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Le corse e la Renault: un feeling che dura da 115 anni

Sull’anello di Linas-Montlhéry, la Marca francese ha celebrato lo storico anniversario e gli innumerevoli successi sportivi: dalla Parigi-Vienna del 1902 all’attuale impegno ufficiale nel Circus...

Le Renault dei record

Le Renault dei record

Ayrton Senna, Lotus Renault
Kevin Magnussen, Renault Sport F1 Team RS16
Nervasport
Renaul 5 Ragnotti
Type AK
Type AK
Type AK
Type K
Etoile Filante
Etoile Filante
Etoile Filante
40 CV
40 CV
Nervasport
Le Renault dei record
Renault 5 Ragnotti
Renault 5 Ragnotti
Nervasport
Renault 5 Maxi Turbo
Etoile Filante
Renault 5 Ragnotti
Renault 5 Ragnotti
Renault 5 Ragnotti
Renault 5 Ragnotti
Renault 5 Ragnotti
Renault 5 Maxi Turbo
Renault 5 Ragnotti
Renault 5 Maxi Turbo
Renault 5 Alpine Gruppo 2
Renault 5 Maxi Turbo
Renault 5 Alpine Gruppo 2
Renault 5 Alpine Gruppo 2
Reanult 5 Alpine Turbo Coupe
Dauphine
Renaul 8 Gordini
4 CV
Nervasport Montecarlo
F.1 RS 26
F.1 RE 40
Renault Alpine A 442 B
Formula Renault Europa
Nervasport
Renault 5 Maxi Turbo e Renualt 5 Alpine Gruppo 2
Renault 21 Turbo
Renault 20 Dakar
Renault 5 LS Coupe
Dauphine
Renault 21 Turbo
Renault 5 Alpine Turbo Coupe
Reanult 5 Alpine Turbo Coupe

C’è una Casa automobilistica la cui avventura industriale ha marciato di pari passo con la propria presenza nelle competizioni automobilistiche. È la Renault, che ha compreso da tempo l’importanza dello sport per i costruttori di autoveicoli e che lì, in un arco di tempo lungo ben centoquindici anni, trasse grandi soddisfazioni. L’attuale Renault Sport ha celebrato la ricorrenza il 23 maggio scorso con una pubblica manifestazione sullo storico circuito anulare e sopraelevato dell'Autodrome de Linas-Montlhéry, già sede di alcuni Gran Premi, e alla presenza del grande rallyman Jean Ragnotti.

Tutto cominciò alla Parigi-Vienna del 1902

La prima importante vittoria della Marca francese arrivò già nel 1902, con il trionfo di Marcel Renault alla Parigi-Vienna. Tre Type K, leggere, e quattro “voiturette” vennero schierate dalla Marca transalpina contro potenti rivali, tra cui la Mercedes del conte Zborowski e la Panhard di Henry Farman. L’itinerario prevedeva percorsi impervi e sinuosi, e anche un temibile passo alpino: il successo di Marcel, membro della dinastia Renault, avvenuto a una velocità media di 62,5 km/h, segnò la nascita di un concorrente particolarmente serio e capace in tutte le discipline dello sport automobilistico.

Nel medesimo anno, il 1906, la Renault si iscrisse al primissimo Gran Premio della storia, organizzato nei dintorni di Le Mans. Con la Type AK, dotata di un telaio leggero e di un motore quattro cilindri 12,9 litri, l’ungherese Ferenc Szisz si impose dopo una corsa di oltre 12 ore, malgrado un caldo soffocante e su una pista con asfalto quasi fuso. Questa vittoria contribuirà ad aumentare le vendite della Marca francese per molti anni, abbinando primati industriali e sportivi...

