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Analisi

Giovinazzi e i "fratelli" tricolore nel miraggio della Formula 1

Giovinazzi si vede chiudere le porte della Haas con il rinnovo di Grosjean e Magnussen. Il pugliese spera di stare nel Circus, ma perché è così diffiicile approdare ai GP per i nostri? Dietro ad Antonio spuntano Ghiotto, Fuoco, Lorandi e Pulcini.

Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team VF-17

Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team VF-17

Andrew Hone / Motorsport Images

Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team
Antonio Giovinazzi, Haas F1 Team VF-17
Luca Ghiotto, RUSSIAN TIME
Podio: il vincitore della gara Nicholas Latifi, DAMS, il secondo classificato Luca Ghiotto, RUSSIAN
Alessio Lorandi, Jenzer Motorsport
Alessio Lorandi, Jenzer Motorsport
Antonio Fuoco, PREMA Powerteam
Antonio Fuoco, PREMA Powerteam
Charles Leclerc, PREMA Powerteam, Antonio Fuoco, PREMA Powerteam
Antonio Fuoco, PREMA Racing, Giuliano Alesi, Trident
Leonardo Pulcini, Arden International
Leonardo Pulcini, Arden International

Quando lo scorso 26 marzo Antonio Giovinazzi si è schierato al via del Gran Premio d’Australia, ha interrotto un record poco gradito per la tradizione italiana in Formula 1.

Dopo ben cinque anni di assenza, un pilota della scuola tricolore è tornato da titolare a partecipare ad una gara di Formula 1. In Italia, ovviamente, il cuore dei tifosi è sempre occupato dalla Ferrari, ma negli ultimi anni, complice l’assenza di italiani al via dei GP di Formula 1, il problema delle carenze dei piloti con una caratura da Formula 1 è diventato d’attualità.

Dopo anni in cui erano stati anche dieci i conduttori ad aver preso parte ad una singola stagione di Formula 1, il numero è progressivamente calato fino ad azzerarsi dopo il ritiro di Jarno Trulli.

Giovinazzi, che quest’anno ha sostituito Pascal Wehrlein nelle prime due gare del Mondiale, resta il pilota italiano con maggiori possibilità di correre in Formula 1 nel 2018.

Il suo futuro è nelle mani della Ferrari, ma sarà importante verificare il bilancio finale del programma di sette sessioni FP1 con il team Haas. A 23 anni Giovinazzi ha ancora un po’ di tempo davanti a se, ma non poi così tanto, e l’impressione è che il suo futuro si deciderà in autunno: dentro o fuori, aspettare non ha più senso tanto più che proprio la Haas ha chiuso le sue porte confermando Romain Grosjean e Kevin Magnussen.

Alle spalle di Giovinazzi non ci sono tanti piloti italiani pronti a poter ambire alla Formula 1. Nella serie FIA Formula 2 l’unico rappresentante della nostra scuola è Luca Ghiotto, che nel 2015 si è ben comportato nella GP3 Series contendendo il titolo ad Esteban Ocon fino all’ultima gara in calendario pur correndo con il team Trident, una buona squadra ma non con un palmares all’altezza della ART con cui si è imposto Ocon.

Il suo exploit gli ha permesso nel 2016 di passare in GP2, sempre con il team Trident, concludendo la stagione in ottava posizione e con un successo all’attivo, guadagnandosi così la chiamata della Russian Time per la stagione 2017.

Quella del ventiduenne Ghiotto è la classica storia di un pilota che non ha mai avuto il budget per aspirare a un top-team, e questo sta compromettendo la sua carriera. E’ un pilota molto maturato anno dopo anno, e che sarebbe pronto ad una chance importante.

All’opposto è invece la storia di Antonio Fuoco, che dal 2013 fa parte della Ferrari Driver Academy. Fuoco di opportunità ne ha avute molte, ma negli anni non ha confermato la crescita richiesta a chi ambisce ad arrivare in Formula 1.

In questa stagione sta correndo in Formula 2 con il team Prema, la migliore squadra della serie, ma il confronto con il compagno di squadra Charles Leclerc è impietoso, al punto da mettere in serio dubbio il suo futuro nella Academy della Ferrari.

Diversa è invece la situazione nella GP3 Series, dove in questa stagione due piloti italiani stanno mostrando di avere qualità. Il più interessante è il diciottenne Alessio Lorandi, ottimo kartista che nel 2015 decise di emulare Max Verstappen passando direttamente dal kart alla Formula 3.

Un errore, visto che ha dovuto maturare nella serie Europea di Formula 3 l’esperienza che solitamente i piloti si formano in Formula 4 o Formula Renault 2.0, ma il talento c’è. Quest’anno sta disputando una stagione buona in GP3 Series con il team Jenzer, e spesso è stato l’unico pilota che non fa parte del team ART a poter puntare al podio con regolarità.

Buono anche l’inizio di stagione in GP3 del diciannovenne Leonardo Pulcini, che dopo il successo nel 2016 nella serie EuroFormula Open, ha ottenuto subito un’importante seconda posizione nella prima gara della stagione 2017 a Barcellona.

In altre occasioni il pilota del team Arden è stato poco fortunato, terminando più di una gara fuori pista per colpe non sue. Per Pulcini sarà fondamentale confermare nella seconda parte del 2017 con dei buoni risultati il suo indubbio potenziale velocistico, per diventare uno dei top-driver GP3 in vista del 2018.

Sono infine interessanti due giovanissimi che si stanno facendo strada nella serie italiana di Formula 4, campionato che paradossalmente nelle precedenti edizioni non è mai stata vinto da… un italiano, dopo i successi di Lance Stroll (2014), Ralf Aron (2015), Marcos Siebert (2016). Il sedicenne Lorenzo Colombo sta contendendo la volata per il titolo 2017 al pilota neozelandese della Ferrari Driver Academy Marcus Armstrong.

Colombo si è confermato veloce e capace di crescere gara dopo gara, come anche Leonardo Lorandi (fratello di Alessio che corre nella GP3 Series) che nel suo primo anno in assoluto in monoposto ha saputo cogliere la sua prima vittoria dopo sole cinque gare. Il futuro dell’Italia che sogna un ritorno di un pilota del proprio vivaio in Formula 1 è nelle loro mani.

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