noi della FDA è stata una soddisfazione enorme – ha spiegato Rivola – vuol dire che tutti hanno lavorato nella giusta direzione. Puoi esserne convinto, ma senza i risultati non ne hai la certezza. Ora i nostri ragazzi hanno uno stimolo in più, sanno che il percorso di crescita funziona, quindi sta soprattutto a loro riuscire a raggiungere i risultati attesi”.

Bisogna abituarsi un po’, perché vedere ragazzi di quattordici anni caricati di grandi responsabilità può sembrare eccessivo. Dieci anni fa un pilota considerato giovane aveva diciotto anni, oggi quattro anni in meno, e sono quattro anni lunghissimi in una fase cruciale della crescita.

Però questi quattordicenni sono in grado di prendere un aereo dalla Nuova Zelanda e trasferirsi in Europa senza accusare scossoni, anzi, con una dose di entusiasmo contagiosa.

Ma cosa accade poi se il sogno Formula 1, che accomuna tutti i ragazzini, non si avvera?
“Ci abbiamo pensato – ha chiarito Rivola – c’è chi decide di trovare strade alternative in modo autonomo, ma noi stessi cerchiamo di capire se un giovane può avere i requisiti per un futuro nel mondo Gran Turismo, contesto molto impegnativo in cui Ferrari ha un’importante presenza”.

“E’ un’alternativa molto professionale, e parecchio apprezzata dai piloti che hanno intrapreso questo percorso. Ma il nostro compito prioritario resta quello di identificare e aiutare la crescita di chi può ambire ai massimi traguardi”.

Nulla, ma proprio nulla, è lasciato al caso. Come nello studio e nella realizzazione di una monoposto. E non potrebbe essere diversamente nel quartier generale di Maranello, dove il pensiero di Enzo Ferrari riecheggia in molti contesti. “Amo pensare che la Ferrari può costruire piloti quanto macchine”, e c’è chi questa frase l’ha presa molto sul serio…

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