Gli anni ruggenti e la conquista di record

Negli Anni 20 e 30, la Renault si concentrò sui record di velocità e sviluppò nel 1926 la spettacolare Renault “40CV Type NM des Records”. Equipaggiata con un propulsore da ben 9 litri di cilindrata, monoposto, con una carrozzeria coupé aerodinamica e ruote a vista, percorse le 24 ore a una media di 173 km/h: un risultato straordinario per un veicolo di serie di quell’epoca. Allo stesso periodo appartiene l’epopea della Nervasport. Negli Anni 30, la Renault iniziò a produrre la gamma Nerva, continuando la sua collezione di record sulle strade europee e africane. Con le proprie curve ispirate all’aviazione e l’8 cilindri in linea, la Nervasport si fece sfuggire la vittoria al Rally di Montecarlo del 1932 per appena due decimi di secondo, ma trionferà invece nel Principato e alla Liegi-Roma-Liegi nel 1935, prima di terminare seconda, dietro la Bugatti, al Rally del Marocco dello stesso anno.

Sull’anello di Linas-Montlhéry, l’auto si dimostrò ancora più efficace. Nell’aprile 1934, una Nervasport specificamente preparata per l’occasione batté infatti più record di resistenza in tutte le categorie, percorrendo oltre 8.000 km in 48 ore, a una media di oltre 160 km l’ora e con una velocità di punta superiore a 200 km/h. La sua carrozzeria dinamica e avveniristica ispirerà il design delle future Renault ed entrerà nella leggenda dello sport.

L’Étoile Filante… stella degli Anni 50

Negli Anni 50, la Renault ritrovò lo spirito pionieristico puntando a nuovi record. Progettata dopo due anni di test in galleria del vento, l’Étoile Filante si distinse sul celebre lago salato di Bonneville nel settembre del 1956. Con una splendida livrea blu, questo modello fuori del comune disponeva di un telaio tubolare e di due grandi derive, simili a quelle di un aereo. Sotto la pelle in poliestere si nascondeva una turbina ultrapotente, che sviluppava 270 CV a 28.000 giri/minuto, e una trasmissione Transfluide. Altro punto in comune con l’aeronautica, l’insieme della “Stella Filante” era alimentato con cherosene ed era esente da vibrazioni, grazie alla rotazione della turbina.

Fin dai primi giri di ruota, il progettista Jean Hébert stabilì nello Utah un nuovo record di velocità, con 308,85 km orari, finora imbattuto! Sulla scia di questo exploit, la Renault trionfò nei rally. La Marca con la Losanga schierò in numerose prove l’innovativa Dauphine con motore posteriore, che monopolizzò i primi quattro posti alla Mille Miglia e che vinse il Tour de Corse del 1956, imponendosi poi nel leggendario Rally di Montecarlo di due anni più tardi.

Gli esordi con il marchio “bolognese” Gordini

Creatore delle omonime vetture da corsa, il “bolognese” Amédée Gordini sviluppò una versione estrema della Dauphine alla fine degli Anni 50. L’associazione con la Renault si rivelò fruttuosa e portò alla creazione delle leggendarie R8, R12 e R17 Gordini. La R8 così denominata si distinse, in particolare, nei rally, nelle corse in salita e sui circuiti. Nel 1966, la sua immensa popolarità spinse la Marca d’Oltralpe a lanciare la Coppa Renault 8 Gordini, antesignana delle formule promozionali.

Nel 1971, il motore della Renault 12 Gordini fu utilizzato sulle monoposto del primo Campionato di Francia di Formula Renault. Numerosi campioni in erba vi effettueranno la propria formazione, tra cui Jacques Laffite, Jean Ragnotti, oggi ambasciatore della Marca francese presente ai festeggiamenti sullo storico impianto anulare di Linas-Montlhéry, Alain Prost, Sebastian Vettel, Kimi Räikkönen e Lewis Hamilton. Ben presto i capannoni della Gordini a Parigi si rivelarono troppo ridotti per le ambizioni sportive della Renault.

Da Viry-Châtillon alla Renault Sport

Il sito prescelto per i nuovi impianti della Casa della Losanga si individuò a Viry-Châtillon, nel dipartimento dell'Essonne, nel cuore della regione dell'Île-de-France. Lo stabilimento venne inaugurato il 6 febbraio 1969 e diventò il trampolino di lancio per i futuri successi. La Renault si concentrò in un primo momento su un motore V6 da 2.000 cc, ufficialmente svelato nel gennaio 1973. Il propulsore si rivelò subito competitivo nel prestigioso Campionato Europeo per Vetture Sport 2 litri.

La ex Régie partecipò poi al Campionato del Mondo FIA per Vetture Sport e lanciò una versione turbocompressa del motore. Il reparto motorsport, il cui nome è lo stesso di oggi, venne fondato nel 1976. Parallelamente, lo stesso anno il Costruttore d’Oltralpe lanciò un programma per monoposto. Prima tappa: il Campionato Europeo di Formula 2, propedeutico ai Gran Premi, con il V6.

La vittoria a Le Mans e il debutto in F.1

Le Renault con motore sovralimentato si dimostrarono estremamente veloci nel Campionato del Mondo FIA per Vetture Sport, inanellando pole position e giri più veloci in corsa. Tutti gli ingredienti furono presenti nel 1978, quando Didier Pironi e Jean-Pierre Jaussaud ottennero una vittoria storica alla 24 Ore di Le Mans, mentre una seconda biposto gialla e nera concluse la prova ai piedi del podio. Dopo questo brillante successo nella maratona della Sarthe, la Casa transalpina poté ormai concentrarsi sulla prossima tappa: la Formula 1.

Da anni, l’utilizzo di un motore turbo era autorizzato dal regolamento tecnico della disciplina, ma nessuno aveva ancora osato fare questa scelta. Nessuno prima della Renault, perlomeno. Già nel 1976, il costruttore francese realizzò con discrezione alcune prove in pista con una versione 1,5 litri del proprio 6 cilindri a V e numerose corse vennero programmate per la successiva stagione iridata.

GP USA 1978: i primi punti di un motore turbo

Alimentata dal V6 turbo, la RS01 fece il proprio debutto al Gran Premio di Gran Bretagna 1977. Affidata a Jean-Pierre Jabouille, la “teiera gialla” non vedrà la bandiera a scacchi, ma si farà notare. Seguirono altri quattro Gran Premi alla fine dell’anno, che permetteranno alla Renault di accumulare una preziosa esperienza.

La fase di apprendistato continuerà durante tutta la stagione 1978, fino al giorno in cui “Jabo” offrirà i primi punti alla Marca della Losanga nel Campionato del Mondo di Formula 1 - i primi per un motore turbo - conquistando il quarto posto al Grand Prix degli Stati Uniti. Il passaggio al doppio turbo in occasione della gara di Montecarlo del 1979 rappresentò un progresso tangibile. L’équipe in giallo riuscì finalmente a superare i problemi nei tempi di risposta e Jean-Pierre incassò la prima vittoria storica a domicilio, dopo essere partito dalla pole position a Digione, in Francia.

Rally e Tout-Terrain fra tanti successi

Parallelamente all’impegno nel Circus, la Renault continuò la propria avventura nei rally, conquistando il titolo costruttori del Campionato del Mondo 1973. Nel 1977, Guy Fréquelin risultò campione di Francia delle gare su strada con l’Alpine A310 Gruppo 5. La Renault 5 Alpine fu altrettanto popolare grazie a Jean Ragnotti, secondo al Rally di Montecarlo del 1978 e poi vincitore della prova nel 1981 e del Tour de Corse 1985 con la Renault 5 Turbo. I francesi si lanciarono anche nei Rally-Raid con la Parigi-Dakar: schierata a titolo privato, la Renault 20 dei fratelli Marreau si impose nell’edizione 1982 del celebre safari africano.

Nell’86 la prima vittoria di Ayrton Senna

Per quanto concerne la Formula 1, l’investimento della Renault cominciò presto a dare i primi frutti. Nel 1983, si classificò seconda nel Campionato del Mondo con Alain Prost, vincitore di quattro Gran Premi, che terminò però la stagione due punti dietro Nelson Piquet e i suoi tre successi. Nello stesso anno, la Renault diventò per la prima volta motorista di una seconda scuderia, associandosi alla Lotus. Saranno poi stipulati altri contratti di fornitura con Ligier e Tyrrell.

Al Gran Premio del Portogallo 1985, Ayrton Senna ottenne la prima vittoria in Formula 1 con un V6 Renault, affermandosi nella stessa stagione come una delle rivelazioni della disciplina. Alla fine dell’85, l’équipe ufficiale interruppe le proprie attività per concentrarsi sul ruolo di motorista. Nel 1986, il trio Senna-Lotus-Renault fu il più rapido dello schieramento e il brasiliano collezionò otto pole position.

F.1, l’atavico richiamo della vittoria

La Renault riscoprì ufficialmente la Formula 1 alla fine degli Anni 80, questa volta grazie a una partnership con la Williams. Fin dalla prima campagna, la nuova alleanza sfociò in due vittorie in un Gran Premio, seguite da altre due nel 1990. Nigel Mansell, che conobbe i motori Renault dall’epoca del suo passaggio alla Lotus, ritrovò l’équipe alla fine dell’anno. Iniziò così uno straordinario periodo di successi: alla fine del ‘91, la Williams-Renault divenne il sodalizio da battere.

Nel 1992, il “Leone” dominò la stagione e offrì all’ex Régie il proprio primo titolo mondiale già nel mese di agosto. Già pilota della Renault, Alain Prost arrivò nella factory di Didcot nel 1993 e ottenne a propria volta molti allori, prima di ritirarsi dalle competizioni. Seguiranno altre consacrazioni: nel 1996 con Damon Hill e poi, nel 1997, con Jacques Villeneuve. Il binomio Williams-Renault risultò a propria volta campione fra i costruttori nel 1992, 1993, 1994 nonché nei favolosi 1996 e 1997.

Tante soddisfazioni con i team clienti

Nel 1995, la Renault rafforzò il proprio coinvolgimento nel Circus stipulando una nuova partnership con la scuderia Benetton. Michael Schumacher conquistò il titolo piloti, mentre la squadra trevigiana si impose tra le marche. Con i due team clienti, la Renault si fregiò di sei titoli mondiali consecutivi, tra il 1992 e il 1997. Nel più ridotto periodo 1995-1997, la Marca della Losanga trionfò nel 74 per cento delle corse cui ha partecipato.

La Renault lasciò ufficialmente la massima disciplina alla fine della stagione. La Williams, la Benetton e, più tardi, la nuova scuderia BAR utilizzeranno le unità motrici made-in-France con brandizzazioni Supertec, Mecachrome e Playlife. A Viry-Châtillon, un’antenna tecnologica continuò a lavorare su un futuro programma di F.1. Parallelamente, la Renault brillò nei rally per tutto un decennio, segnato, in particolare e giusto a mo’ di esempio, dalla vittoria della Maxi Mégane di Philippe Bugalski al Tour de Corse 1996.

In F.1 i grandi exploit di Alonso e Trulli

Ancora una volta, l’assenza ufficiale della Renault sulle griglie di partenza durò poco. All’inizio del 2001, la celebre Marca francese annunciò l’acquisto della scuderia Benetton per ritornare come costruttore indipendente. In quella stagione, fornì i motori alla factory di Enstone prima che la struttura rinascesse, già l’anno successivo, con il nome di Renault F1 Team.

Il reparto telai restò nel Regno Unito e lavorò in stretta collaborazione con il dipartimento motori di Viry-Châtillon. Nel 2003, Fernando Alonso ottenne in Malesia la prima pole position dell’équipe della Losanga. L’allora giovane pilota spagnolo realizzò un risultato ancora migliore in Ungheria, firmando il primo successo del Renault F1 Team. L’anno successivo, il 2004, Jarno Trulli offrì alla Renault la vittoria nell’appuntamento più prestigioso dell’anno: il Gran Premio di Monaco in riva al Mediterraneo.

Sebastian Vettel e la Red Bull imbattibili

Nel 2005, Alonso fu l’uomo da battere: Fernando diventò campione del mondo fra i piloti, mentre la Renault si affermò tra i costruttori con otto vittorie per lo spagnolo e il compagno di squadra Giancarlo Fisichella. Nonostante l’importante svolta tecnologica rappresentata dal passaggio dal V10 all’8 cilindri a V, la Renault seguitò il proprio slancio ancora nel 2006. Con otto successi, la Renault si batté contro la Ferrari per la conquista dei titoli, ma la capacità d’innovazione della Marca francese prevalse ancora una volta con una nuova doppietta.

Abituata a fornire motori a varie scuderie, la Renault firmò un partenariato con la Red Bull Racing nel 2007. E le monoposto blu non tardarono a rivelarsi performanti: nel 2010, Sebastian Vettel si assicurò la vittoria finale, diventando il più giovane campione del mondo nella storia della specialità. Il binomio Red Bull-Renault conquistò nell’occasione anche il titolo costruttori. Mentre la Casa francese focalizzò la propria attività sulla fornitura di motori, il tedeschino apparve imbattibile nel Campionato del Mondo e bruciò tutti i record assicurandosi quattro titoli consecutivi, vale a dire fino al 2013.

Oltre alla Red Bull Racing, la Renault fornì i propri propulsori anche alla “nuova” Lotus, Caterham e alla Williams. Durante tutto il periodo del V8, il propulsore progettato e sviluppato dai 250 ingegneri di Viry-Châtillon ha costantemente dominato le competizioni, conquistando la vittoria in più del 40 per cento delle corse nonché un numero record di pole position.

Clio e WS by Renault per i giovani

La Renault Sport Technologies continuò a sviluppare la propria gamma di campionati monomarca con la Formula Renault 2.0 e la Clio Cup. Nei rally, la Clio Super 1600 si impose rapidamente, con numerosi titoli internazionali tra il 2003 e il 2005. In quest’ultimo anno, dalla fusione tra l’Eurocup Formula Renault V6 e le World Series by Nissan nacquero le World Series by Renault. Con eventi accessibili gratuitamente per il pubblico, questo “cartellone” generale associò, per undici anni, competizioni di alto livello, dimostrazioni di Formula 1 e animazioni destinate alle famiglie.

L’evento consentì, in particolare, a numerose future star della Formula 1 di farsi largo nel mondo del motorsport. Nel 2013, la Renault decise anche di collaborare alla nascita al Campionato FIA di Formula E, la prima serie "full electric" internazionale, alla quale prese parte con due monoposto della DAMS affidate ai molto competitivi Nicolas Prost e Sébastien Buemi, dopo avere "sponsorizzato" tutte le venti Spark SRT_01E in campo. 

E nel 2016 il ritorno in veste ufficiale

Nel 2014, la Formula 1 cambiò pelle con l’introduzione di una tecnologia motoristica d’avanguardia. Il nuovo gruppo propulsore della Renault per il Circus riprese l’architettura della precedente generazione di motori sovralimentati, associandola a potenti motori elettrici e a una serie di avanzati sistemi di recupero dell’energia, per ridurre il consumo del 40 per cento, offrendo nello stesso tempo un dinamismo e performance analoghe.

La Renault continuò a fornire motori alla Red Bull Racing, formazione gemella della Scuderia Toro Rosso, nonché al Lotus F1 Team, ma la battaglia è stata ardua. Dopo un completo riesame della propria strategia racing, la Renault ha annunciato alla fine del 2015 il proprio ritorno come costruttore indipendente. Dal 2016, è infatti presente con i colori del Renault Sport Formula One Team. Pur rendendo omaggio ai successi del passato, l’obiettivo dichiarato è quello di rivitalizzare le molteplici piattaforme del Gruppo. Con una storia tanto lunga e ricca, non c’è dubbio che gli exploit Renault costituiranno e costituiscono una straordinaria fonte d’ispirazione e di motivazione per i team di oggi... 

 

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